Le categorie tecniche: piene di nomi che non avete mai sentito, ma senza i quali le vostre pellicole preferite assomiglierebbero ad amassi informi di luce, colori e suoni.
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
- Mighty River, Mudbound
- Mystery of love, Chiamami col tuo nome
- Remember me, Coco
- Stand up for something, Marshall
- This is me, The Greatest Showman
In questa categoria se la giocano tutta Coco e The Greatest Showman.
Da una parte c’è Coco
Da una parte infatti troviamo l’importanza emotiva e narrativa di una canzone come Remember me, che non solo serve la storia con straordinaria efficienza ma – come spesso accade in casa Pixar – ha lasciato spettatori ovunque in lacrime, diventando un tormentone di questa campaign season.
E dell’efficacia dei tormentoni ne sa qualcosa la coppia autrice di Remember me, che già possiede un Oscar per quella canzone di Frozen che non nominerò per evitare di innescare nella mente del lettore certi ritornelli che poi continuano a risuonare per giorni.
Dall’altra parte c’è The Greatest Showman, il musical di Hugh Jackman.
Povero Wolverine: chi ha seguito la produzione sa quanto il progetto si reggesse quasi esclusivamente sulla volontà ostinata dell’attore, che l’ha portato a compimento nonostante una quantità immensa di problemi.
E anche se il film è andato molto bene al botteghino, la risposta tiepidamente astiosa della critica è stata un brutto colpo per Jackman (chi può dimenticare la sua faccia ai Golden Globe quando si è visto portare via il premio miglior attore da James Franco).
Sicuramente il fatto che il film non compaia in nessuna delle categorie principali – specialmente miglior colonna sonora – potrebbe spingere l’Academy a dare un contentino all’attore.
Senza contare poi che i compositori di The Greatest Showman sono gli stessi di un altro musical che vi ha tormentato per mesi (City of stars, are you shining just for me? …).
Per quanto riguarda Mudbound, Marshall e Chiamami col tuo nome
Per quanto riguarda Mudbound, Marshall e Chiamami col tuo nome non esiste ragione per cui si possa predire una loro vittoria; in parte forse solo Mystery of love potrebbe avere qualche attrattiva per l’Academy, se non altro per il fatto che anche questa ha avuto un grosso impatto sul pubblico.
E a proposito di Mystery of love, permettetemi una digressione. Se la mattina dopo gli Oscar vedrete le meme fioccare in rete qualcuna potrà forse riguardare lui, l’uomo e la leggenda: Sufjan Stevens.
Cantautore americano indie folk amatissimo, superstar della sua nicchia di fan, è spesso conosciuto per le sue bizzarrie, i suoi outfit eccentrici e il suo totale disinteresse per lo show business: tutti siamo in attesa di vedere se veramente si presenterà agli Oscar, anche se a una recente intervista ha dichiarato che potrebbe darsi assente perché non possiede uno smoking.
MIGLIOR COLONNA SONORA
- Dunkirk – Hans Zimmer
- Il filo nascosto – Jonny Greenwood
- La forma dell’acqua – Alexander Desplant
- Star Wars: gli ultimi Jedi – John Williams
- Tre manifesti a Ebbing, Missuori – Carter Burwell
Non esiste modo semplice di risolvere questa questione: se fossi nell’Academy spezzerei la statuetta in cinque gridando ‘è patta!’ dal palco del Dolby Theatre.
Ma non è per apprezzare l’arte che si danno premi, ma per decidere vincitori e vinti.
La verità è che questo è stato un anno assurdo per le colonne sonore – tutte attualmente sottofondo della mia sessione di esami – e che i cinque nomi, ai più sconosciuti, elencati qui sono cinque mostri sacri.
Giochiamo un attimo al bingo degli Oscar. Zimmer: 9 nomination e una vittoria. Desplant: otto nomination e una vittoria. Williams: con le sue 51 nomination, tra cui 5 vittorie, è la seconda persona più candidata di sempre dopo (ovviamente) Walt Disney.
E non solo tutti e cinque hanno portato un grande contributo alle loro rispettive pellicole.
A partire da Zimmer – forse il più pop dei compositori di colonne sonore – che per il film di Nolan, che poggia in modo così importante sull’editing, crea un accompagnamento quasi invisibile, sottile, che inconsapevolmente ti strascina nell’azione e non ti lascia andare.
Jonny Greenwood invece – meglio conosciuto come chitarrista dei Radiohead – ha fatto a Paul Thomas Anderson un gran regalo con la sua colonna sonora, che suona quasi costantemente durante tutto l’arco del film.
Risulta qualcosa di più di musica per accompagnare la scena: è un filo che lega tutto, una voce a sé in grado di massimizzare tutta quella massa di significati sottili che Anderson mette in scena con la sua scrittura e regia.
E poi c’è ovviamente Desplant, che aiuta Del Toro ha impostare quel tono fiabesco che ha reso La forma dell’acqua un film tanto memorabile.
Nello stesso modo in cui Burwell hanno centrato perfettamente la specificità del tono dark e incalzante della scrittura di McDonagh.
Williams poi con Star Wars torna su uno dei suoi cavalli di battaglia e quello che di più iconico resterà della sua produzione.
Un buon regista sa quanto fondamentale sia una colonna sonora per elevare o affondare un film ed è significativo infatti che i compositori in questa lista sono tutti frequenti partner creativi dei loro rispettivi registi: quello tra regista e compositore è un sodalizio di grandissima importanza.
