Arriva Shut In con Naomi Watts e Jacob Tremblay, visto per voi

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Al cinema dal 7 dicembre prossimo arriva “Shut In” con Naomi Watts e Jacob Tremblay. Noi l’abbiamo visto in anteprima e ve lo raccontiamo.

Shut In nasce dalla penna e dalla testa di Christina Hodson in appena 6 mesi di lavoro. È bastato un breve periodo di vita vissuta dalla sceneggiatrice in un monolocale newyorkese “alquanto rumoroso”, almeno stando alle testimonianze della Hodson. Gli scricchiolii notturni le hanno fatto accendere la fantasia sulle tante possibilità che questi rumori potevano regalare. Quel che ne vien fuori è un thriller psicologico ambientato nelle fredde terre canadesi.

Il film si chiude li dove inizia: a bordo lago. Al sole frizzante della prima scena si sostituisce il buio ed i colori verdastri e decisamente freddi del finale.

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Nel mezzo c’è la storia di una psicologa infantile che sta dicendo addio (almeno per un po’ ed a malincuore) al proprio figlio.

I problemi caratteriali, sommati alla piega che la sua resa scolastica ha preso, hanno consigliato a lei ed al marito di mandarlo a studiare lontano da casa.

Una scelta che sa di punizione per il diciottenne. Nel viaggio in auto, un terribile incidente porta via alla donna il marito mentre il figlio rimane in stato vegetativo.

Da quel momento la donna si occupa dei propri pazienti prevalentemente a casa e qui conosce il piccolo Tom, per il quale la donna si sente immediatamente coinvolta.

Attanagliata da un senso di colpa per le sorti del figlio e col quale non può più interagire, la psicologa riversa tutte le sue energie ed i suoi pensieri al piccolo Tom.

La sparizione misteriosa del bambino ( che fa ripiombare nei sensi di colpa la donna) da il via ad una serie di eventi misteriosi ed agghiaccianti allo stesso tempo.

Che c’è dietro quei rumori notturni continui e le visioni angoscianti che perseguitano la donna? Semplice parasonnie come le suggerisce il terapeuta o qualcosa di molto peggio? Quell’ambiente intimo e caldo diventa d’improvviso claustrofobico e spettrale.

Il regista Farren Blackburn, carico di esperienze di rilievo in diverse serie televisive, per il suo primo lungometraggio si avvale di un cast di tutto rispetto. Per la protagonista la scelta cade su Naomi Watts e alla fine dei conti sembra non poter essere migliore.

L’attrice è perfetta nel rendere sullo schermo l’emozione che muta in un batter d’ali. Nei panni del figlio della psicologa c’è invece Charlie Heaton, di recente apprezzato nella serie tv Stranger Things di cui molto s’è scritto e parlato.

Tom è invece Jacob Tremblay, la cui interpretazione in Room di Lenny Abrahamson difficilmente scorderemo. Qui si conferma e duetta al meglio con la Watts ( li rivedremo presto di nuovo insieme nel thriller Book of Henry).

Vedendo “Shut In” rivengono in mente inevitabilmente tantissimi film. Da Le verità nascoste a Venerdì 13, da Misery non deve morire a Shining, sono fin troppe le scene che più che omaggi sembrano mancanza di idee nuove.

Nel complesso si fa comunque guardare e le interpretazioni del cast sono decisamente il valore aggiunto su cui tutto si poggia. La suspance c’è e sebbene non spicchi per originalità il film non annoia.

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