American Idiot : da Broadway in Italia, passando per Londra

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Arriverà anche in Italia American Idiot, il musical che dal 2010 ha conquistato migliaia di spettatori e un considerevole numero di premi.

American Idiot è tratto dall’omonimo concept album realizzato dai Green Day nel 2004 che ha venduto oltre 15 milioni in tutto il mondo.

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Il gruppo punk rock americano guidato da Billie Joe Armstrong produce questo concept ispirandosi ad opere come Jesus Christ Superstar e Tommy (Who).

A distanza di anni lo stesso Armostrong decide di metterlo in scena, ritagliando per se stesso una parte, St Jimmy, che interpreterà una tantum a Broadway (e chi scrive ebbe la fortuna nel 2010 di vederlo in scena).

American Idiot è quest’anno in tour in Gran Bretagna e, per la seconda volta, è in scena all’Art Theatre, un piccolissimo teatro nei pressi di Leicester Square, Londra, fino al 25 settembre, dove lo abbiamo visto per la seconda volta.

Non è una fiaba

Diciamo subito che non è un musical tradizionale, non tocca temi leggeri, non è una storiella facile, non è una fiaba.

E’ la cruda storia di tre ragazzi della remota provincia americana, Johnny, Tunny e Theo. Storia che si snoda tra l’11 settembre 2011 e l’11 settembre 2012.

Scossi dai tragici eventi di New York, i tre amici poco più che adolescenti, decidono di cercare se stessi e la propria strada lasciando la pacata e ripetitiva provincia.

Ma le loro strade subito si dividono. Theo, spinto dagli amici,  resterà a casa perché la sua ragazza gli annuncia di aspettare un bambino. Tunny e Johnny partono per la grande città in cerca di fortuna. Ma anche le loro strade si divideranno ben presto. Tunny si arruola nell’esercito e andrà in guerra in Medio Oriente. Johnny vuole invece diventare una rock star, ma ben presto cadrà nell’alienazione totale che lo porterà a drogarsi e a fare i conti il suo lato nichilista (St Jimmy).

Il resto potete vederlo se siete a Londra entro settembre o in Italia dal prossimo gennaio.

Lo spettacolo è crudo ed essenziale. Grigio nella scenografia, pochissime e rare luci colorate, costumi che richiamano l’abbigliamento stropicciato dei ragazzi.

La musica dei Green Day

La musica la fa da padrona. Il rock dei Green Day, le canzoni forti come American Idiot, Holiday, Whatshername, Jesus of Suburbia, Wake me up when september ends, Boulevard of broken dreams, Letterbomb, si susseguono senza sosta, coreografate ad hoc ed intervallate da pochi dialoghi.

La versione inglese vede sul palco Newton Faulkner, cantante inglese il cui primo album pubblicato nel 2007 ha venduto oltre un milione di copie e rimasto in classifica ininterrottamente per oltre un anno, è il tormentato Johnny. Faulkner, che ha iniziato con una band che riproponeva le canzoni dei Green Day (quando si dice il caso), è maledettamente bravo e convincente nel ruolo del cantante sfigato e drogato.

Whatshername, la ragazza di Johnny, è interpretata da Amelia Lily, finalista nel 2011 di x Factor Uk con all’attivo diversi singoli. Ottimo Alexix Gerred, un palestrato Tunny, voce potente e ottima presenza scenica.

Grandioso Lucas Rush, St Jimmy, impressionante in scena, per dare un’idea una sorta di Jax con la cresta ma perfido e malefico. Rush è stato anche protagonista di We will rock you e di diverse produzioni del West End. Presente (in alto) anche la band (basica, formazione rock, due chitarre basso e batteria).

Bravi anche gli altri ragazzi, pochi a dire il vero (del resto il palco dell’Arts Theatre è piccolissimo e chi è seduto nelle prime file può vedere anche le tonsille dei performer..), ma quanto basta per riempire e bene la scena.

Rispetto a quanto visto nel 2010 a New York, questa versione è diversa nella scenografia (le tre ambientazioni in cui si muovono i ragazzi sono qui verticali invece che orizzontali), e in qualche quadro, ma forse per questo ancora più incisiva, efficace e drammatica.

Intanto in Italia …

Della versione italiana ancora si sa poco. Il regista Marco Iacomelli non si sbottona più di tanto. Le audizioni (a cui hanno partecipato centinaia di ragazzi), sono già state fatte e del cast si sa poco o niente.  Il debutto è previsto al Teatro Coccia di Novara a inizio gennaio per poi essere in scena per due settimane al Teatro della Luna di Assago, Milano.

Iacomelli, già regista di un altro musical drama, Next to Normal, dimostra un grande coraggio nel proporre questo controverso titolo in Italia. Ci sono diversi punti a suo sfavore. American Idiot è una storia totalmente americana Il cui riscontro con l’attualità italiana è pressoché insistente. I titoli “crudi” in Italia funzionano poco e richiedono teatri non deputati al musical. C’è chi ha sperimentato questa strada (Spring Awakening) con alterne fortune (ma con un grande successo di critica), ma il pubblico del musical italiano non è pronto a questo genere di titolo. E le tematiche e le scene di Spring Awakening sono cose da educande in confronto. Il rock musical in genere in Italia non è particolarmente apprezzato (tranne titoli stracollaudati come Jesus…)…We will rock you non è andato benissimo…e non è promozionato ad hoc.

Ma, con grande curiosità e attesa, auguriamo a Iacomelli e alla versione italiana ogni bene.

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