MIGLIOR FOTOGRAFIA
- Blade Runner 2049
- L’ora più buia
- Dunkirk
- Mudbound
- La forma dell’acqua
Se l’alleanza compositore/regista è importante, quello tra un regista e il direttore di fotografia deve essere un amore spassionato.
A partire da Roger Deakins, il preferito dei fratelli Coen e da molti considerato il miglior direttore della fotografia di sempre, che in Blade Runner supera se stesso. Quasi ogni fotogramma di questo film è da incorniciare.
Quattordicesima candidatura e ancora nessuna vittoria: se anche questa volta va a casa a mani vuote non esiste più niente di sacro in questo mondo (io personalmente sono ancora molto offesa dalla volta de ‘L’assassinio di Jesse James’).
Soprattutto considerando che Blade Runner 2049 non è stato per nulla considerato nelle categorie principali, la speranza è che l’Academy mostri un po’ d’amore almeno in quelle tecniche.
Dall’altra parte L’ora più buia è affascinante nella sua claustrofobia: gli ambienti augusti, la luce che taglia in deboli fasci l’inquadratura, una palette di colori tutta giocata sulle tonalità scure. È uno splendido esempio di uso tematico della luce: un tema non troppo difficile da rilevare, a partire dal titolo.
Sul piatto però ci sono anche quei capolavori tecnici di Dunkirk e La forma dell’acqua, che dalla composizione alla luce, sono praticamente perfezione. In particolare Dunkirk potrebbe avere una marcia in più, che se secondo alcuni non ha altro merito che di essere bello da guardare, quel merito è (quasi) tutto del direttore della fotografia.
Mudbound invece è stata una (piacevole) sorpresa: prima candidatura femminile in questa categoria, forse compensando la mancata candidatura della regista Dee Rees. La fotografia in Mudbound è ineccepibile, ma contro tutti gli altri non ha speranze.
Uniche delusioni di questa categoria sono forse Chiamami col tuo nome e The Florida Poject, due degli ambasciatori della pellicola in questa edizione degli Oscar – proteggiamo la pellicola come i panda del WWF ormai.
Chiamami col tuo nome infatti, considerati il budget ridicolo e l’implacabilità delle intemperie, è un piccolo miracolo.
Girato tutto con una lente, una telecamera e in un’estate particolarmente piovosa, resta comunque un piacere da guardare.
The florida project invece è un tripudio di colori vivaci e intensi, che bene si contrappongono agli argomenti pesanti della narrazione. Un contrasto che il regista Sean Baker ha molto ricercato, enfatizzandone la natura tematica: questa è in fondo la storia di un gruppo di bambini poveri che vive a un paio di chilometri dal mondo incantato di Disney World.
MIGLIOR MONTAGGIO
- Baby Driver
- Dunkirk
- I, Tonya
- La forma dell’acqua
- Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Se Baby Driver non porta a casa almeno questo premio, qual è la funzione di questa categoria?
A parte le mie tendenziose considerazioni comunque, il montaggio di questo film è la sua parte più fondamentale.
Quando Edgar Wright presentò il suo nuovo lavoro con l’appellativo di action musical nessuno poteva ancora immaginare quanto queste due dimensioni, quella visiva e quella sonora, si sarebbero fuse, interpendenti l’una dall’altra, esistenti una in funzione dell’altra.
Questo è un film coreografato minuto per minuto: un trucco che non solo ripropone il solito vecchio action in chiave nuova, ma serve splendidamente il plot, che lo spettatore vive tutto attraverso le orecchie del protagonista. Niente di tutto questo potrebbe funzionare senza un editing perfetto.
Unici veri contendenti sono poi Dunkirk e I, Tonya in cui il montaggio si impone per la sua importanza narrativa: la scrittura e regia di entrambe le pellicole è stata fatta con un occhio di riguardo per come poi tutto sarebbe stato assemblato.
Potrebbe essere una piccola consolazione per I, Tonya considerato che sono stati ignorati molti importanti pregi del film – sceneggiatura e regia su tutti.
Beh, per la verità, quell’espressione l’avrebbe avuta chiunque e Jackman non era il solo in platea con la faccia da “EHHHH???!!”, James Franco doveva essere ciucco perso quando è salito sul palco per ritirare il Golden Globe, perché nessuno, probabilmente nemmeno il microfono, ha capito cosa stava dicendo nel suo “discorso”. In effetti, se vedi tutta la sequenza completa e non solo quella piccola parte estrapolata dal contesto a cui hanno volto dare un’interpretazione forzata, si vede Jackman applaudire e sorridere come tutti gli altri quando annunciano il vincitore. Magari, sarebbe stato più divertente vedere la faccia che ha fatto Franco quando il suo avvocato gli ha detto che ci sono 5 donne ad accusarlo di molestie sessuali….Sicuramente, Jackman può ritenersi più che soddisfatto, il suo film, costato 84 milioni di dollari e adorato dal pubblico, ne ha incassati in tutto il mondo 297,255,442 (dati Box Office Mojo) e il successo continua a crescere, la colonna sonora si mantiene stabile al numero uno delle pricipali charts, tra cui Billboard, nello specifico, è nella sua quarta settimana nella classifica di 200 album con 106.000 unità di album equivalenti guadagnate (+ 37%) nella settimana terminata il 4 gennaio.Del totale, 78.000 erano vendite di album tradizionali (+ 28%) Stessa storia nella Official Albums Chart del Regno Unito. I premi? Ormai lo sa anche il mio cane che è tutta mafietta e già si sa mesi prima chi ha da vincere, Jackman non lecca il posteriore a nessuno e i film si fanno per la gente, non per le statuette, figuriamoci per i critici morti dentro…