E tu sei bellissima. L’eterno dubbio se trattenere o lasciar andare

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Si deve bene sapere nella vita quando è il momento di trattenere e quando è giusto lasciar andare.

Ce lo insegna E tu sei bellissima

Amarsi, troppo, per poi lasciarsi, pensarci, soffrire e ritrovarsi, per caso, in un altro luogo. Destino? Caso? Riprendersi o lasciare tutto com’è? Si tratta di scelte. Scegliere se lasciare una storia d’amore, la più importante, nei ricordi; o se riprovarci. Magari, chissà, potrebbe andare meglio. Sono questi gli interrogativi, e non solo, di uno dei testi più rappresentati di Claudio Proietti. Parliamo di E tu sei bellissima la più folle e potente storia d’amore che l’autore romano ha scritto e che, fino al 25 ottobre, dirige al Teatro L’aura di Roma.

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In scena Paolo e Cristina. Ex coniugi che per caso si trovano in una cittadina di provincia non specificata. Lei sta tornando a Roma, da Milano; lui sta andando a Torino ma, per causa di forza maggiore, che in questa sede non sveleremo, ha dovuto far tappa proprio lì.

Si incontrano per caso, dunque. Il destino li porta a discutere di quello che sono stati su una panchina, l’unico elemento scenico di cui si serve il regista per dare vita a questo racconto che appassiona, diverte e commuove. Flashback, ricordi, discussioni e risate tra i due, portati in scena da Laura Monaco, direttrice del Teatro L’aura, e Andrea Venditti.

I due attori sono ben calati nella parte, credibili nel raccontare un amore, o almeno un grande affetto, non del tutto finito. Lui, inconcludente e infantile, alla ricerca di certezze. Lei, apparentemente forte, ma che nasconde una grande nostalgia e un grande rimpianto per quello che avrebbe potuto avere ma che, purtroppo, ha dovuto lasciar andare. Il desiderio di maternità, di una stabilità affettiva. La voglia di fidarsi e l’impossibilità di farlo di fronte ad un uomo che, spesso, l’ha tradita. Il tradimento, dunque, non solo fisico ma anche emotivo. Delusioni continue che sono ancora vive nella mente di Cristina, così come la voglia di perdonare e la difficoltà di farlo, del tutto.

Attrazione fisica, empatia, divertimento ma anche tutto il rancore è ancora lì, presente, come se il tempo non avesse cancellato il dolore. Tutti questi elementi sono ben chiari nella scrittura del lavoro; un po’ meno, a volte, nell’interpretazione. Un’ora di spettacolo in cui, in alcuni istanti, gli attori, seppur continuino a restare ben calati nel personaggio, fanno sfuggire via le emozioni che in quell’istante vivono. Ciò accade principalmente quando sono i sentimenti più cupi a prendere il sopravvento. Cosa diversa, invece, per le parti in cui i ricordi piacevoli, la gioia, il divertimento sono protagonisti assoluti della storia.

Un testo elegante, raffinato per scrittura e regia. Ottime le luci che sottolineano il passaggi tra presente e passato. Belle le musiche che accompagnano la storia, sofisticate come il resto del lavoro. Ottimi i tempi comici di Andrea Venditti che strappano risate e applausi. Avremmo gradito, però, una neutralità nel linguaggio. La cadenza prettamente romana di Paolo, si scontra con la raffinatezza delle sue parole. Brava Laura Monaco nel far comprendere al pubblico quanto sia difficile lasciar andare un amore. Si deve bene sapere nella vita quando è il momento di trattenere e quando è giusto lasciar andare e l’attrice riesce ad esprimere perfettamente il dubbio, la difficoltà di questa scelta. Ottima la complicità scenica dei due attori, che ci auguriamo vedere ancora insieme su un palcoscenico.

Un buon lavoro, insomma, che diverte molto e tocca intimamente il pubblico. In scena fino al 25 ottobre.

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