Studiare un evento teatrale dall’interno, entrare nelle viscere dei sentimenti di un attore.

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La ghiotta occasione si presenta con “PASOLINIANA” di Progetto Brockenhaus durante il quale l’attrice Federica Anderlucci ci racconta come ha vissuto questa due giorni di celebrazioni per l’anniversario della morte di Pasolini avvenuta il 2 Novembre  del 1975.

VENERDÌ 01 NOVEMBRE 2013 

Appuntamento pomeridiano all’oasi LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) per tutte le comparse selezionate per l’evento “PASOLINIANA” del progetto Brockenhaus.

Arrivo alla sede della LIPU dove ad attenderci c’è un ragazzo che gentilmente ci indica il percorso da seguire (all’interno dell’oasi naturale) che ci condurrà dagli altri al Parco Pasolini dove è stato eretto il monumento in memoria del nostro amato scrittore, poeta, giornalista, regista e sceneggiatore.

Li ci incontriamo appunto col resto del gruppo: gli attori protagonisti e i performers con i quali avevano lavorato sulla messa in scena della performance. Mentre gli altri se ne tornano, noi ci intratteniamo in conversazione con Elisabetta Di Terlizzi, ideatrice e direttrice dell’evento, nonché attrice protagonista nel ruolo di Pier Paolo Pasolini. Elisabetta ci illumina sull’intento del progetto, sulle sue idee di messa in scena e sul percorso itinerante, all’interno del parco, lungo il quale la performance avrà luogo. Ci accompagna a ritroso a percorrerlo, lasciandoci immaginare quello che accadrà l’indomani mattina e spiegandoci quali saranno i nostri ruoli e le nostre posizioni.

Il primo impatto è stato forte, la location era molto singolare: da un lato un oasi di Natura che ci riempiva gli occhi di un verde rilassante e dall’altro una caotica strada provinciale che ne disegnava il perimetro. Il cinguettio degli uccelli e lo starnazzo delle oche in netta contrapposizione con il rumore delle macchine e i motori degli aerei che, trovandoci non distanti dall’aeroporto, passavano con una certa frequenza.

Un contrasto in realtà “non a caso”, ci viene spiegato…un contrasto che esiste perché esiste la natura e esiste il caos e quando questi si scontrano perché non dargli risalto?

Un contrasto che se ci pensiamo esiste soprattutto nei racconti  pasoliniani, nei suoi film dove spesso il sacro si fonde col profano, dove vi è sì una ricerca e un’analisi antropologica, umana e psicologica dei personaggi che si fonde però col fascino e con il degrado della vita comune…della realtà di tutti i giorni.

Ma tornando a noi, arriviamo passo dopo passo (ormai con delle torce ad illuminare il sentiero) al punto di inizio, da dove partirà la performance e dove ci riuniamo con gli altri.

Siamo circa una trentina di persone, tra cui come accennato i cinque attori protagonisti: Elisabetta Di Terlizzi, Piera Gianotti, Frida Vannini, Riccardo Palmieri e con la partecipazione di Francesco Rossetti; i quindici performers che avevano seguito con loro un laboratorio nei giorni precedenti; e noi dodici comparse a cui sono stati assegnati i ruoli di “diavolo” (io ero tra questi) o di “angelo”. Ovviamente il chiosco dei diavoli era il simbolo della trasgressione, della libertà, del “profano” mentre la figura degli angeli rappresentava quel “sacro” fuso al vizio, e quindi allo stesso tempo anch’essi liberi di agire.

A questo punto ci sediamo tutti all’interno della baita della LIPU e ci presentiamo singolarmente uno ad uno. E’ stato un bel momento di scambio, di approccio l’uno all’altro e di comunicazione. In quello stesso momento mi torna alla mente qualcosa che avevo letto sul progetto e cioè che i cinque attori protagonisti erano assolutamente somiglianti agli attori dei film di Pasolini che loro andavano ad interpretare in questa performance…e solo allora realizzo quanto effettivamente fossero simili le loro sembianze, incredibile davvero!

Giunti ormai a sera, stabiliti gli abiti da indossare ci salutiamo e ci diamo appuntamento all’indomani mattina alle 9:00 in punto per rifare insieme il percorso e andare in scena per le 11:00.

