Il premio Oscar per il primo “Social Movie della storia”( così è stato definito il documentario “La vita in un giorno”) Kevin MacDonald torna alla regia dopo il suo ultimo “How I live now” del 2013. Il regista scozzese lo fa con l’atteso Black Sea da lui anche coprodotto, distribuito in Italia da Notorious Pictures ed al cinema dal 16 aprile prossimo.  La sceneggiatura serrata e pungente è opera di Dennis Kelly (scrittore teatrale pluripremiato) mentre la fotografia, ottima anche questa, è frutto del lavoro di Christopher Ross. E’ il cast, su cui svetta per importanza il protagonista Jude Law a fare il resto in questo film solido, senza fronzoli che ben alterna suspense a ricostruzione fedele della vita sotto i mari.

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Gente che si trova  a suo agio nelle profondità claustrofobiche di un sottomarino piuttosto che in terraferma. Il riscatto è quel che muove la ciurma allestita proprio da Robinson (Jude Law). Dopo 11 anni di lavoro nella società di recupero relitti, Robinson viene messo alla porta senza troppi complimenti. Una soffiata di un collega ed amico che gli confida la presenza di un U-boot tedesco pieno di lingotti d’oro tra i fondali del Mar Nero, darà l’idea per questa avventura lastricata di pericoli ed imprevisti in cui la fiducia è sempre messa a dura prova.

Sembra partire piatto il lavoro di MacDonald ma più si va avanti e più si sale di ritmo. Non manca l’azione pur essendo quasi sempre all’interno di un sottomarino. Avventura e film  di rapina si trasformano presto in qualcosa di più sostanzioso. L’animo umano insondabile e imprevedibile lo è ancora di più quando è messo di fronte al pericolo e gli autori spingono bene su questo tasto. E’ il profilo psicologico dei protagonisti che tiene in pressione lo spettatore. Ogni personaggio è reso credibile da una scelta di cast precisa che non ha voluto puntare su nomi altisonanti ma su caratteristi impeccabili e azzeccati. A comporre il puzzle ci sono infatti Ben Mendelsohn, visto recentemente in Exodus – Dei e re,Scoot McNairy con all’attivo appena 11 lungometraggi ma tutti sopra la media come Monsters, Argo, 12 Anni Schiavo, Gone Girl o Frank.

Notevoli anche le interpretazioni dal lato sovietico ( i due gruppi all’interno del sottomarino vivranno spaccature imprevedibili) con Grigoriy Dobrygin ( l’ Issa Karpov di La Spia – A most wanted man, l’ultimo film di Philip Seymour Hoffman) ma anche  Konstantin Khabenskiy (Blackie),  Sergey Puskepalis ( Zaytsev) o Sergey Veksler (Baba).

Nulla di nuovo in sostanza, ma tutto composto in maniera impeccabile se non fosse per qualche piccola sbavatura moralistica affidata alle parole di  un Jude Law calato perfettamente nella parte. Promosso!

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