A tutt’oggi non esisteva una monografia critica come questa, completa di regesto di tutte le opere della Akerman.

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L’esaustivo libro, pubblicato da Fefé Editore, nella collana “Pagine Vere” si snoda lungo 282 pagine, arricchito da numerose fotografie in bianco e nero e da una ampia finale sezione di film, libri, installazioni con dettagliate schede illustrative.

Tutto il materiale prodotto da Chantal Akerman – regista sperimentale e video artist belga di grande rilievo internazionale scomparsa nel 2015 a 65 anni – può essere considerato un autoritratto filmico, un sistema di sovrapposizioni, pause, ricordi, verità, fisicità, tipiche di un soggetto moderno frammentato che percepisce la casualità del nostro stare al mondo.

Il suo film più famoso è Jeanne Dielman, Quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1975) che costituisce ancora oggi un punto di riferimento nella storia del cinema.

Ha diretto Juliette Binoche, Delphine Seyrig, William Hurt, Catherine Deneuve, Aurore Clément e ha documentato il lavoro di Pina Bausch; nel 2004 il Centre Pompidou le ha dedicato una retrospettiva con installazioni e catalogo.

A tutt’oggi non esisteva una monografia critica, completa di regesto di tutte le sue opere (film, libri e installazioni); il volume è suddiviso in 12 capitoli che individuano i temi più importanti che attraversano i suoi lavori.

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