Sul palcoscenico del Teatro Alfieri di Torino, l’adattamento teatrale di Shakespeare in love, vincitore di sette premi Oscar, con protagonisti Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes: un’esilarante commedia degli equivoci, che, tra duelli, scambi di identità e il dietro le quinte di spassose farse, racconta la genesi della celebre e contrastata storia d’amore tra Romeo e Giulietta, creata dall’intreccio con la vita, gli amori e i personaggi dell’epoca di uno dei più grandi autori di tutti i tempi: William Shakespeare.

“Può un’opera teatrale mostrarci la vera natura dell’amore”? Su questa scommessa, testimoniata dalla Regina Elisabetta (interpretata con autorevolezza e spiccata verve da Lisa Angelillo) nella Londra del 1593, ruotano le rocambolesche vicende, pubbliche e private, di Will Shakespeare.

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Ma Shakespeare in Love, magistralmente adattato per il teatro da Lee Hall (Billy Elliot – The Musical), oltre a essere la prova tangibile del quesito iniziale, è uno spettacolo che affascina soprattutto per la rappresentazione dell’ambiente teatrale, già in epoca elisabettiana alle prese con le stravaganze degli artisti, il cinismo dei potenti (che in quel tempo vietavano alle donne di esibirsi in pubblico) e la magia del palcoscenico.

La regia di Giampiero Solari – con Bruno Fornasari in qualità di regista associato corre soluzioni adeguate all’immediatezza linguistica  della sceneggiatura originale firmata da Marc Norman e Tom Stoppard. La necessità di rendere fruibile una lettura metateatrale della vicenda trova espressione – nella scenografia, che richiama anche con evidente cura dei dettagli un teatro open air londinese a pianta circolare; tuttavia, scoprire il dietro le quinte, suscita qualche perplessità, nel momento in cui si realizza che la sottile linea di separazione tra finzione scenica e luogo dell’azione è rappresentata da un paio di pannelli che scorrono trasversalmente sul palcoscenico, mentre tutti i protagonisti si muovono in lungo e in largo attraverso l’intero spazio loro concesso.

Shakespeare

Marco De Gaudio è la “scommessa” di questo spettacolo: dopo aver iniziato la sua formazione nell’ambito del musical, ha perfezionato il suo percorso di attore presso la Scuola del Teatro Stabile di Genova e adesso è un interprete “fatto e finito”, che, con completa naturalezza, riesce a restituire al pubblico ogni delicata sfumatura di un personaggio positivo, ma tormentato, come William Shakespeare.

Lucia Lavia  si cala adeguatamente nel doppio e non facile ruolo di Viola De Lesseps/Thomas Kent; la sua interpretazione è di un’intensità evidente, specialmente nei momenti in cui dominano la scena i versi tratti dalle opere di Shakespeare, ma la recitazione, per quanto penetrante, rimane a tratti monocorde.

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Shakespeare in love- foto Marina Alessi

I protagonisti sono affiancati da diciannove interpreti – e un cane – molti dei quali risultano abili caratteristi. Ne citiamo alcuni: Stefano Annoni, in una elegante, misurata ed efficace interpretazione di Kit Marlowe; Lorenzo Carmagnini (Fennyman), Nicolò Giacalone (Burbage), Giuseppe Scoditti (Henslowe), Pietro Masotti (Ned Alleyn) e Alessandro Savarese (il petulante John Webster).

Nel ruolo dell’antagonista, lascia il segno, per un’interpretazione dai tratti eccessivamente impetuosi, anche sul registro comico, Michele De Paola, nel ruolo di Lord Wessex.

Se l’obbiettivo di Shakespeare in Love è quello di mettere in scena “l’amore come non si è mai visto a teatro, allora, nel complesso, il traguardo può considerarsi raggiunto.

 

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