Narrautori 1Venerdì 25 Gennaio, in un vortice di parole, storie, poesie, applausi, cronometri, punteggi, luci basse e alcolismi più o meno evidenti, si è consumata la prima memorabile serata del “Club Dei Narrautori” concorso letterario per scrittori emergenti che si contendono il premio in palio (una pubblicazione editoriale!) a suon di versi e colpi di scena da orbi  e che si svolge al KO, un gioiellino di locale nel cuore di San Lorenzo a Roma.

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La giuria tecnica e la giuria popolare, capitanate dai due imbonitori, nonché organizzatori della serata,  Danilo Cipollini e Jacopo Ratini ha ascoltato, votato e proclamato il vincitore dei primi 12 aspiranti scrittori: Daniele Fabbri, attore e scrittore. Noi della Nouvelle Vague Magazine  eravamo in prima fila ed abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui.

Prima serata del club dei narrautori: impressioni a caldo!

La serata è stata molto interessante, soprattutto rispetto ai reading  a cui ho precedentemente  assistito, che in genere sono serate abbastanza difficili soprattutto per via della perdita di attenzione del pubblico. Invece,  la formula delle letture brevi è una cosa che agevola molto la concentrazione e poi i due presentatori [Jacopo Ratini e Danilo Cipollini ndr] fanno molto bene il lavoro con la sala!

Il narrautore è una figura mitologica metà scrittore metà interprete : meglio scrivere e  lasciare libero il lettore di leggere per conto suo o scrivere ed interpretare i propri scritti, per colpire di più le emozioni di chi ti legge?

Secondo me scrivere, leggere, esibirsi sul palco, sono tutte piccole sfaccettature che riguardano l’estensione del proprio ego narcisista, per cui dipende molto dalle persone. Alcuni scrivono molto e poi si imbarazzano a leggere,  io, per esempio, che sono un fanatico sfrenato, già lavoro sul palco e non permetterei mai a nessuno di leggere le mie cose. In realtà il meglio non c’è;  il meglio è quello che uno preferisce fare, anche se, per chi ascolta, è sempre meglio ascoltare qualcuno che sappia interpretare la lettura ma il lavoro dello scrittore è una cosa che si fa prima per sé e poi per gli altri.

Gli scrittori che ti hanno ispirato

Tra gli scrittori umoristici che mi hanno portato a scrivere ce n’è uno  in particolare che mi piace moltissimo, si chiama Christopherfabbri Moore e, secondo me,  ha scritto uno dei  libri più belli della storia “Il Vangelo secondo Biff, amico di infanzia di Gesù”;  poi, ovviamente, i  vari autori comici e satirici del passato come ad esempio Swift o Mark Twain. Ho letto tantissimo libri scritti da attori comici (contemporanei  o meno) quando ero piccolo leggevo molto i libri di Giobbe Covatta che aveva un tipo di comicità particolare; nonostante lui fosse un comico napoletano, faceva parodie, rivisitazioni, di classici tipo “Il Vangelo”,  “Libro Cuore”…  Per quanto riguarda la vena surreale c’è una raccolta, un magazine piuttosto  famoso per i racconti surreali  che si chiama “out of the blue” (http://www.outoftheblue.ilcannocchiale.it/) dedicato soltanto alla letteratura e alle illustrazioni surreali, che il mio amico e collega Saverio Raimondo ha portato avanti per un periodo,  magazine su cui, tra l’altro, avevo pubblicato la prima versione del racconto che ho portato questa sera

Lo scrittore a cui non vorresti mai essere paragonato, anche di fantasia?

Allora fammi pensare…perché non vorrei tirare fuori il classico autore schifato tipo Fabio Volo o Federico Moccia…”non vorrei mai essere paragonato a”…è una domanda  difficile…

[passano vari minuti di riflessione durante i quali io bevo, telefono a parenti lontani e prenoto le vacanze di natale del prossimo anno… per non interrompere il flusso di pensieri di Daniele]

Lo scrittore a cui non vorrei mai esser paragonato è Tiziano Terzani! (Cosa di cui tra l’altro non penso ci sia il  rischio). Perché Tiziano Terzani diceva delle cose bellissime ,dovute alla sua grande  esperienza di viaggi  (e i diari di viaggio penso siano il tipo di letteratura che preferisco in assoluto) però, nella sua opera, in tutto quello che scrive, c’è una grande ricerca dello stimolo altrui al cambiamento, che io rispetto, tantissimo, e  anzi, credo che tante delle cose che ha scritto lui mi abbiano oggettivamente cambiato la vita ma non vorrei mai che, in quello che faccio io, si percepisca questo intento.  Il mio intento non è mai quello di cercare di comunicare agli altri “fate qualcosa così la vita migliora” io voglio cercare di astrarmi da questo tipo di comunicazione e voglio semplicemente raccontare un tipo di storie diverse da quelle che si sentono normalmente,  per dare un’altra porzione di immaginario alle persone…e  poi le persone hanno il loro immaginario che comprende anche  la mia piccola parte e ci fanno quello che vogliono

Tutti gli scrittori  vantano almeno una frase celebre che verrà ricordata, dicci la tua:

Posso dirtene  due o tre?

[certo!]

  1. La prima è una domanda retorica….

Ai funerali dei nudisti le bare sono trasparenti?

  1.  Adoro le donne che durante il sesso urlano, chissà come sono al di qua della parete
  2. L’ultima è più una riflessione  “Terence Hill da giovane faceva film in cui viaggiava in autostop o con i pattini poi ha fatto “don Matteo”, in cui viaggiava in bicicletta, poi ha fatto la guardia forestale (in “un passo dal cielo” ) in cui viaggiava a cavallo quindi Terence Hill secondo me… non ha la patente!

 

E con questa direi che possiamo benissimo chiudere l’ intervista, ricordando che, se sei uno scrittore di poesie e racconti e vuoi partecipare a ” Il Club dei Narrautori” devi inviare la tua richiesta di partecipazione tramite un messaggio privato alla pagina facebook: http://www.facebook.com/IlClubDeiNarrautori?fref=ts

Prossimo appuntamento l’8 febbraio.

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