La stagione del Verdi si conclude con un titolo raro, il Candide di Leonard Bernstein, nel nuovo allestimento in coproduzione col Comunale di Bologna, che marca il debutto alla regia di Renato Zanella, storico coreografo dell’Opera di Vienna e quindi di Lubiana. Sul podio per questa spumeggiante satira in bilico tra operetta, musical, opera fino ad incursioni jazzy e latinoamericane, il solido direttore americano Kevin Rhodes, perfetto per questa pietra miliare della cultura musicale d’oltre oceano e ormai grande classico di un Novecento raffinato e popolare al contempo.
Mentre negli anni ’50 l’Europa musicale seguiva le avanguardie più rigorosamente sfidanti l’orecchio del pubblico generalista, il genio irrituale di Leonard Bernstein trovava, pur nelle sue tempeste personali a causa della persecuzione maccartista, una strada originale, colta, sofisticata ma al contempo sorridente, garbatamente ironica e di grande presa sul pubblico, per creare un’opera contemporanea che da un lato presentasse un nuovo linguaggio, d’altro canto divenisse una vera satira danzante del potere. Il titolo è ovviamente derivato dall’omonimo romanzo di Voltaire del 1759, dove il giovane Candido viene sottoposto dallo scrittore ad una serie di catastrofi assolute e paradossali per dimostrare che l’assunto di Leibniz – che il nostro fosse il migliore dei mondi possibili – era semplicemente una madornale sciocchezza di fronte all’evidente sofferenza e disperazione della maggior parte del genere umano. Bernstein crea dunque una musica scintillante, venata di lirismo beffardo, un pastiche di stili meravigliosamente armonizzati tra loro, che subito decretano il successo del Candide da Broadway fino ai grandi teatri d’opera di tutto il mondo, nonostante le complesse vicissitudini del libretto sottoposto a multiple revisioni fino a quella che finalmente troverà nel 1973 con Hugh Wheeler, la perfetta corrispondenza tra la giocosità della partitura e la deliziosa ironia del testo, a tratti davvero comico.
Un’occasione imperdibile per gli amanti di filosofia, letteratura, lingua inglese, musical, opera, operetta, spirito jazzy e ritmi latinoamericani, per imparar o ricordar sorridendo, cantando, giocando, ballando in compagnia di una satira che è engagé senza pedanteria, ma anzi delicatamente leggera come la lunga lista di brillanti danze europee di cui è contesta la ricchissima partitura.
E la nuova regia di Zanella saprà sottolineare la duplice natura del testo, nonché la gentile provocazione musicale di Bernstein con una ricca tessitura di citazioni dal mondo del gioco, che di certo intrigheranno il pubblico in una girandola colorata di memorie giovanili ed affettuosi ricordi d’antan.
Dopo migliaia di repliche a Broadway – 700 solo per l’edizione del 1973 – il Candide giunge dunque a Trieste nella sua ultima forma operistica, come nella celeberrima incisione Deutsche Grammophon del 1989, con un cast di brillanti voci capitanate dal giovane tenore Enrico Casari, che proseguirà poi per il San Carlo di Napoli e per il suo debutto all’Opera di Parigi, in alternanza con il leccese Marco Miglietta per il ruolo del titolo; i bei soprani Tetiana Zhuravel, che subito dopo canterà alla Komische Oper di Berlino, e Francesca Benitez per la travagliata Cunegonde; il filosofo estetico e celebrato baritono Bruno Taddia per il Dottor Pangloss, incarnazione sfortunata dello sbugiardato Leibniz, in alternanza all’affermato lettone Valdis Jansons. Completano il cartellone il mezzosoprano star americana, già partner di Pavarotti, Madelyn Renée nel ruolo spregiudicatissimo della Vecchia Signora insieme alla giovane Benedetta Mazzetto, quindi Felix Kemp, Michele Patti, Raffaele Feo ed Eleonora Filippini.
RECITE:
A Venerdì 13 giugno 2025 ore 20.00
C Sabato 14 giugno 2025 ore 19.00
D Domenica 15 giugno 2025 ore 16.00
B Giovedì 19 giugno 2025 ore 20.00
S Sabato 21 giugno 2025 ore 16.00
E Domenica 22 giugno 2025 ore 16.00