Un nuovo, intenso spettacolo è in scena fino a domani pomeriggio alla Sala Generali del Teatro Rossetti di Trieste: ‘Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco”

Vincent Van Gogh – L’odore assordante del bianco è un testo di Stefano Massini, messo in scena nella regia di Alessandro Maggi e interpretato da Alessandro Preziosi (Van Gogh) e da Francesco Biscione (Dottor Peyron), Massimo Nicolini (Theo Van Gogh), Roberto Manzi (Dottor Vernon Lazàre), Alessio Genchi (Gustave, infermiere), Vincenzo Zampa (Roland, infermiere).

Le scene e i costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le musiche di Giacomo Vezzani, il disegno luci di Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta. Lo spettacolo è coprodotto da Khora.teatro, Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con il Festival dei due mondi di Spoleto.

- Advertisement -
ALESSANDRO PREZIOSI, UNO STRAZIANTE VAN GOGH
Peter Brown presenta Vincent Van Gogh al Politeama Rossetti - Foto di Fabrizio Caperchi
Peter Brown presenta Vincent Van Gogh al Politeama Rossetti – Foto di Fabrizio Caperchi

Alessandro Preziosi, dopo aver vestito i panni tra gli altri di Cyrano e del Don Giovanni dà un’ennesima prova di talento vestendo i panni dell’artista olandese che ha trascorso  un lungo periodo nell’ ospedale psichiatrico di Saint Paul de Manson.

Un Van Gogh riproposto con intensità nel periodo di massimo smarrimento e reso perfettamente dall’attore delineando con maestria il profilo complesso dell’artista olandese.

La sua interpretazione- anche se ha già regalato al pubblico personaggi forti e complessi- è forse la migliore ad oggi e conferma lo spazio teatrale come quello perfetto per l’attore

Gli artisti sono gli unici a poter rendere visibili i propri pensieri

L’ARTISTA DEI COLORI E IL DRAMMA DEL BIANCO

All’artista dai colori forti e dallo slancio comunicativo si contrappone il bianco della stanza manicomiale che si ripropone continuamente nello spettacolo come un mantra che rinforza l’incubo che lo agita.

Bianco ripreso anche nella scenografia minimale ma funzionale alla messinscena, garanzia e conferma dello stile del regista Stefano Massini.

Tre pareti immacolate e un piano in discesa formano la scena a simboleggiare la caduta infinita dell’artista nel baratro delle allucinazioni e della solitudine.

Questo e un disegno senza colori

IL RAPPORTO CON IL FRATELLO THEO

Fulcro dello spettacolo, oltre all’indagine psicologica sull’artista, il rapporto con il fratello Theo, interpretato da un ottimo Massimo Nicolini e di cui abbiamo testimonianza grazie alle lettere custodite dalla moglie Joanna, come ha raccontato lo studioso Peter Brown a un incontro di approfondimento sullo spettacolo).

Un rapporto di amore- odio che si snoda tra accuse, ricordi d’infanzia e la speranza, vana, che il fratello riesca ad esaudire il suo desiderio: uscire da quella stanza di ospedale

Ho preso quattro treni e un carretto per venire qui

Un uomo che spera di ritrovare suo fratello che ormai è vittima delle allucinazioni, dubitando di tutto e che arriverà a chiedere

Prometti, prometti che esisti davvero

IL TEMA DELICATO DELLA PSICOANALISI

Uno dei temi trattati nello spettacolo è anche la psicoanalisi, nell’incontro di Van Gogh con quello che dovrebbe essere il direttore del Carcere.

Colui che sembra l’unico a credergli, sempre e comunque, che cerca di trovare la chiave di interpretazione dei deliri dell’artista e che lo invita a raccontare la “sua” realtà attraverso i dipinti.

Vincent Van Gogh. L’odore assordante del bianco è un esperienza anche per il pubblico che è portato come il protagonista a dubitare di tutto e a chiedersi: “Cos’era reale e cosa no?”

“Chi sei? Quello che resta di me stesso. La mia ombra, non una luce”

Peter Brown presenta Vincent Van Gogh al Rossetti di Trieste – Foto di Fabrizio Caperchi

- Advertisement -

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.