TACT 2016 : Antoine Innocente ci racconta il suo CLOWNESSI

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C.U.T. Centro Universitario Teatrale di Trieste

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(Trieste – Italia)

Il C.U.T. di Trieste e un’associazione studentesca nata nel 1987. Quest’anno il CUT ha scelto di collaborare con il regista Antoine Innocente e di immergersi nell’esperienza di un teatro d’arte fondato sulla bellezza e sull’essere clown.

“Clownessi”

Regia di Antoine Innocente | durata: 60’

I Clown senza spettacolo, perchè loro dello spettacolo non sanno cosa farsene! A loro importa vivere, essere e presentessere dove capita; anche nel posto improbabile nel momento opportuno che avviene, o nel sogno… dello stesso sogno. Clownessi, polvere di vita creativa nell’intercapedine surreale di stare ed essere insieme, riflessi di un ordine sconfuso, tanta luce dopo il buio, dove… ci siamo. Eterni turisti, tesori nascosti che si rivelano all’improvviso come amore. Tutto e possibile, incoscienti reinventano un naso rosso.

Ma prima di vedere l’intervista ecco cosa Antoine racconta di se stesso:

Antoine Rebailò Innocente, nasco a Salice Salentino un paese in provincia di Lecce, all’anagrafe Antonio, ma Antoine mi da un certo tono. Era il nulla quando a 19 anni non ero ancora nato, che cominciai “ancora” a non fare teatro; ma da li a poco il teatro cominciò a farsi me. Mi mise incinto e dopo una gestazione tratteggiata un po’, ma fulminea, partorì in una iscrizione ad una scuola di teatro fisico ed acrobatico, a Lecce, dove Grotowsky era presente in ogni particella della sala, e mi piaceva anche molto. Dopo andai a Milano, ove non mi presero all’accademia di arte drammatica “Paolo Grassi” ed ancora oggi li ringrazio per l’esclusione, perché conservo uno dei più bei ricordi esilaranti e di esclusione appunto! Ma a Milano i miei studi proseguirono lo stesso, incontrando il Signor Stanislavskij che mi consegnò una iscrizione biennale in una scuola di recitazione (in via Abruzzi zona corvetto) con la quale eravamo in continua video-collaborazione con l’Actors studio di New York, più, mi consegnò due libri che mi si inzupparono subito d’acqua, quella sera stessa, di ritorno dall’osteria Verdi, dove col Signor Stanislavskij avevamo intrattenuto un lavoro su noi stessi e sui personaggi presenti; ed un acquazzone mi colse.
Dopo tanti scrosci d’acqua e salutando i Signori Stanislavskij, Verdi e quel giorno c’era pure una signora ignota che sparì dopo un occhiolino che mi fece, lasciandomi del rossetto blu sul naso, mi trasferisco a Bologna, da dove partono tutti i miei viaggi Clowneschi, ovvero sullo studio del “teatro comico” e del Clown. Un Clown inteso come un agricoltore dell’anima-le.
Mi dico Grato ai miei maestri, fra i quali Jean Meningue, Enrique Pardo, Andrè Casaca, Jango Edwards, Sandra Cavallini, Vladimir Olshansky e tanti altri pur non identificandomi in nessuno dei loro stili, perché il proprio è una straordinaria scoperta.

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