Una volta c’erano i giochi in strada (e forse qualche ora di televisione), ora ci sono gli smartphone. O meglio: se anche volessimo andare a giocare in strada probabilmente non troveremmo molti bambini, perché molti di loro sarebbero a casa incollati agli schermi dei loro smartphone. In un’ altra stanza probabilmente troveremmo anche gli adulti, i loro genitori. Anche loro incollati agli schermi.
“Stiamo iper proteggendo i bambini dal mondo reale, ma non li stiamo proteggendo abbastanza da quello online, esponendoli al rischio di sperimentare l’ansia, la depressione e l’isolamento sociale.” Lo sostiene Jonathan Haidt, psicologo sociale e ricercatore. La sua è un’analisi lucida e disarmante di cosa sta succedendo all’infanzia e all’adolescenza nell’ultimo decennio.
C’è bisogno di un’azione collettiva e tutti noi dobbiamo esserne partecipi attivamente, per arrivare alla soluzione del problema. Come? E’ molto semplice: mettendo delle regole. Poche, ma chiare!
In un intervista con Michelle Obama e Craig Robinson John Haidt ne propone quattro:
- no all’uso dello smartphone prima delle superiori. Usiamo piuttosto un telefono base.
- no ai social media prima dei 16 anni
- vietare l’uso degli smartphone a scuola
- promuovere il gioco libero e non supervisionato, fondamentale per sviluppare resilienza, autonomia e capacità di affrontare i rischi della vita reale.
La questione, dice, non è togliere l’accesso agli smartphone, ma ricreare un’infanzia divertente e formativa.
La posta in gioco è molto alta: la salute mentale dei bambini e degli adolescenti e il rischio di aumenti dei casi di depressione e ansia infatti non è solo un ipotesi. I dati infatti non lasciano spazio a dubbi. Tra il 2012 e il 2018, il tasso di adolescenti che soddisfano i criteri per un disturbo d’ansia è salito dal 34,1% al 44% in alcune regioni degli Stati Uniti.
E’ una questione che non investe solo i più giovani, ma anche i loro stessi genitori che hanno fatto degli smartphone i loro strumenti di lavoro. E quindi come uscirne? E’ troppo tardi per gli adolescenti che sono nati con la tecnologia che conosciamo?
Jonathan Haidt è l’autore di La generazione ansiosa, pubblicato in Italia nel 2024 da Rizzoli. Nel libro Haidt non si limita a descrivere il fenomeno, ma ci guida verso una comprensione vera e propria di come le dinamiche sociali, tecnologiche e culturali stanno riscrivendo l’infanzia e i cambiamenti adolescenziali, dandoci qualche idea per cambiare rotta.
Su https://letgrow.org/ e https://www.anxiousgeneration.com/ è possibile trovare consigli pratici e informazioni utili sul tema.