La danza è un’arte che descrive da sempre l’espressione di un movimento corporeo armonico scandito da un ritmo. Un’arte antica che appartiene a tutte le culture e che si esprime attraverso il corpo in modo improvvisato o secondo una coreografia prestabilita. Nel corso dei secoli è documentata quasi sempre in associazione ad altre arti come la musica, il teatro e il canto. Proprio per questo suo fascino incondizionato, la danza è anche la forma di arte che ha letteralmente conquistato la cinematografia, fin dagli inizi.

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Il presente libro (Gruppo Editoriale Gedi, 2020, pagine 236, con immagini) ci racconta la danza nel cinema nei primi anni del Novecento con riferimenti -perlopiù poco noti al grande pubblico – a Loïe Fuller, Ruth St. Denis, Peter Elfelt, Georges Méliès, David Griffith, Alice Guy, Ugo Falena, Dudley Murphy, Adolph Bolm e molti altri. Così scopriamo che Serge Lifar, l’iconico danzatore dei “Balletti Russi” in seguito étoile e direttore dell’Opéra di Parigi realizzò una serie di film-documenti per la sua compagnia e per il suo Maestro Nijinskij, verso la fine degli anni Venti.

Un altro capitolo è dedicato alla danza nei film di animazione, dai primissimi del 1902 fino a quelli indimenticabili di Walt Disney, uno su tutti “Fantasia” con gli attenti riferimenti al grande repertorio classico accademico, cartone animato composto da otto segmenti impostati su brani di musica classica, sette dei quali eseguiti dall’Orchestra di Filadelfila, con una selezione (tra gli altri) dal balletto “Lo Schiaccianoci” di P.I. Čajkovskij, sottolineando l’alternarsi delle stagioni, rappresentando una varietà di danze con fate, funghi, pesci, fiori e foglie, tra cui la “Danza della Fata Confetto” raffigurato con delle fatine alle prese con i fiori, la “Danza cinese” con dei funghetti che ballano, la “Danza degli zufoli” con delle ninfee capovolte, la “Danza araba” con dei pesciolini e la “Danza russa” con dei cardi e viole del pensiero danzanti, per concludersi con il sognante “Valzer dei fiori” con le fatine dell’autunno e dell’inverno.

Non potevano mancare le pellicole cinematografiche in omaggio al nuoto sincronizzato o meglio denominato “nuoto artistico” a partire dal 2017, inquadrato quale disciplina tecnico-combinatoria, che unisce il nuoto agli elementi ginnici e alla danza, in cui gli atleti eseguono esercizi coreografici in acqua in sincronia con la musica e ai componenti, riuscendo ad offrire prove tecniche e libere suddivise in “singolo, doppio o duo, o di squadra”, sottolineate dalla pratica combinata.

Diva incontrastata di questo genere spettacolare al cinema, irraggiungibile ancora oggi, è stata Esther Williams, con diversi titoli musicali che prevedevano ccoreografie acquatiche, tra cui “Bellezze al bagno”, “Zigfield Follies”, “La matadora”, “La ninfa degli antipodi”.

La pubblicazione della Camponero prosegue con un corposo apparato dedicato ai più celebrati e celebri film sulla danza e sul ballo, a partire da “Scarpette Rosse”, passando per “I racconti di Hoffmann”, per parlare del genere Musical e della sua coppia regina Fred Astaire e Ginger Rogers.

Film musicali che ancora oggi fanno sognare perché sono diventati dei classici che ogni cinefilo o semplice amante non può sottrarsi dal vederli e rivederli, titoli come “Un americano a Parigi”, “Cantando sotto la pioggia”, “West Side Story”, “Sweet Charity”, “Cabaret”, “La febbre del sabato sera”, “Greese”, “All That Jazz”, “Saranno famosi”, “Flash Dance”, “Footloose”, “Dirty Dancing”, “Billy Elliot”, “Moulin Rouge”, “Chicago” ma anche più impegnati come “Due vita, una svolta” oppure “Il sole a mezzanotte” con il grande ballerino Michail Baryšnikov o “Il cigno nero” che attinge direttamente dal “balletto dei balletti” per eccellenza, “Il lago dei cigni”.

La danza e il ballo dunque, pagina dopo pagina, diventano terreno per il cinema nel mostrare la sua potente dimensione applicata al linguaggio muto del corpo, lasciando fuoriuscire quell’artisticità che non è solo intrattenimento ma anzi è sinonimo di espressività e di emozioni.

Completano il libro una raccolta di schede sui cineasti sedotti dalla danza e un capitolo dedicato al tango trasposto sul grande schermo.

L’autrice, Francesca Camponero.

Giornalista, critico di danza e di teatro. Autrice di “Incontri, davanti e dietro le quinte” (2014), “Stelle della danza sotto il cielo di Nervi” (2017), “Grandi coreografi per grandi balletti” (2018), “Il fenomeno mediatico Roberto Bolle, l’ultimo dio della danza” (2019). Ha scritto inoltre due commedie. “Il tavolo per quattro” (2016), “La casa in campagna” (2020).

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