Odissea mediterranea, rapsodia in 10 movimenti

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Odissea mediterranea, rapsodia in 10 movimenti. Sensi coinvolti. Fascino e poesia contemplati in silenzio

Voci, solo voci. Suggestioni e immagini vengono a galla, non si possono trattenere. Lo sfogo dell’intelletto è sogno, si chiudono gli occhi e si immagina la vita marina. Terre, città e paesi, racconti in poesia, fra mescolanza di usanze, costumi e colori intorno al Mediterraneo.

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Il Maxxi è sempre una cornice particolare che merita di essere raccontata, soprattutto l’estate, quando l’ampio spazio all’aperto viene adibito per eventi ambiziosi e peculiari.

Mercoledì 17 settembre il secondo appuntamento, dopo Le Rose del Parnaso – Ode marittima del 23 luglio scorso. Sempre allo spazio YAP Maxxi 2014 (Young Architects Program), la via percorsa è stata quella del sogno con Odissea mediterranea, rapsodia in 10 movimenti.

Onirico ancora. Voce. Solo voci all’aperto. Gorgheggi di canto e accompagnamento musicale e ali dorate hanno spiccato il volo.

Con la ritmica è venuta voglia, quasi, di saltellare. Il lavoro con la voce è magistrale e l’insieme è suono. Ma sono altre letture. Poesie.

Suggestioni e immagini vengono a galla, inutile il tentativo di trattenerle. Sfogo dell’intelletto, si chiudono gli occhi e si immagina la vita marina.

Poesia. Legata al filo musicale che naviga nell’aria è unisono con il timbro vocale.

Cosimo Cinieri, eccezionale nella sua performance, legge grandi poeti che appartengono all’area mediterranea, provenienti da 21 paesi che si affacciano sul grande mare.

L’inizio sono le parole bibliche di Giobbe, segue l’Ulisse di Dante. Lorca, Penna, Alberti e Machado entrano in scena. La preghiera di Giona che naufraga dalla balena è impeto.

Terre. Paesi. Città. Tindari (Quasimodo), la Spaziani è descrizione di un bordello e di un mercato.

L’algerino Camus, l’egiziano Hafez Ibrahim per approdare in Albania con Gezim Hajdari e Abu’l-Qasim Ash-Shabbi.

Dalla Grecia arrivano Tlìtis (Odissea) e Michalis Pierìs. Dal Marocco la presenza di Tahar Ben Jelloun, poi Raffaele Carrieri e il Premio Nobel Georgos Seferis.

Dalla Francia Paul Valery e riconoscendo Kavafis con la sua Itaca l’emozione è forte.

Predrag Matvejevic’ dalla Croazia riporta al mare e da Malta conosciamo Oliver Friggeri.

E poi ancora la Giordania con Islam Samhan e il Libano con Joumana Haddad.

Darwish dalla Palestina con il suo grido poetico è altro tocco al cuore. Meir Wieseltier (Israele), Manuel Vicent (Spagna), Ungaretti, Erri De Luca, Hikmet (Turchia) e Adonis (Siria) gli altri intensi e vibranti poeti.

E’ mare. Un’altra volta. Quel filo logico che segue dalla prima tappa, crocevia di luoghi e costumi e Paesi. Algeri, Tindari, Marocco. E Napoli con la sua pizzica.

Un sapore di Oriente che si unisce all’Occidente e mediante la danza del ventre gli si da interpretazione.

Il fascino, così, induce a immaginare. Vento, persone, movimento e vite descritti nei versi.

La musica, sublime, è complemento.

L’insieme caratterizzante guida al pensiero di poter vivere in questi luoghi. A prenderci vita per rinascere.

La sensualità è passione. Il pubblico, silenzioso è assorto, in ascolto.

Messaggi tra le righe ai quali si possono dare interpretazioni varie.

Il senso che rimane dentro, dopo aver preso parte a questi eventi, è la personale interpretazione del viaggio. Di ciò che si tocca con l’anima, con gli occhi, di ciò che si ascolta. Acuta osservazione di diverse culture che si contaminano con pensieri di lotta e urlati attraverso la parola scritta.

A volte, anche il senso di solitudine va soppesato. …Imparare a stare con le mani in tasca

a stare con i propri pensieria essere feliciimparare con il semplice … tanto da prendersi per mano e ricominciare da noi stessi, con i ricordi del mare e di ciò che trasmette, per espandere il bello che unisce, con tutti i suoi misteri.

Un grazie a Cosimo Cinieri per la sua voce, a Clara Galante per il suo canto, a Maurizio Trippitelli (vibrafonono e percussioni e musiche originali), a Sasà Mendoza (fisarmonica e tastiere elettroniche), a Fabio Giovannoli (percussioni), a Salua (danza del velo, del ventre, della spada e ali di Iside) e a Irma Immacolata Palazzo (regia) per aver fatto vivere il momento intenso a tutti gli astanti.

Prossimo e terzo ultimo appuntamento con l’edizione Le Rose del Parnaso – Canzone, da Petrarca al Rap, è per il 27 settembre. Dalle 17:00 presso la caffetteria Maxxi, tra poesia colta e popolare una vastità di poeti per essere coinvolti in dibattiti, letture, video, interventi e performance. Si arriverà, così, alle 21:00 per dare inizio a Canzone e esserne di nuovo rapiti. Sia dall’infinito e sia dall’inaspettato messo in scena.

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