CINCILLÀ’: La storia dei Balletti Russi di Natalia Preziosi e Alessandro Miozzi

A distanza di decenni tutto ciò che riguarda i “Balletti Russi” e il suo fondatore Sergej Diaghilev sono sempre costantemente motivo di interesse, di scoperta, di studio, e di fascino inalterato nel tempo. Tra le tante pubblicazioni edite negli anni, a firma di vari cronisti e scrittori, ne troviamo una recente a cura di Natalia Preziosi e Alessandro Miozzi, i quali in forma di romanzo, con una scrittura agile in veloci capitoli hanno restituito buona parte di quella immensa storia che racchiude la leggendaria compagnia.

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Il libro, “Cincillà: la storia dei Balletti Russi” conta circa 400 pagine e ricostruisce le molteplici vicissitudini e i successi che Diaghilev agendo sempre in nome della ricerca, della sperimentazione, dell’inedito con quella voce di qualità, ha saputo amministrare ogni aspetto della compagnia. Un’impresa che ancora oggi appare straordinaria, offrendo al lettore i trionfi e anche le sconfitte intersecando il tutto con narrazioni private e famigliari.

Ciò è avvenuto senza eccezioni, i principali professionisti europei della musica e della pittura collaborarono al progetto, con l’aggiunta di nomi mitici di ballerini che da quel momento in poi hanno trovato un luogo d’elezione nell’immaginario di chi ama l’arte della danza. Ne esce così un ritratto vivido dell’impresario teatrale russo nonché organizzatore e direttore artistico di spettacoli di danza, ma anche di altre figure di spicco come Coco Chanel, Ida Rubinštejn, Vaclav Nižinskij, Pablo Picasso, Isadora Duncan, Tamara Karsavina, Nikolaj Rimskij-Korsakov e Igor Stravinskij, passando da luoghi iconici quali Montecarlo, San Pietroburgo, Parigi, Londra e New York e nei teatri più prestigiosi che il balletto ci ha potuto regalare e lasciare in eredità, compreso il Teatro alla Scala di Milano.

Nessuno come Diaghilev è stato capace di portare una ventata d’aria fresca e creativa, ponendo in luce e sul gradino più alto la danza nella cultura e nella società. Il libro esamina le origini, lo sviluppo e l’influenza dei “Ballets Russes”, evidenziando la collaborazione artistica con il balletto nella sua veste più raffinata, e senza dubbio rivoluzionaria di tutti i tempi. I lettori sono portati a scoprire, e ad analizzare, i “Ballets Russes” quale fenomeno irripetibile dell’inizio del XX secolo, non solo sul versante tersicoreo ma soprattutto sull’aspetto puramente teatrale, estetico privilegiando le correnti visive.

Sergei Diaghilev ha speso la sua vita, tra ombre e luci, fondendo quei movimenti all’avanguardia, spaziando e allargando a dismisura il possibile nell’arte come concetto fondato sulla “bellezza” in senso lato, dando colore e forma laddove ne era priva, superando così gli antichi confini, riuscendo a riempire la discrepanza tra i diversi generi artistici figurativi ed astratti, esplorando o meglio illuminando quel viscerale rinverdimento che la cultura necessitava, tanto da influenzarci ancora ai giorni nostri.

Nel modo di pensare di Diaghilev troviamo tutto ciò che di meglio è stato creato in epoca moderna, spaziando in vari argomenti, tra cui scenografie e costumi, grafica, storie intime e personali mescolate al pubblico, senza tralasciare l’aspetto mondano e glamour che ha dato lustro allo stile, alla moda, all’interior design, e ai complessi decorativi. Come dimenticare Balanchine, Bakst, Benois, Matisse, Derain, Satie, Debussy e Ravel, ma anche Braque, Bilibin, Kandinsky, Larionov, De Chirico, Utrillo, Čeličev, Gončarova, Poulenc, Prokof’ev, Respighi, Strauss riuscendo altresì a portare in palcoscenico la vita quotidiana che si specchiava al di fuori dei teatri. E poi Bronislava Nižinskaja, Anna Pavlova, Matil’da Kšesinskaja, Tamara Karsavina, Alicia Markova, Lydia Lopokova, Ruth Page, Serge Lifar, Anton Dolin, Valentin Zeglovsky, Theodore Kosloff, Adolph Bolm e l’iconico Vaclav Nižinskij, considerato il “dio della Danza” e sicuramente la figura più popolare e talentuosa (con Serge Lifar) della storia dei “Balletti Russi”. Basti pensare che le vite di questi fantastici protagonisti hanno ispirato poi nuove creazioni, numerose opere letterarie, dipinti e più di tutti Nižinskij con la sua eccellenza ma anche con la sua follia nelle ombre di Diaghilev, e i tormenti della vita, gli hanno indicato una condizione interiore che identificava la sua totale mancanza di adattamento nei confronti della società, un modo di essere che è diventato invocazione, racchiudendo i pensieri e i deliri di uno dei più grandi ballerini di tutti i tempi, il cuore e l’anima dei “Ballets Russes”, ricordando l’ultima sua esibizione, avvenuta il 19 gennaio del 1919 presso la sala da ballo del Grand Hotel Suvretta House di St. Moritz, in Svizzera, lasciando intraprendere un ipotetico viaggio sulle vestigia amorose e dolorose di quell’ultima apparizione, capace ancora oggi di immergerci nella sua visione artistica ed umana, nel suo essere eccentrico ma anche fragile.

