Dal 12 al 17 aprile è in scena al Teatro Sala Uno di Roma Plouf! Scritto e diretto da Mitridate Minovi, che ne cura anche la regia. Lo spettacolo vede sul palco Daniele Amendola, Beatrice Fedi, Daniel Terranegra.

Casper ama Penelope. Penelope non ama Harry. Harry ama Penelope e Harry, ma sospetta che non lo ami nessuno. Potrebbe sembrare l’ennesima storia d’amore contemporanea. Dopo tutte le storie d’amore che ci precedono, cosa ci sarà, poi, da aggiungere?

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Ce ne parla il regista  Mitridate Minovi.

Plouf! Un titolo che ricorda un suono onomatopeico. Come mai ha intitolato in questo modo il suo testo? Cosa ha a che fare con la storia che ci racconta?

Plouf, il suono di un tonfo in acqua, simboleggia le goffe ambizioni amorose e non,del nostro protagonista. Un suono allo stesso buffo e triste, esattamente come lo spettacolo.

Lo spettacolo mescola il fumetto al musical e al teen movie. In scena ci sarà un’arpa e la prosa. Coma ha realizzato questo connubio di arti?

Penso che da anni molte arti, teatro, danza e arte contemporanea, si ispirano principalmente a loro stessi, rifacendosi ad opere simili fino alla sterilità assoluta. Deve pur esistere uno stile leggero ma non volgare, che purtroppo da spettatore non trovo. Il lato fumetto si vede nei quadretti che scandiscono le scene, l’arpa perché la musica registrata mi suona molto artificiale, e parlo di teen movie perché sono opere semplici che ognuno può capire, visto che adolescenti lo siamo stati tutti.

Una storia d’amore, in cosa si differenzia dalle altre che il teatro ci racconta?

Non vorrei compararmi con altre opere, posso solo dire che la storia viene vista dalla prospettiva che si ha da adulti pensando alle nostre fantasie d’amore giovanili. Avete presente quella sensazione che si ha quando si pensa alle nostre figuracce giovanili? Ecco, quelle.

Da diversi anni vive tra Berlino, Roma e Parigi. Quanto è diversa la situazione teatrale italiana rispetto alla Francia e alla Germania?

Anche a questa preferirei non rispondere direttamente, visto che criticare la situazione nazionale é quasi uno sport ormai. Sicuramente un discorso complesso, legato ad una mancanza di spirito d’iniziativa e di curiosità personale.

 

Per questo Articolo le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa dell’artista/spettacolo. Si declinano per tanto ogni responsabilità relative ai crediti e diritti.

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