SABATO 02 NOVEMBRE 

Ci ritroviamo allo stesso posto dove ci siamo lasciati qualche ora prima. Ci accingiamo a prepararci tra abiti e trucco e poi via per il percorso a sistemare oggetti di scena, a chiarirci gli ultimi dubbi ed a sporcare di colori i nostri corpi. Nel prepararci mi godo racconti, emozioni e preparativi di ognuno di noi, emozionatissima di sapermi partecipe di un evento a me così caro sia artisticamente che affettivamente dato il motivo che credo in primis legasse ognuno di noi presenti: la memoria di Pier Paolo Pasolini in occasione dell’anniversario della sua morte (2 Novembre 1975). Ma pur essendo così felice mi sale di un po’ di rammarico nel non potermi vivere da spettatore una performance che si stava prospettando molto emozionante e originale.

Lo spettacolo si apre con gli attori che accolgono e intrattengono il pubblico con una loro esibizione iniziale (che io purtroppo non ho potuto vedere perché già in posizione lungo il tragitto) per poi condurlo all’entrata del sentiero attraverso cui, passando per piacevoli intrattenimenti, avrebbero raggiunto il parco Pasolini, dove era prevista la scena finale.

Il percorso inizia con una schiera di prostitute che si dilettano tra canzoni popolari e pezzi di recitazione. BELLE…belle queste prostitute romane e romanacce in perfetto stile pasoliniano, dove anche essere prostituta assume le sembianze di un mestiere di rispetto perché c’è la piena consapevolezza dell’ “essere donna di strada”,senza paura né vergogna.

Alla fine di questo primo tratto di sentiero si apre un piazzale dove vanno in scena le varie strepitose performance degli attori che rappresentavano, come accennavo prima, i vari personaggi dei film e dei cortometraggi di Pasolini, ne cito alcuni: Maria de “Il Vangelo secondo Matteo”; Assurdina Caì de “La terra vista dalla luna”; Emilia di “Teorema”; i vari personaggi interpretati dal grande Ninetto Davoli etc…

Superlativi gli attori, splendido e toccante lo scenario…colorato dalle azione fisiche messe in scena dal chiosco dei diavoli e dal viale degli angeli. Curioso l’aspetto, già descritto, del contrasto tra un momento così solenne ed artistico e una realtà oltre quell’inferriata dove gente di passaggio vedendoci all’interno del parco vestiti da prostitute, da diavoli, da angeli e quant’altro si lasciano andare ai più esilaranti commenti che malgrado tutto non rompono quell’atmosfera ma anzi, ne entrano a far parte. Quel viale degli angeli di cui sopra si trasforma sul finale in un viale degli abbracci dove tutti noi presenti facciamo da cornice al passaggio di Pier Paolo Pasolini e Maria Callas (MEDEA), per poi muoverci dietro di loro all’interno del parco dove Pasolini fu ucciso e dove era previsto un tableau vivant rappresentante la sua morte.

Nel triste quadro finale si anima un simpatico e divertente ritorno alla realtà e un invito a quella tavolata allestita a festa (davanti al monumento) con ricotta, uva, pane, cioccolato e vino…il tutto a suon di twist in memoria di un ricordo sempre vivo e in omaggio a “LA RICOTTA” di cui cito la parte finale: “Povero Stracci! Crepare, non aveva altro modo di ricordarci che anche lui era vivo”.

La performance, seppur a questo punto giunta alla fine, si chiuderà definitivamente e simbolicamente quando la stessa ideatrice Elisabetta Di Terlizzi, di fronte al monumento dedicato a Pier Paolo Pasolini, farà spiccare il volo ad un piccolo aquilotto curato e rimesso in vita dai ragazzi della LIPU.

Sopra gli occhi dei tanti presenti e dentro i cuori di ognuno di noi, rimarrà sempre impressa l’immagine di quel volo libero verso il cielo, simbolo della stessa libertà che Pier Paolo Pasolini lassù avrà finalmente trovato.

“La morte non è nel non poter comunicare ma nel non poter più essere compresi” (P.P.Pasolini)

E’ sicuramente anche attraverso eventi come questi che lo terremo vivo per sempre perché compreso come merita di essere.

Foto di copertina fonte facebook (https://www.facebook.com/pages/Progetto-Brockenhaus/403013089740281)

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