Il presente libro si trasforma così anche in una lezione sulla storia della danza, e su quello straordinario spirito intellettuale. Illumina il lettore rispecchiando quella che sarebbe diventata nel tempo la “cultura contemporanea”. In molti si domanderanno il perché del titolo “Cincillà”, ebbene Sergej Diaghilev risultava ai più dotato di una forte personalità e di un temperamento affascinante, spesso venne raffigurato in disegni e dipinti con i capelli neri velati da una meche bianca che ricordava ai più un cincillà, da questa curiosità nacque il suo soprannome che lo accompagnò e lo accompagna a tutt’oggi.

Il testo si avvale per giunta di una prefazione a firma di Marie Stravinsky, pronipote del grande compositore, che tanto ha dato alla fama dei “Balletti Russi” e tanto ha ricevuto egli stesso in termini di popolarità e celebrità con partiture immortali per altrettanti immortali balletti come “Les Sylphides, “L’uccello di fuoco”, “Petruska”, “Pulcinella” che diede inizio al suo periodo neoclassico, e la sediziosa “Sagra della primavera”. Ma ancora tanti e altri sono i titoli di balletto passati alla storia grazie all’intuito di Diaghilev, creazioni fino ad ora in scena e in repertorio nelle maggiori compagnie di ballo internazionali, come “Carnaval”, “Schéhérazade”, “Le Spectre de la rose”, “L’après-midi d’un faune”, “Daphnis et Chloé”, “Jeux”, “Tragédie de Salomé”, “La Boutique fantasque”, “Les biches”, “Apollon musagète” eccetera.

La maestosa floridezza dei “Balletti Russi” spesso fece riferimento alla chiamata esotica, influenzando lo stile Art Déco. Sergej Djagilev, era un uomo di vasta cultura, inseguito da quell’ideale di coesione tra le bravure, le maestrìe, i talenti e le genialità. L’impresario insieme a Michel Fokine come coreografo, e al grande Maestro Enrico Cecchetti in qualità di maître de ballet realizzò, per il Théâtre du Châtelet a Parigi, i suoi primi quattro balletti (La Silphide, Cleopatre, Le Pavillon d’armide, Prince Igor) dando in questo modo inizio ad un’avventura senza eguali, molto simile ad un romanzo, che in “Cincillà” trova il suo giusto epilogo narrativo con quell’uso equilibrato degli elementi descrittivi.

Gli autori

Gli autori, Natalia Preziosi, membro effettivo del CIDIM di Roma (Comitato Nazionale Compositori Italiani) e della Fondazione “Donne in Musica”. È stata finalista e vincitrice di Concorsi Musicali Internazionali. Le sue composizioni musicali sono state eseguite con prime assolute a Milano, Roma, Londra, Torino, Bari, Cuneo, Pesaro e Vittorio Veneto, e presentate in concerti sia monografici che in programmi insieme a musiche di Mozart, Vivaldi, Schubert, Chopin, Listz, Brahms, Bizet, Mascagni, Dvořák, Čajkovskij, Verdi, Puccini, Ravel, Bartók, Copland, Berio e di donne compositrici quali Clara Schumann, Fanny Mendelssohn, e numerosi altri.

Alessandro “Alex” Miozzi, giornalista, scrittore e disegnatore, è autore del racconto “Body and Soul”, del romanzo “Space Riders of the Mysterious Thing” e dei testi per lo spettacolo “Phenomena – Jazz in the Cities”. Inoltre è autore dei fumetti “Jimbo G e lo Scimmiotto di Giada” (2011) e “Jimbo G e l’Obiettivo” (2012). Ha disegnato le graphic novel del romanzo omonimo di Alfredo Vismara “Le avventure di Pinocchio nella terra del Sol Levante” (2013), dello spettacolo teatrale di Claudio Elli “Gebrek” (2014) con il supporto dei disegni per le scene, e le illustrazioni del libro di Jacopo Casoni “Il destino è solo una scusa” (2015). Insieme allo chef Sergio Maria Teutonico è autore del fumetto “Kitchen Kids” (2015). Nel 2016 ha pubblicato il romanzo “Jazz Tales – Storie di Jazz”. Inoltre è anche disegnatore e character design di cartoni animati.

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