I cantici danteschi del Festival di Sanremo

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Abbiamo volutamente aspettato oggi per parlare di Festival di Sanremo. Dal momento che è sempre il Festival della Canzone, volevamo sentire almeno le 22 canzoni dei Big per poter parlare di questo sempre più inutile carrozzone.

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Inutile per la musica, meno per sponsor, starlette, ospiti che godono di una platea televisiva che sta registrando ascolti inaspettatamente altissimi – come ha detto Crozza

 la prima puntata del festival è stata seguita da oltre il 50% degli spettatori televisivi, gli altri hanno passato una bella serata

Giocando un po’ con la Divina Commedia, mettendo le canzoni nei cantici danteschi, partiamo al contrario, giusto per essere positivi.

Il paradiso, chi ci è piaciuto

Su tutti Michele Bravi. Si il “tesorino” (come lo chiamava Morgan) vincitore di una delle passate edizioni di X Factor è candidato alla vittoria. La sua “Diario degli Errori”, per testo, per musica, per interpretazione (delicatissima, dolcissima, pulita, ferma) è la canzone dal piglio più internazionale.

In quest’ottica, visto che il vincitore sarà poi destinato a rappresentare l’Italia all’Eurofestival, Bravi sarebbe sicuramente il più adatto. E sta mettendo d’accordo soprattutto gli addetti ai lavori, i tecnici, quelli che vivono davvero di musica. Fatto piuttosto raro, soprattutto per un nome che ancora deve sbocciare.

Ci è piaciuto Ermal Meta. In “Vietato Morire” racconta la testimonianza di un ragazzino che vive la violenza familiare. Il video è ancora più esplicativo. Una canzone forte, un testo che tratta un tema sempre più tristemente attuale sulla violenza domestica.

Ci è piaciuta la canzone di Masini (attenzione, la canzone). “Spostato di un secondo”, scritto da un buon autore qual è Zibba, è un rap sulla fatalità, sulle sliding door che al primo ascolto lo avremmo immaginato cantato da altri. In ogni caso, un plauso a Marco Masini che a 52 anni tiene il passo con i tempi (musicali).

Ci sta piacendo, si perché il passaggio sul palco ha reso poco ma riascoltarla su supporto rende di più, il brano di Samuel “Vedrai”. Non aggiunge nulla allo stile che caratterizza da anni lui e i Subsonica, un pop elettronico ipnotico di grande effetto che ha prodotto successi come “Tutti i miei sbagli” (presentata sul palco dell’Ariston nel 2000), ma è efficace (su disco). Poteva fare di meglio visto i precedenti, ma va bene così. Sarà sicuramente tra le più trasmesse nelle prossime settimane.

In purgatorio chi ci ha lasciato indifferente

Fiorella Mannoia. Ripete da anni sé stessa. Per non sbagliare ovvio. Ma questa volta non ha dietro Fossati, Ruggeri o De Gregori. A distanza di anni dal suo ultimo Festival di Sanremo, propone “Che sia benedetta”. Niente di nuovo. Ma va bene così.

Chiara cerca ancora una propria dimensione artistica con “Nessun posto è casa mia”. Gioca a fare Adele.
Paola Turci (vedi Mannoia) con “Fatti bella per te”
Michele Zarrillo (vedi Mannoia e Turci) con “Mani nelle mani”
Fabrizio Moro (vedi Mannoia, Turci e Zarrillo) con “Portami via”
Gigi d’Alessio (vedi Mannoia, Turci, Zarrillo e Moro) con “Prima stella”
Ron (vedi Mannoia, Turci, Zarrillo, Moro, D’Alessio) con “L’ottava meraviglia” (ma c’è già stato qualcun altro che ha cantato il più grande spettacolo dopo il big bang….)

E in purgatorio anche due giovani (i sopra citati sono veterani del festival, anche se mancavano da un po’).

Alessio Bernabei sarà tra i più trasmessi con “Nel mezzo di un applauso” così come sarà trasmesso anche Francesco Gabbani con la divertente “Occidentali’s Karma”. Divertente ma nulla di più. L’unico che in scena almeno ha tentato di fare un po’ di spettacolo. Si fa notare per questo visto che è l’unico a farlo in questa edizione, ma ricordiamo che sul palco del Festival di Sanremo spettacoli stravaganti se ne sono visti a iosa.

Tutti i citati nel girone in pratica sono uguali a sé stessi. Per questo ci hanno lasciato indifferenti.

E si arriva all’inferno in ordine di apparizione

Giusy Ferreri è inascoltabile. Una canzone brutta “Fatalmente male”;
Elodie ha voce, fisico, immagine. Ma anche lei canta una canzone brutta “Tutta colpa mia”. Peccato.
Lodovica Comello. Aiuto!!!!! Sarà anche la più seguita sui social, ma che studi canto. Non ha azzeccato una nota ne “Il cielo non mi basta”

Al Bano. Qui la questione è puramente umana. La canzone è quello che è. Del resto non si può chiedere ad Al Bano di cambiare stile a 70 anni.
Ma perché presentarsi al Festival se non stai bene? Artisticamente e umanamente è triste. Dopo l’infarto avrebbe fatto meglio a rinunciare. Come uomo e come artista.

Per rispettare soprattutto se stesso e la sua vita. E il pubblico in sala è crudele. Pur sapendo quello che gli è accaduto non gli tributa una standing ovation. Per l’esibizione non la meritava certo, per ciò che rappresenta forse si.

Clementino insiste con Sanremo. Non è il suo posto. Parafrasando la sua canzone, Ragazzo Fuori!

Bianca Atzei. Accidenti. Neanche Nilla Pizzi avrebbe cantato una canzone così. Il bianco e nero non è solo nel vestito con cui si è presentata ma anche in “Esisti solo tu”.
Un’altra che insiste. Basta!

Nesli e Alice Paba e Raige e Giulia Luzi. Ragazzi, non scherziamo. I duetti sono altra cosa. O fate George Michael e Aretha Franklin (I knew you we’re waiting..) o state a casa. Non ci siamo. Né con “Do retta a te” né con “Togliamoci la voglia”.

Sergio Sylvestre. Il più deludente. Ci aspettavamo una grande canzone adatta alla sua voce al suo fisico e alla sua età. “Con Te” non lo è.

Esaurite le canzoni (le nuove proposte le riserviamo a domani quando avranno cantato tutti).

Due parole sullo show

Uno show dove Conti fa Conti e Maria fa Maria.
Non si influenzano a vicenda. Sono del mestiere e non si parlano sopra. Non urlano, sono dei padroni di casa perfetti, sobri, eleganti.

Maria ha degli abiti bellissimi. Pur essendo da Gran Sera, sono portabili da qualsiasi donna. Finalmente!

Lo show ha il grande difetto di essere troppo frammentato risultando lento. Non proprio noioso, ma lento tra ospiti canori, eroi di tutti i giorni, valletti belli e famosi (impacciato Bova, gigione Totti).

La scenografia…è sempre una sfida per gli scenografi rendere grande televisivamente un palco che è poco più di un fazzoletto. Quest’anno giocano sulle luci blu e bianche che più che la luce della risonanza magnetica (come ha detto Crozza), a noi ricordano più le luci blu e bianche di “Alegria” di Cirque di Soleil.

Di seguito la playlist con le canzoni che abbiamo sentito fino ad oggi al Festival di Sanremo
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