Mario Incudine, poliedrico artista-cantastorie, porta sul palco la musica di Domenico Modugno con lo spettacolo Mimì – Da sud a sud sulle note di Domenico Modugno, di e con Mario Incudine, al Teatro dell’Elfo di Milano dal 10 al 14 giugno. Con i testi di Sabrina Petyx, la regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino, gli arrangiamenti musicali di Mario Incudine e Antonio Vasta.

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Un viaggio. Da Sud a Sud. Sulle note delle canzoni di Domenico Modugno, quelle legate alla Sicilia, a una terra che lui ha adottato perché, come gli disse Frank Sinatra _“Fingiti siciliano! La Sicilia la conoscono tutti, tutti sanno dov’è e poi il dialetto è molto simile al tuo, al pugliese. Fingiti siciliano e conquisterai il mondo!”_ Un viaggio quotidiano verso una terra straniera chiamata palcoscenico, una terra da dovere raggiungere e conquistare.

Le aspirazioni di un uomo del Sud chiamato Mimì, ma che potrebbe avere mille nomi diversi, una storia fatta da mille storie, che si incrocia con quella del suo interprete scorrendo su linee parallele che, sovvertendo ogni regola, si incontrano in uno spettacolo in cui Mario Incudine e Domenico Modugno ci raccontano un mondo che cambia, che lotta, che sogna, che sfida convenzioni e stereotipi.

Cosa può dirci dello spettacolo?

Esiste tutta una produzione “minore” di Domenico Modugno che descrive quel mondo meraviglioso che è la Sicilia. Questo lo dobbiamo ad un episodio, che ho trovato particolarmente curioso, avvenuto agli albori della sua carriera musicale durante il quale Frank Sinatra consigliò a questo giovane artista, dopo averlo sentito cantare e aver saputo che proveniva dalla Puglia, di nascondere le proprie origini e di dire invece di essere siciliano. Questo perché il siciliano, al tempo, era praticamente l’immagine che il mondo aveva dell’Italia e quindi chiunque sarebbe stato in grado di riconoscerlo come dialetto.

Seguendo il consiglio Modugno riuscì a fondere la propria musica con una sua versione di siciliano arrivando a creare le perle che poi hanno rappresentato la spina dorsale della sua incredibile carriera e creato la sua reputazione come cantattore.

Cantattore?

Sì perché lui andava oltre la figura del cantastorie. Prima ancora che Walt Disney facesse parlare gli animali nei suoi film animati, Modugno, durante i suoi spettacoli, dava la voce a tutte le creature che popolavano le sue storie rendendolo in grado di intrattenere il suo pubblico per intere ore con delle novelle che restano comunque attuali dato che molte riguardavano temi come la discriminazione e lo sfruttamento dei lavoratori.

È stato in grado di raccontare delle storie incredibili ma, soprattutto, è stato in grado di raccontare una Sicilia come nessun siciliano avrebbe mai potuto fare grazie ad un occhio disincantato ed oggettivo che gli ha permesso di mostrare un lato di quella terra che praticamente nessuno aveva mai mostrato.

Per questo ho deciso di portare in scena questo spettacolo, il repertorio di Modugno è così ampio e unico che non potevo permettere che ne fosse conosciuto solo quella minima parte che ha fatto il giro del mondo.

Quindi lo spettacolo sarà un viaggio nel passato di Modugno per conoscerne le origini artistiche?

Sì, seguiremo le sue orme del viaggio che ha portato lui e le sue canzoni in ogni parte del mondo. Un viaggio che però non ha fatto solo lui ma che è stato compiuto da migliaia di italiani che si sono visti praticamente obbligati a migrare al nord in cerca di fortuna o, nella maggior parte dei casi, semplicemente di un futuro migliore.

È il nostro modo per rendere onore a tutte quelle persone che, come Modugno, hanno avuto il coraggio e la determinazione di affrontare le incertezze della vita per andare a conquistare con le proprie mani le occasioni per migliorarsi e scoprire il mondo.

Tornando sul repertorio di cui ha parlato prima, che lavoro avete fatto per trovare questo lato nascosto di Modugno?

Prima di tutto abbiamo fatto un’analisi completa di tutta la discografia di Modugno per andare a trovare tutti quei lavori che, per un motivo o per un altro, non sono arrivati al grande pubblico. La sorpresa più grande è stata trovare alcuni di questi brani in siciliano tradotti in francese di cui praticamente nessuno aveva mai sentito parlare e che porteremo sul palcoscenico. Questo dimostra come, a prescindere dal successo, abbia sempre avuto un occhio per il panorama internazionale pur di far conoscere al mondo la bellezza e la unicità del dialetto siciliano.

Dopo aver scoperto tutto questo non posso che chiedermi se non ci sia altro da trovare legato alla vita di uno degli artisti più influenti nel mondo e per questo ho intenzione, una volta finito lo spettacolo, di ricominciare la mia ricerca così da poter portare alla luce tutto il genio e il talento di Domenico Modugno.

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