Conciliare illusionismo, giochi di prestigio, magia con il  “mestiere” del Teatro non è semplice, soprattutto quando si è soli in scena, accompagnati solo da una scenografia essenziale e da una colonna sonora base, che non cita e non sovrasta.

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È li che emerge la bravura, il carisma, il talento di un Artista. La riuscita o meno sta nella potenza del Singolo, nell’energia che si gestisce, nella comunicazione attraverso, il gesto, l’azione e la parola nel qui ed ora.

(Foto di Marco Barretta)

Francesco Micheloni, seppur nella sua giovinezza e freschezza ci riesce, proponendo uno spettacolo semplice nella sua costruzione, totalmente destrutturato, senza artifici o sofismi. Francesco Micheloni punta tutto sul corpo, sullo sguardo magnetico, sulla centratura del fisico e sull’uso fluido del movimento, e sull’eleganza innata delle sue mani.

Esattamente come un pianista,  L’artista usa le sue estremità, per incantare, ipnotizzare, trasmettere.

Paradossalmente i Giochi di magia, la narrativa stessa, passano in secondo piano, è tutto questione di  atmosfere, create con soffice poesia,  sfumate ad arte come un acquarello sul foglio bianco e modulate con la stessa morbidezza con cui si danza, in cui la tecnica c’è ma non si vede.

La sensazione che ti lascia Narrativa Magica, in scena fino al 13 dicembre al Teatro Millelire di Roma,  è quella di una carezza dolce, elegante, discreta, non invasiva. Il tocco della seta sulla pelle,  il mistero di un sasso che rimbalza sulla superficie dell’acqua.

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