CIE ACCRORAP la nuova frontiera dell’Hip Hop

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in collaborazione con Ivan Marcotti

Il Teatro Ponchielli di Cremona ospita “The Roots” creazione della Compagnia CIE Accrorap fondata nel 1989 e diretta da Kader Attou ( direttore del Centre Choregraphique National de la Rochelle ) dove nasce l’idea, splendidamente realizzata, di portare in scena 11  ballerini che, individualmente, realizzano performance degne di continue acclamazioni del pubblico presente, reagente ed agente alle loro acrobazie ed in alcuni casi anche ai siparietti ironici.

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Kader Attou , di origine francese, nel 2008 diventa il primo coreografo di danza Hip Hop, Direttore di un Centro Nazionale Coreografico stabile. Nel 2013, Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere, e nel 2015 Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore .

Lo spettatore, si immerge in un mondo di stili e contaminazioni di Danza con la D maiuscola, perché di questo si tratta .

Una Danza che vede entrare in scena stili differenti come il Tip Tap, assorbito dalla maestria del ballerini di Breakdance in una commistione particolare .

Infatti la BreakDance si svolgeva nelle strade, dove il ballerino sfidava gli avversari eseguendo acrobazie e movimenti meccanici .

Una contaminazione quindi che vede in alternanza il ballerino di Tip Tap ed i ballerini di Breakdance sfidarsi in performance che tentano di far valere uno stile a discapito dell’altro ma il risultato è che assistiamo alla trasformazione del danzatore di Tip Tap che si vede sopraffatto dai molteplici danzatori di BreakDance trasformandosi, al termine del quadro, come uno di loro .

Lo spettacolo è composto da diversi e molteplici quadri di coreografie continue, incalzanti e provocanti da portare lo spettatore sino alla fine in un sol respiro.

Il respiro che viene utilizzato anche in un quadro dove la forma del Tai Chi ne segna l’inizio e dove tutti gli interpreti, attraverso l’incalzante musica, riescono a trasformare in una performance di differente stile

Lo spettatore segue perciò il respiro degli interpreti che, in un quadro scenograficamente composto come fosse una sala da pranzo con sedie, tavoli, lumi, e poltrone senza gambe, scandivano con un tavolino che nascondeva un tappeto elastico attraverso una musica evocatrice, continue evoluzioni con sospesi in aria .

Lo spettatore segue perciò il respiro degli interpreti che, in un quadro scenograficamente composto come fosse una sala da pranzo con sedie, tavoli, lumi, e poltrone senza gambe, scandivano con un tavolino che nascondeva un tappeto elastico attraverso una musica evocatrice, continue evoluzioni con sospesi in aria .

Un volo con sospensioni e scivolate che accompagnano la rappresentazione, evoluzioni che denotano una preparazione atletica particolare, “ginnica” paragonabile ad alcuni spettacoli dei Kataklò ma con ingredienti unici che prendono il nome di, Breakdance ,Hip Hop e Danza Contemporanea con alcuni riferimenti, soprattutto nei movimenti delle mani alla antica danza indiana dello stile Kathak.

Al termine dello spettacolo senza alcun preavviso tutti i danzatori superano il proscenio e cadono “in piedi “ dinnanzi alla platea, con alcuni spettatori acclamanti, che si avvicinano agli interpreti per raccogliere una stretta di mano ed un abbraccio .

Un plauso particolare al coreografo Kader Attou che ha saputo integrare 11 danzatori, ognuno dei quali con ricchezze ed individualità uniche e che insieme esplodono in una generosa danza aperta a nuovi cammini trasformando tutto quello che incontra in un unico linguaggio creando legami e dialoghi nella differenza interculturale.

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