Ha debuttato venerdì sera al teatro La Contrada di Trieste “Il fu Mattia Pascal”, nuova produzione de La Contrada con Arca Azzurra Teatro e in collaborazione con ABC produzioni. Lo spettacolo sarà in scena fino a mercoledì 23 Gennaio


foto di scena ©SaraCima

Tre personaggi: Mattia pascal, Adriano Meis, il redivivo Mattia Pascal

Chi non ha mai desiderato di poter ricominciare da zero, come vuole?

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Mattia Pascal, ottantaduemila lire e un atto di riconoscimento di morte a suo carico, ne ha la possibilità.

Ha l’opportunità di allontanare quell’etichetta di ”scioperato” che gli è stata cucita addosso dai parenti, da una vita di agi ma anche di scelte sbagliate e di dolori, anche forti.

Così da Miragno, paesino ligure, prende il primo treno e parte verso Roma, dove cerca di iniziare una nuova vita, questa volta nelle vesti di Adriano Meis.

Ora  il fu Mattia Pascal può sorridere…ma quanto durerà?

Vivrà la libertà con quella che crede la sua vera identità poiché scelta da sé o si ritroverà a dover scappare anche da questa?

Daniele Pecci è il Fu Mattia Pascal

In questo nuovo allestimento de ‘Il fu Mattia Pascal’ pirandelliano, già oggetto di ricerca teatrale nelle passate stagioni, protagonista, col ruolo del titolo, è Daniele Pecci.

Pecci ci restituisce il tormento, la ricerca di un’identità vera e il pieno senso di liberazione una volta diventato Adriano Meis.

A completare ed arricchire il cast, dando vita a molteplici personaggi un cast che vale per due: Rosario Coppolino e Maria Rosaria Carli, Giovanni Maria Briganti, Vincenzo Volo e alcune conoscenze del pubblico triestino molto amate: Adriano Giraldi, Diana Hobel e Marzia Postogna .

La scelta registica di Guglielmo Ferro

La regia di questo allestimento è a cura di Guglielmo Ferro, che opta per una scenografia semplice che sottolinei esclusivamente i dialoghi tra i personaggi e che riporti al mondo di Mattia.

Ecco perché una volta aperto il sipario ci troviamo davanti a una serie di scaffalature di libri che ci immerge anche visivamente nella sua nuova esistenza.

Pannelli mobili che ci permettono, in più, di osservare ed entrare a far parte delle tre vite di Mattia Pascal tra ricordi e quei “morti viventi” che si trova a dover affrontare.

I portali del baratro sono sempre in azione. Si aprono e si chiudono su ricordi, incubi, amori, malumori, famiglie, donne, città.

Dalle note di regia…

“È uno stare in equilibrio di Mattia sulla scena. E allora Mattia è un codardo o è un eroe negativo? È Mattia Pascal e si tiene in bilico… con il rischio di cadere sempre giù.”

Da qui il desiderio che emerge con don Eligio (suo interlocutore e custode del flusso di coscienza in cui ripercorre la sua storia) di porre la sua vicenda in letteratura.

Qualcuno potrà forse compatirlo, ma magari qualcuno potrà trarre una lezione.

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