La Barcolana49 è iniziata ufficialmente con un evento tra musica e sociale : ad aprire il concerto dello GnuQuartet sono stati i ragazzi del coro gestuale Manos Blancas del Friuli e del Coro Voci Bianche Artemìa.

Per la prima volta la Capitaneria di Porto di Trieste ha ospitato nel suo piazzale un evento della Barcolana. A fare gli onori di casa l’Ammiraglio Melone, Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia Costiera. Presenti, tra gli altri, il Presidente della Regione FVG Debora Serracchiani, il Sindaco di Trieste Roberto Di Piazza, il Prefetto di Trieste Annapaola Porzio ed ovviamente il presidente della Società velica Barcola e Grignano Mitja Gialuz. A presentare la serata Luigi Vignando, organizzatore del concerto.

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Negli anni Trieste si è identificata sempre più nella Barcolana, e quella che è nata come una semplice Regata Velica Internazionale, si è trasformata nell’evento più atteso coinvolgendo tutta la città fino a farla diventare capitale europea della vela.

L’apertura del coro gestuale Manos Blancas del Friuli e del Coro Voci Bianche Artemìa
Manos Blancas a Barcolana49 aprono il concerto dello GnuQuartet© Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine
Manos Blancas a Barcolana49 © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine

Accompagnati dal classico Borino (per i non triestini, un venticello fresco di scarsa intensità, figlio della famosa Bora) a scaldare il pubblico  in apertura ci pensano il Coro di Voci Bianche Artemìa ed il coro gestuale Manos Blancas.

I Manos Blancas sono un coro composto da bambini e adolescenti, portatori di ogni sorta di handicap, con deficit sensoriali e cognitivi. Il progetto originale, e da qui il nome in spagnolo, nasce in Venezuela.

Fu grazie alla famiglia Nonino, celebre per la sua grappa, che nel 2010 fu fondata l’Associazione Amici Coro Manos Blancas del Friuli Onlus, presieduta da Mauro Chiarot, con il preciso proposito di dare ai bambini friulani pari opportunità dei loro coetanei.

Da allora il coro diretto da Paola Garofalo collabora con varie realtà corali diffondendo il messaggio che, attraverso la musica, siamo tutti uguali, senza discriminazione alcuna.

I Triestini avevano già avuto modo di conoscerli durante il concerto dell’anno scorso di Mika in Piazza dell’Unità. La celebre popstar li ha poi voluti con sé anche nel suo show televisivo “Stasera Casa Mika”, andato in onda lo scorso autunno in prima serata su Rai2.

Con queste premesse, a far da voce narrante al desiderio di abbattimento di qualsiasi barriera, ci pensa il coro di voci bianche Artemìa, diretto da Denis Monte. Il coro è composto bambini e ragazzi la maggior parte dei quali provenienti dai corsi di propedeutica musicale il cui repertorio spazia dalla musica d’autore ai canti popolari. Per capire la loro bravura penso che basti dire che la settimana scorsa  Elisa li ha voluti sul palco dell’Arena di Verona.

Il Bis

Per i musicisti ed i cantanti il bis è spesso un evento programmato in scaletta vissuto con l’entusiasmo di una cosa che ti aspetti, insomma con un minimo di trasporto, spesso di facciata.

Quello che è successo venerdì invece con i ragazzi che stavano scendendo le scale per uscire dal palco e richiamati a gran voce e con applausi scroscianti da parte del pubblico è stato, a dir poco, commovente.

Vedere nei loro occhi la gioia pura per aver raggiunto un traguardo e farlo con l’entusiasmo di chi nella vita, per forza di cose, non può dare nulla per scontato è stato. dal punto di vista umano, il momento più alto della serata.

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Il GnuQuartet

Gnu Quartet a Barcolana49 © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine
Gnu Quartet a Barcolana49 © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine

La seconda parte del concerto è affidata allo GnuQuartet, uno dei più autorevoli progetti italiani di musica strumentale. Gli GnuQuartet sono Raffaele Rebaudengo alla viola, Francesca Rapetti al flauto, Roberto Izzo al violino e Stefano Cabrera al violoncello.

Il quartetto genovese nasce nel 2006 sotto la stella della P.F.M. al Teatro Nazionale di Milano per una serata speciale dedicata al compleanno di Fabrizio De André.

Da allora sono passati 6 album, di cui l’ultimo “Untitled” uscito pochi mesi fa. Il repertorio spazia da rivisitazione di grandi classici nazionali ed internazionali a composizioni originali ma, come afferma Raffaele Rebaudengo:

Il nostro quartetto ha una formazione particolare: non è un quartetto d’archi ma un trio d’archi con un flauto ed era dai tempi di Mozart che nessuno scriveva per un ensemble del genere

Anche qui per capire il valore dei musicisti portiamo un paio di esempi : nell’estate 2013 sono stati ospiti dei Negramaro a San Siro e all’Olimpico di Roma e nel 2014 hanno fatto il primo giro completo del mondo con tappe in Messico, California e Corea del Sud.

Una delle classiche eccellenze italiane purtroppo non abbastanza conosciute.

Osservando i loro strumenti sul palco la mente vola alla musica barocca, o più in generale classica. Ed in effetti la loro formazione è assolutamente classica. Però poi ti stupiscono con un arrangiamento duro, con un violoncello suonato a battuta, molto rock, con un violino che si fa manouche alla Stephane Grappelli per intenderci, con la storicamente bistrattata viola ad arrotondare il suono ed il flauto che vola infilando le sue note tra le corde degli altri strumenti con delicatezza ed un pizzico di irriverente civetteria.

Il risultato è semplicemente sublime.

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