Il Teatro nazionale croato Ivan Zajc è una struttura che comprende ben sei percorsi artistici: il Dramma croato con sei prime in programma nella nuova stagione 2016/ 2017, l’Opera con quattro nuove produzioni, il Balletto con due nuovi titoli da proporre accanto alle riprese, il Dramma italiano con sei nuove produzioni, un programma di concerti sinfonici e uno di concerti da camera.

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Tra questi ultimi ci sarà quest’anno anche un evento realizzato in collaborazione con l‘Associazione Amici della Lirica Giulio Viozzi di Trieste che porterà sullo storico palcoscenico fiumano l’omaggio a Joyce Voglio e non vorrei con il quale è stata inaugurata la XX settimana di studi joyceani a Trieste.

FiumeIl Dramma italiano presenterà invece coproduzioni con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e con La Contrada-Teatro Stabile di Trieste. Sono diversi i percorsi che consolidano e creano legami tra Fiume e Trieste; il più recente, avviato nella scorsa stagione, ha attirato l’attenzione dei melomani triestini verso alcune produzioni operistiche particolarmente interessanti, tra le quali spicca un felicissimo allestimento del Giulio Cesare in Egitto di Händel che quest’anno verrà riproposto nel corso della stagione tra le riprese.

Il teatro di Fiume, struttura storica nella quale sono risuonate anche le voci di Gigli e Caruso, è dal punto di vista operistico una realtà in rapida evoluzione, sensibile alla valorizzazione della tradizione e del potenziale locale, ma al tempo stesso attenta alle tendenze del panorama musicale europeo.

L’ottima compagnia stabile di solisti viene integrata da solisti di fama, come l’astro nascente Diana Haller che dopo il grande successo ottenuto nel citato capolavoro händeliano ritornerà quest’anno con un recital solistico nell’ambito della stagione concertistica. L’orchestra del teatro ha dimostrato anche nella stagione passata di poter contare sulla versatilità di un maestro stabile di particolare talento, il giovane direttore finlandese Ville Matvejeff.

Sarà lui ad aprire il 3 ottobre la stagione con lo struggente Werther di Massenet, nella regia di Fabrizio Melano e con l’affermato tenore sloveno Aljaž Farasin nel ruolo del titolo. Il Werther, dramma tratto dal celebre romanzo di Goethe, manca dalle scene fiumane dal 1979, ma è trascorso addirittura mezzo secolo dall’ultima apparizione su questo palcoscenico dell’Otello verdiano, che ritornerà dal 30 gennaio in un allestimento firmato da Marin Blažević che non mancherà di sorprendere per il concetto che mette la voce, la fisicità e l’espressività dei cantanti (Luis Chapa e Anamarija Knego nei ruoli principali) al centro dell’azione, togliendo loro il supporto di qualsiasi elemento scenico.

In marzo l’amatissimo basso Giorgio Surian proporrà uno studio lirico sul Barbiere di Siviglia in un “dramma nell’opera” che nella contaminazione tra generi artistici diversi vuole avvicinarsi ad un pubblico più giovane e solitamente poco attirato dall’opera in senso tradizionale.

Ero s onoga svijeta (Ero dall’altro mondo) di Jakov Gotovac è invece un titolo fondamentale nella storia dell’opera croata, probabilmente l’opera più nota e più amata.

Sarà Lary Zappia, attivo a tutto campo nella prosa, nell’opera e nel musical, a firmare in giugno la regia di quest’opera che fa rivivere con una nota comica i momenti di vita rurale degli abitanti della Dalmatinska zagora, guidati dall’ingegnoso Ero. Nei cast delle opere in scena al teatro di Fiume sarà sempre possibile trovare i nomi di artisti che si sono formati al conservatorio di Trieste.

Farà da ponte tra il programma operistico e quello strettamente concertistico una versione da concerto del Faust di Gounod che il 16 novembre riunirà un cast d’eccezione (tra gli interpreti Carlo Colombara, Marjukka Tepponen, Lucio Gallo). Sarà in forma di concerto anche una rarità, ovvero l’opera Król Roger di Karol Szymanowski, proposta a fine maggio.

Il direttore Ville Matvejeff avrà un ruolo fondamentale nella stagione sinfonica che inizierà il 14 ottobre e si concluderà a maggio del prossimo anno e che proporrà una serie di concerti nei quali i grandi nomi del romanticismo e tardo romanticismo verranno abbinati ai nomi illustri della storia della musica croata come Boris Papandopulo (nei 110 anni dalla nascita), ma anche ai compositori emergenti.

Il gran finale sarà la Pasión Española, recital del mezzosoprano Diana Haller, fiumana che ha preso il largo affermandosi a livello internazionale, dal Metropolitan al Festival di Salisburgo.

Per informazioni sui viaggi musicali da Trieste per Fiume:
Associazione triestina Amici della Lirica Giulio Viozzi
Via G. Mazzini, 26 – Trieste
info@amiciliricaviozzi.it
http://www.amiciliricaviozzi.it/
e oscar.cecchi@radioattivita.com

Questo è un comunicato stampa, per tanto le immagini sono fornite dall’Ufficio Stampa dell’artista/manifestazione. Si declina ogni responsabilità riferibile ai crediti e riconoscimento dei relativi diritti.

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