Intervista ai protagonisti Andrea Alessio Cavarretta (curatore)Giovanni Palmieri (artista) Roberto Saterno (artista).

Il giovanissimo Teatrosophia, diretto da Guido Lomoro, è un salotto culturale e per questo ogni sera non si apre solamente il sipario ma si aprono le porte all’arte nella sua interezza.

Infatti dal 6 al 9 dicembre le differenti espressioni artistiche di GIOVANNI PALMIERI #artistfashionerd e ROBERTO SATERNO si sono congiunte per rappresentarsi, attraverso le loro opere, in un’unica inconsueta mostra AMBIVALENZE, a cura di Andrea Alessio Cavarrettacon la collaborazione di Elena Costa, Silvia Elisabetta Cangelosi, Raffaella Cerese l’organizzazione di KIROLANDIA,

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Andrea Alessio Cavarretta, com’è nata l’idea di mescolare in una sola Mostra Pittorica  le opere  di Giovanni Palmieri e Roberto Saterno? Due espressioni artistiche che hanno qualche punto in comune o è proprio la loro differenza il motivo che ha spinto ad unirle?

L’idea è nata come nasce sempre, un po’ per caso e un po’cercandola. Conoscevo già le opere di Giovanni, non solo per il nostro rapporto,  ma per aver già curato ed organizzato molte sue mostre, e da vario tempo pensavo che sarebbe stato interessante il dialogo con un altro artista.  

Poi, un giorno, Roberto, mi ha fatto vedere le sue opere,ne sono subito rimasto entusiasta, lui ha manifestato il desiderio di esporre in una mostra con Giovanni e quindi da lì è iniziato il percorso.

Il modo di fare arte di Giovanni e Roberto, sono molto differenti,ma sono anche tanti i punti di contatto sia nella formazione, nella loro vita,nel nocciolo duro dell’esprimersi, quindi la mostra Ambivalenze ha preso lentamente la forma giusta, con punti di contatto e divergenze così forti da diventare un’esposizione potente.

Giovanni Palmieri – Foto di Marcella Cistola

Giovanni Palmieri non è la prima volta che espone le sue opere. In Ambivalenze troveremo nuovi lavori?

C’è un opera a cui è legato particolarmente e che vedremo a Teatrosophia?

Si, in Ambivalenze sono stati presentati nuovi lavori frutto di un percorso artistico di ricerca complesso, summa di una riflessione emotiva più ampia e profonda scaturita proprio a seguito delle tante esposizioni degli ultimi anni.

Queste nuove opere, proprio perché rinnovata espressione artistica, e continuum di un percorso, sono state accompagnate da lavori rappresentativi della mia arte che narrano in modo inequivocabile nodi fondamentali della mia espressione, come “Vesuvium”.

Roberto Saterno, torna finalmente ad esporre, dopo tante mostre ed un importante periodo di grande ricerca. A cosa le è servito questo momento di pausa? Ha realizzato nuovi lavori? Ce ne parla?

È stato un lungo periodo in cui ho messo in discussione il mio lavoro e quello che avrei fatto in un futuro prossimo, mi è servito a valutare e riflettere molto sul da farsi. La mia ricerca si è trasformata, giorno dopo giorno, in un percorso più cosciente e interiore.

Ora vivo a Roma, è passato del tempo da quando stavo in Sicilia, anche il modo di essere e di fare arte si è modificato, e le mie nuove opere rappresentano la mia identità attuale, anche artistica, ovviamente le mie origini prorompono sempre nella mia espressione, anche solo in semplici dettagli.

Roberto Saterno – Foto di Marcella Cistola

Come descriverebbe la sua arte, con quale aggettivo?

Introspettiva.

Giovanni Palmieri, come definirebbe i lavori di Roberto Saterno?

Non posso definire l’arte di Roberto con una sola parola, è un mix tra energia e regola, che permette all’osservatore una veloce immersione nel proprio inconscio attingendo ai più profondi istinti interiori tanto onirici quanto passionali.

Roberto Saterno, come definirebbe i lavori di Giovanni Palmieri?

Ricchi di simboli che ti permettono di evadere e meditare su ciòche ti circonda.

Andrea Alessio Cavarretta, AMBIVALENZE non è solo la mostra pittorica a Teatrosophia ma è un incontro con il pubblico e con i bambini. Ci può raccontare cosa è accaduto?

La mostra è stata molto intensa, non solo nel percorso espositivo,e interessante dal punto di vista dell’allestimento, stando in un teatro  abbiamo giocato anche molto con le luci e con gli spazi, usando anche i suoni,cercando di inserire le opere nelle stanze secondo diverse tipologie concettuali.

La bellezza dell’esposizione è stata segnata anche dalle varie tappe pensate per renderla il più possibile aperta ad ogni visitatore.

Il primo giorno il Vernissage è stato arricchito da un percorso con letture ispirate alle opere, di scrittori e poeti conosciuti, poi c’è stato un Talk per poter far raccontare i pensieri degli artisti direttamente al pubblico ed infine le visite ed i laboratori per bambini, insomma abbiamo pensato di parlare tutti i linguaggi ed a tutte le tipologie di persone di  tutte le età.

Grande spazio ai più piccoli. Per lei Andrea quanto è importante educarli alla bellezza?

Sì, grande spazio ai giovanissimi, perché è importante parlare soprattutto a loro.

I bambini sono il nostro futuro, a loro consegneremo questo mondo,dobbiamo fare qualsiasi sforzo per dar loro il meglio, arricchendo da subito il loro pensare ed il loro senso critico e l’arte è di certo uno degli elementi su cui lavorare perché parla alla mente ed al cuore.

Ha dei ringraziamenti che vuole rivolgere per la realizzazione di questo evento?

Certamente, voglio dire grazie ai tantissimi visitatori intervenuti e a coloro che hanno collaborato a questo grande progetto.

Prima di tutto ai due artisti che mi hanno scelto come curatore, Giovanni Palmieri e Roberto Saterno, e questa è la prima grande soddisfazione.

Poi voglio ringraziare tutto il gruppo a partire da Elena Costa, Silvia Elisabetta Cangelosi, Raffaella Ceres le mie strette collaboratrici con cui abbiamo costruito le tre tappe di questa piccola-grande mostra, quindi gli attori Junia Tomasetta e Roberto Caccioppoli, il nostro media partner The Parallel Vision di Paolo Gresta, poi Sissi Corrado che con CulturSocialArt ci ha supportato al livello mediatico, la grafica Maria Paola Canepa, la fotografa Marcella Cistola, l’ufficio stampa del teatro Rocchina Ceglia, gli altri fotografi che sono uniti in corsa Giovanna Onofri e Beatrice Mantovani,  la sempre presente Claudia Cianchi che ci sostiene in ogni nostra idea.

Ovviamente un grande saluto va al direttore del Teatrosophia, Guido Lomoro, un vero professionista con cui abbiamo creato un bellissimo connubio artistico e un bel rapporto di amicizia, e ovviamente un grazie al suo staff, Giulia Martinelli e Rosa Elisa Miceli, non credo di essermi dimenticato nessuno… ci tengo a nominare tutti.

Vorrei aggiungere solo lo slogan di Kirolandia, la nostra corrente culturale, siamo i nostri sogni, perché questo è un altro bel sogno realizzato con amore.

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