Amo la curiosità quando spinge a mantenere una promessa con un’amica ed andare al cinema in una gelida mattinata di dicembre per rivedere un film che ti aveva incuriosito quest’estate ma che necessitava di una seconda visione per intero e da semplice spettatrice.

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Il film in questione è “I cormorani”, opera prima di Fabio Bobbio, presentato quest’estate durante il festival internazionale ShorTs (svoltosi a Luglio), vincitore del premio della critica Snnci in quell’occasione e uscito nelle sale il 1° dicembre.

i cormorani locandinaA Trieste è arrivato solo in questi giorni al Cinema Ariston per una proiezione serale il 15 dicembre e un “matinee” il 16 dicembre, entrambe alla presenza del regista.

Cosa colpisce di questo film?

Partiamo dall’inizio: è un documentario girato nel Canavese (terra natale di Bobbio e quindi ben conosciuto) incentrato su Matteo e Samuele; i due giovanissimi protagonisti, e non li racconta ma li mostra, nel momento cruciale del passaggio dall’infanzia all’adolescenza

E già questo dovrebbe incuriosire e stimolare ragazzi ed adulti ad andarlo a vedere…

Fabio Bobbio ci mostra in 90 minuti circa, l’estate che bene o male tutti abbiamo vissuto e che ti cambia la vita : gli spettatori per primi però si trovano catapultati nell’universo di questi due bambini-ragazzi fatto di un linguaggio comprensibile solo a loro due, di confidenze e di gesti.

Tanta della forza di questo film viene proprio dalla spontaneità dei due ragazzi (dalla scelta di due attori non professionisti) a quelle situazioni che segnano il cambiamenti e una diversa maturità.

I cormorani verte su contrasti: suoni e rumori forti ma anche lunghi silenzi, ed è molto interessante il parallelo portato avanti dall’inizio alla fine del film tra le scene di vita quotidiana dei ragazzi come l’andare sulle giostre, al lunapark o le chiaccherate su una panchina nel centro commerciale.

Qui per scelta e per motivi tecnici (liberatorie e luoghi affollati) la telecamera è concentrata su di loro e tutto il resto è in secondo piano, quasi sfuocato come la visione che possono avere loro del mondo degli adulti e le scene nel bosco da cui parte proprio il film; un bosco intricato come può essere il periodo che vivono i ragazzi ma anche portatore di scoperte e nuove esperienze per crescere.

I Cormorani : novità stilistica e vissuto di ognuno di noi. Da vedere!

 

I CORMORANI E IL DOCUMENTARIO CREATIVO CONTEMPORANEO: Appunti da una masterclass

In occasione delle proiezioni di questi giorni a Trieste del film “I cormorani” si è svolta presso la Mediateca della Cappella Underground una masterclass ad ingresso gratuito su: “Il documentario creativo contemporaneo. Produzione, Scrittura e Regia.”

Da appassionata di cinema oltre che di teatro non potevo lasciarmi scappare l’occasione di andare a curiosare un po’ e scoprire qualche cosa di più sul dietro le quinte della creazione di un film.

Bobbio e la Strani Film

Procediamo con ordine. La Masterclass è stata tenuta da Fabio Bobbio( regista del documentario creativo ‘I cormorani’), Mirko Locatelli e Giuditta Tarantelli, con la partecipazione straordinaria di Fabio Cavenaghi.

I tre, insieme a Paolo Cavegnaghi hanno fondato la “Strani Film”, società di produzione cinematografica con sede a Milano e con sede distaccata, inaugurata proprio ieri, a Trieste che ha prodotto giustappunto il film in questione.

Locatelli ha raccontato della collaborazione con Bobbio nata dopo la partecipazione da studente universario di quest’ultimo a uno stage nel 2003 nella precedente casa di produzione di Locatelli e Tarantelli (“Officina Film”), la formazione di Bobbio tra Argentina e Spagna con la collaborazione con importanti registi di queste nazioni e il rientro nella sua terra (il Canavese, in cui è ambientato il film, ndr)

Perché avete prodotto ‘I cormorani’?

è la domanda centrale della masterclass

Bobbio ha posto una grande sfida ai produttori, nonostante l’affidabilità e la reputazione che portava come bagaglio: creare un film su due ragazzi tra infanzia e adolescenza, ambientato in un bosco della sua terra, e senza sceneggiatura.

L’assenza di sceneggiatura di partenza per il film è stata una sfida colta al balzo dai produttori colpiti in primis dal tema proposto e da questa modalità nuova, rischiosa ma altrettanto stimolante.

Questo ha prodotto una maggiore rilevanza delle reazioni e dei comportamenti reali dei ragazzi in scena poi

AUTORE- PRODUZIONE E LA COMUNIONE DI INTENTI

Alla base di un rapporto ottimale quindi, ed è un aspetto che chiunque voglia fare cinema deve tenere presente, è l’affinità con la linea editoriale per questo è stato più volte sottolineato da regista e produttori l’importanza della condivisione della dimensione del progetto tra autore e casa di produzione e il ruolo del produttore nel garantire ad un film dignità e distribuzione a partire ad esempio da attività ed iniziative per sostenerlo e ‘lanciarlo’

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