Carlo Lizzani - Amore a Roma tra il Diavolo e l’acquasanta

Per lo storico Teatro Vittoria, Carlo Lizzani scrive e dirige Amore a Roma tra il Diavolo e l’acquasanta. Lo fa a modo suo, cioè alla maniera della Compagnia Attori e Tecnici di cui è parte da molti anni: mescolando insieme aneddoti storici e contemporanei, misti a risate e riflessioni, con passione e amarezza, lasciando alla singola identità attoriale il giusto spazio per esprimersi e coordinando i linguaggi scenici al fine di dare vita a un evento corale, che abbraccia il pubblico e lo fa sentire parte dell’azione.

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Se c’è ancora una “famiglia” di scena, a Roma, quella si può trovare al Teatro Vittoria. Negli anni non è stato tutto rose e fiori, come in ogni famiglia ci sono stati matrimoni e divorzi, liti e riappacificazioni, nascite e morti. Come in ogni famiglia si è scelto di proseguire nel cammino intrapreso molti anni fa, per costanza artistica e dedizione al lavoro e per continuare a mantenere vivo un principio cui tutti i componenti sono rimasti fedeli: il teatro è un mezzo per vivere la Cultura, ma anche “di” Cultura. Entrambe le condizioni non avvengono senza un pubblico in grado di comprendere, condividere, apprezzare e supportare le operazioni culturali scelte.

E nonostante gli anni trascorsi, il cambio generazionale e un inevitabile imbarbarimento civile, il pubblico del Teatro Vittoria è rimasto sempre fedele e consapevole, anche grazie all’operato di questi masnadieri rivoluzionari, sognatori e pratici al tempo stesso. Il pubblico del Teatro Vittoria è uno zoccolo duro di quella romanità che, quest’anno in particolare, si è visto ripagato da una stagione per la gran parte dedicata a Roma, alle sue mille facce, alle vicende dei suoi innumerevoli cittadini.

Carlo Lizzani – Amore a Roma tra il Diavolo e l’acquasanta

Anche in Amore a Roma tra il Diavolo e l’acquasanta i tre ingredienti principali sono gli stessi: una famiglia attoriale, un teatro in abbandono e Roma. Oltre gli aneddoti più divertenti e rocamboleschi, sembra di ripercorrere, nascosta qui e lì, la storia di chi realmente ha fatto rinascere un teatro a Testaccio. Ce lo suggeriscono le scenografie leggere e quasi improvvisate, da compagnia itinerante; gli abiti fuori dal tempo; la commistione di musica (e che musica!) e parola; la narrazione mista al dramma, ma senza tragedia, al massimo da farsa, da pochade, da vaudeville.

Ce lo conferma la bellezza di un Teatro senza tempo che si è piegato alle esigenze dell’emergenza per continuare a parlare al suo pubblico, alle persone; la gentilezza e la professionalità di tutto il personale che riesce a sorridere anche indossando una mascherina; l’arguzia di un testo fitto di rimandi ad altri mondi, ad altri universi; il talento sincero, puro e a tratti disincantato dei cinque meravigliosi attori: Simone Balletti, incantevole “pecoraro seduttore”, ironico e instancabile; Valerio Camelin, che ricorda il talento di un giovane Montesano nel personaggio di Fausto il burattinaio, senza mai farne sterile copia; Chiara David, una sexy Margherita (quasi Rosetta) che oltre alla bellezza possiede una voce splendida; Virginia Della Casa, comicissima e versatile, rende giustizia alla Papessa Giovanna senza trasformarla in una macchietta; infine il villain di Stefano Dilauro, multiforme Mefistofele, ha giocato da elegante ago della bilancia nel delicato equilibrio in doppia coppia (attori giovani e caratteristi) fra cui si è distinto in particolare.

Una piacevole conferma, nel ricordo dei tanti momenti indimenticabili trascorsi su quelle accoglienti poltrone.

Amore a Roma tra il Diavolo e l’acquasanta

Viaggio dell’amore, attraverso i secoli, tra i misteri e le magie della Città Eterna

scritto e diretto da Carlo Lizzani

con Simone Balletti, Valerio Camelin, Chiara David, Virginia Della Casa, Stefano Dilauro

Produzione Attori & Tecnici

Dal 17 al 25 ottobre 2020

Amore a Roma

Viaggio dell’amore, attraverso i secoli, tra i misteri e le magie della Città Eterna.

A Roma sono sempre stati di casa l’Alchimia e il Sapere Magico. Qui la gente è capace di imbrogliare anche Satanasso. E infatti Baialardo, che altri non è che un Faust autoctono, vende l’anima al Diavolo in cambio del libro delle Formule Magiche e con un inganno si salva.

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