Ha concluso ieri al Forum di Milano il tour europeo Hans Zimmer, istrionico musicista, premio Oscar per la colonna sonora de “Il  Re Leone”, una fila interminabile di nomination, di premi per un’altrettanta fila interminabile di colonne sonore da lui firmate dal 1988 (Rain Man), a oggi (attualmente in tv con “Genius” e presto al cinema con l’ultimo lavoro di Christopher Nolan “Dunkirk”).

Per la prima volta in Italia, di fronte a migliaia di persone, di cui molti giovani (nonostante i prezzi dei biglietti non propriamente popolari), ha eseguito con la sua poliedrica band quasi tutta al femminile, supportata da un’orchestra e un coro italiano, una piccolissima parte del suo vasto repertorio.

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A differenza di Ennio Morricone che in concerto propone i brani più conosciuti, Zimmer, sessant’anni a settembre nativo di Francoforte, realizza dei medley per le colonne sonore più conosciuti dividendo lo spettacolo in due parti.

La prima è quella più easy, più facile, energetica, un crescendo che inizia con “Driving” (A Spasso con Daisy) “Discombobolate” (Sherlock Holmes) per introdurre personalmente (parlerà tantissimo durante lo show) in italiano un medley de “Il Gladiatore” che gli valse una nomination agli Oscar.

Czarina Russel

Per il Gladiatore sul palco i vocalizzi della bellissima Czarina Russel . Passa poi ad presentare “Il codice da Vinci” per il quale racconta di essersi ispirato alla maestosità antica del Louvre in contrasto con la modernità della Piramide di cristallo posta di fronte ad esso .

La platea accoglie con un boato il noto urlo iniziale de “Il re Leone”. La voce e il volto sono quelli di Lebo M, originario di Soweto. Dirà Zimmer “Il Re Leone è in scena da anni, e questo pezzo lo interpretano tanti bravi cantanti, ma questa sera voi lo avete sentito dall’originale e unico Re Leone”.

Il crescendo continua con “Pirati ai Caraibi”, praticamente fischiettata da tutti. Al centro del palco Tina Guo una bellissima musicista cinese al violoncello elettrico (uno strumento bianco che pale una scopa elettrica che trascina ogni volta che si sposta). Uno spettacolo per gli occhi e le orecchie, intensa, un tutt’uno con il suo strumento.

La seconda parte del concerto è più cupa. Se la prima era un crescendo di energia, qui è un crescendo di ipnotismo, di un certo tipo di musica elettronica che, del resto, è il suo bagaglio iniziale di musicista tedesco fine anni ‘70 (ehm…Zimmer ha un passato con gli Ultravox, con i Buggles di “Video Killed the Radio Star” ma…addirittura, come componente degli italianissimi “Krisma”, nonché turnista di Claudio Baglioni nell’album “La vita è adesso”).

Si concede un momento al pianoforte da solo con uno stralcio della sua prima colonna sonora “Rain Man” per poi proseguire con un medley di supereroi, da “L’uomo d’acciaio” a “Amazing Spiderman” fino all’ultimo “Wonder Woman”.

Sul palco schierate tutte le sue donne (giovanissime e bellissime) tra cui due eclettiche violiniste, due energiche percussioniste, una contrabbassista con cui lavora da anni (la più anziana del gruppo), una bassista…e dice

“per i supereroi ho voluto schierare davanti tutte le mie wonder women”.

Prosegue con l’ipnotica (e tediosa) “La sottile linea rossa” per poi iniziare la parte finale tutta dedicata ai lavori effettuati per i film di Christopher Nolan, cupi e ipnotici.

Si commuove ricordando la sua avventura con Nolan iniziata con Batman Begins, film che non prevedeva seguito.

Ricorda quando Nolan gli parlò del secondo Batman il Cavaliere Oscuro in cui gli descrisse perfettamente il personaggio di Joker e gli rivelò che l’attore perfetto era Heath Ledger. Si commuove ricordandolo e la platea gli tributa un lungo applauso. Continua con “Interstellar” e, nei bis con “Inception”.

Un trionfo che lui “Genius” accoglie commosso.

Concerto strepitoso. Forse avrebbe dovuto spettacolarizzarlo un po’ di più (scarsi i contributi scenici, pochi riferimenti visivi ai film), ma la sua musica riempie due ore e passa di uno spettacolo unico.

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