“Ferro batte ferro”: presentato in anteprima il nuovo lavoro di Pino Roveredo sull’esperienza carceraria

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Pordenonelegge non è solo la festa del libro e possibilità di incontro con gli autori ma anche opportunità di riflessione sull’attualità e su un argomento raramente indagato come la condizione delle carceri. Ma anche sul potere di lettura e scrittura nel salvare una vita.

Opportunità colta da molti insegnanti che con le loro classi hanno gremito la sala consigliare del Palazzo della Provincia dove l’autore, Pino Roveredo, è stato intervistato e punzecchiato da Silvia Della Branca, direttrice del Carcere di Tolmezzo.

FERRO BATTE FERRO

E’ l’ultimo libro di Roveredo, è uscito poche settimane fa.

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Nel libro si racconta l’aspetto emozionale legato al carcere ma anche l’aspetto sociale attuale che hanno le carceri del Friuli Venezia Giulia e non solo.

Roveredo, scrittore affermato è anche Garante dei detenuti Fvg o meglio “garante per le persone private della libertà personale”: s’intende chi entra nelle carceri per capire, parlando con i detenuti, cosa si può fare per migliorarne le condizioni. E non è uno di quei compiti da svolgersi al riparo di una scrivania e dietro lo schermo di un pc. E nemmeno un ruolo per cui è sufficiente il pelo sullo stomaco.

 “IL CARCERE ORA E’ UN’ISTITUZIONE ILLEGALE”

Questa frase è il sottotitolo del libro e Roveredo spiega bene il perché: le carceri producono il 70% di recidive di reato poiché non esiste un interesse politico nella rieducazione dei detenuti.

Sottotitolo forte e forte provocazione; è stato quindi chiesto il perché di questa scelta all’editore, presente alla conferenza stampa.

Editore che ha voluto fortemente questo libro, tra autobiografia testimonianza e racconto, proprio per portare al pubblico la parabola di Roveredo stesso

Roveredo è stato infatti a sua volta un detenuto, parecchi decenni fa, dopo una serata brava giovanile. E della sua esperienza oggi dice:

 Al mio lontano periodo di carcere non devo nemmeno mezzo passo di vita in avanti, semmai ha aumentato le mie capriole e la mia salita

IL TEMPO CHE NON PASSA MAI

Pino Roveredo ha poi sottolineato l’importante del fare qualcosa per i detenuti rinchiusi per cui il tempo non passa mai portando i rinchiusi a pensare e rimuginare

Quando entri dai la vita e ti danno in cambio un orologio senza lancette

LETTURA E SCRITTURA. Laboratori e due nuovi giornali

La lettura e la scrittura hanno salvato Roveredo da un’esperienza che avrebbe potuto condizionare tutta la sua vita: due importanti letture lo hanno accompagnato durante il periodo di carcere: “Cronache di poveri amanti” e “Se questo è un uomo”.

La stessa Della Branca ha sottolineato l’importanza della cultura come veicolo rilevante di recupero

Da queste letture comunque si è sviluppato tutto il suo impegno fino ad oggi: dalle lettere che scriveva per gli altri detenuti (per familiari e fidanzate o per magistrati, ndr) in cambio di sigarette alle esperienze letterarie, teatrali e così via

Fino ad arrivare ai corsi di scrittura parlata tramite i quali ci si racconta e ascolta e in cui le parole sono fondamentali, soprattutto il trovare parole nuove.

Roveredo ha anticipato anche in conferenza stampa l’uscita dal mese prossimo di due giornali con redazioni costituite da detenuti.

In ottobre, usciranno due giornali con articoli scritti da loro: “L’aquilone”, a Tolmezzo, e “Via Nizza 26”, a Trieste.

Perché via Nizza? E’ un indirizzo – pseudonimo: alle poste di Trieste lo sanno tutti, le lettere per via Nizza vanno portate in carcere, un modo per schermare la privacy di chi abita lì.

Un buon metodo per far esprimere i detenuti e uscire dalla spirale di luoghi comuni su cui si basa la visione dell’opinione pubblica

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1 commento

  1. In merito alla notizia riguardante l’iniziativa (unica in Italia) di una pubblicazione periodica di un migliaio di copie dal titolo “L’Aquilone” curata da detenuti in regime di alta sorveglianza, desidero cogliere l’occasione per fare presente che, sempre in tema di detenuti sottoposti a misure restrittive, la Corte Costituzionale ha riconosciuto in data 8 febbraio 2017 la piena costituzionalità dei provvedimenti di regolamento carcerario che prevedono la proibizione della lettura nelle sezioni in 41 bis: tali provvedimenti, in seguito a una circolare del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del 2011, vietano ai detenuti di ricevere dall’esterno libri e riviste periodiche tramite posta e colloqui.
    I provvedimenti che impediscono l’invio per posta di libri riviste non hanno alcun nesso reale con le esigenze di sicurezza di un carcere e sono invece puramente afflittive della condizione delle persone in 41 bis.
    Questo succede anche nel carcere di Tolmezzo, lo stesso Pino Roveredo ha ricevuto nell’aprile 2016 una raccomandata di accompagnamento a pacchetti di libri inviati alla sezione 41 bis di quel carcere, alla quale non ha risposto.
    Un tanto per informazione e conoscenza.
    Cordiali saluti

    F.S.
    Udine

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