For the love of Spock, un uomo al di là del mito

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For the love of Spock © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine
For the love of Spock © Fabrizio Caperchi Photography / La Nouvelle Vague Magazine

Presentato in anteprima italiana al Trieste Science+Fiction Festival il film documentario “For the love of Spock” di Adam Nimoy, figlio di Leonard Nimoy, l’ormai leggendario volto del personaggio di Spock in Star Trek.

L’occasione era ghiotta, i cinquant’anni dalla messa in onda della prima puntata della prima stagione della serie. Per celebrarla al meglio è stato presentato al Trieste Science+Fiction 2016 For the Love of Spock che racconta la vita di Spock e di Leonard Nimoy, l’attore che gli ha prestato il volto per cinquant’anni.

A presentare il film il suo autore Adam Nimoy, figlio di Leonard, e Terry Farrell, l’amatissima Jadzia Dax di Star Trek.

Mio padre era un uomo del Rinascimento. E’ stato un poeta, un regista, un fotografo, un attore e costruiva anche mobili.

Queste le parole, piene di ammirazione, scelte da Adam nell’apertura dell’incontro con i fan.

Spock
Leonard Nimoy è Spock in Star Trek

Immaginate un uomo che, di umili origini e figlio di immigrati ebrei di lingua yiddish provenienti dall’Ucraina, partì da Boston alla volta di Los Angeles perché la sua vera ed unica vocazione era quella di fare l’attore. Ovviamente non tutto fu semplice ed all’inizio si arrangiò con mille lavoretti per sopravvivere fino alla chiamata per recitare nel ruolo di Spock nel numero pilota della serie.

Nel frattempo dalla moglie Sandra Zober ebbe due figli Julie e Adam.

Lasciamo momentaneamente Adam e Leonard ed andiamo alle parole di Terry Farrell.

Ci si presentava agli Studios alle quattro del mattino per il trucco, alle sette cominciavano le prove, dopo 10/12 ore si tornava a casa, il tempo di togliersi il trucco, mangiare, studiare la parte per il giorno successivo, dormire un attimo e si ricominciava. Questo sei giorni su sette.

L’assenza

Ecco, da una vita così, si capisce che ad un attore impegnato come Leonard, presente come protagonista in tutti gli episodi della serie ed in tutti i film, di tempo da dedicare alla famiglia ne rimaneva poco.

Questa assenza ha generato grandi tensioni soprattutto tra padre e figlio che si protrarranno quasi per tutta la vita.

Solo verso la fine della sua vita ha messo al centro di tutto la famiglia, ed è diventato una sorta di Don Corleone della famiglia

Il film documentario è intriso di queste continue tensioni : da una parte l’ammirazione per l’artista, dall’altra la rabbia verso un padre assente benché amorevole e rispettoso della famiglia.

Ma i drammi non finiscono qui perché purtroppo il magico mondo della cellulosa, e dello spettacolo in genere, ha dei nemici subdoli ed ammalianti come l’alcool. A farne le spese sono stati sia Leonard che il figlio e questo non poteva certamente giovare al loro rapporto.

E’ servito un nuovo matrimonio, quello con l’attrice Susan Bay, dopo la scomparsa della prima moglie Sandra Zober, per riportare Leonard sulla retta via ed a consentire anche ad un miglioramento della sua vita familiare.

Alla fine …

Dopo tanti tentativi per essere diverso da lui, ho capito che volevo essere come lui.

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