A 10 anni dalla scomparsa Roma non ti dimentica. Nel ricordo di Alberto Sordi.

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Alberto Sordi è apparso all’improvviso con la sua solita risata e voce inconfondibile come a voler sottolineare lo scherzo fatto dieci anni prima, una visione momentanea che ha risuonato tra i viali di Villa Borghese dove per un istante si è avuta la percezione fisica della sua presenza.

Un ritorno e un saluto riverente alla sua città diffuso attraverso gli altoparlanti che hanno trasmesso parole e alcuni frammenti degli sketch più noti.

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Gente di ogni età e non solo romani, sopraggiunti per l’occasione o di passaggio, che si sono raccolti in silenzio intorno gli altoparlanti con sguardi e volti fissi, tra espressioni e sorrisi nostalgici, uniti nel ricordo del grande attore come fosse presente su quel palco.

Un’attesa, prima della cerimonia ufficiale, intrattenuta dalla banda della Polizia Municipale di Roma diretta dal M° Narduzzi che ha eseguito alcune delle indimenticabili colonne sonore dei film di Alberto Sordi, tra i più celebri: “Fumo di Londra”,  “Il presidente del Borgo Rosso” e “Polvere di stelle”.

Sono iniziate così le celebrazioni per i dieci anni dalla scomparsa di Alberto Sordi attore romano mai dimenticato. Una serie di iniziative messe a segno dal comune di Roma e dalla Fondazione Alberto Sordi che hanno reso omaggio intitolando in suo onore uno dei viali nei pressi della Casa del cinema, tra Largo Marcello Mastroianni e Anna Magnani.

«Un ricongiungimento insieme ai suoi amici » come lo ha definito la sorella Aurelia, a cui non sono mancate dimostrazioni di affetto, e giunta per l’occasione accompagnata dal Sindaco Gianni Alemanno e dall’Assessore alla Cultura Dino Gasperini, la quale ha donato con un «Grazie» lo stesso sorriso che apparteneva al fratello Alberto.

«Un omaggio ad un grande attore come Sordi, scomparso il 25 febbraio di dieci anni fa e un regalo alla città stessa, ha dichiarato il Sindaco Alemanno, Sordi ha qualcosa di più, non c’è nel mondo un attore che abbia vissuto con tanta empatia la propria città. E’ stato per tutti gli italiani lo specchio dei nostri difetti, delle nostre miserie ma ha anche rappresentato la nostra volontà di riscatto. Ha raccontato storie della gente comune e dei personaggi storici di Roma. Dobbiamo continuare a utilizzare questo specchio per essere migliori come romani e italiani. Mi auguro che il progetto che abbiamo insieme alla Fondazione di utilizzare il documentario Storia di un italiano, divenga materiale didattico da diffondere nelle scuole».

Visibilmente sentiti sono stati gli interventi delle autorità capitoline, del sindaco Alemanno e dell’Assessore alla cultura Gasperini, il quale ha ribadito, la ferma volontà di rendere omaggio al grande attore con varie manifestazioni in programma. «E’ un onore e un privilegio unico essere qui oggi che porterò con me per tutta la vita, ha aggiunto. Sono legato a Sordi da un amore particolare. Non è un caso quindi che si è deciso di iniziare le celebrazioni nel giorno del 14 febbraio con una mostra a lui dedicata al complesso del Vittoriano. Roma ancora cerca Sordi in se stessa e nei personaggi che lui ha creato, c’è una Roma che vive attraverso questi personaggi».

Parole brevi ma concise che hanno anticipato il momento ufficiale, in cui Aurelia Sordi, ha scoperto tra sorrisi e applausi, le due paline poste lungo il viale intitolate al fratello Alberto.

Momenti solenni e di felicità vissuti in maniera composta da parte dei presenti che l’hanno accompagnata in una breve camminata lungo il viale, fino al saluto conclusivo, con un liberatorio “Grande Albertone” rivolgendo ancora una volta un sentimento tangibile di affetto.

Da quanto è stato più volte espresso durante gli interventi, quella del 16 febbraio, non è stata una celebrazione all’insegna dello sgomento e delle lacrime ma una festa, nonostante il vuoto incolmabile, dove la figura di Sordi continua ad essere presente attraverso il ricordo e l’inestimabile patrimonio culturale che gli rende merito; con la fortuna da parte di una Nazione e di una città di avere avuto il privilegio di vedersi rappresentati da un attore rimasto eterno del calibro di Alberto Sordi.

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