Alla luce dei recenti fatti lo spettacolo ‘Ho scritto Italia sulla sabbia’ pare scritto apposta per la nostra meravigliosa terra che, dopo il duro periodo di pandemia si accinge a ripartire alla conquista di una normalità che sembrava non dover tornare mai.

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La giovane Eka, abruzzese classe ’84, disegna con la sabbia su un piano luminoso, utilizzando solamente dita e palmi delle mani, per creare immagini e trasformarle in una manciata di secondi.

La sua ultima emozionante performance, dedicata proprio alla situazione di emergenza sanitaria, è il promemoria di un momento inaspettato e tragico vissuto con la voglia di ricominciare, più forti di prima. Un talento straordinario quello di Eka (all’anagrafe Erica Abelardo), considerato anche l’ interessante background, che merita davvero di essere raccontato.

La raggiungiamo telefonicamente nel suo studio mentre in attesa di ripartire in tour, si allena al tavolo luminoso due ore al giorno altrimenti, come dice lei ‘ la mano si perde’.

Che studi hai fatto?

“Scuola di arte e fotografia. Sono grafica e ho studiato disegno, una tecnica fondamentale in questo caso perché nella ‘sand art’ bisogna avere delle basi da illustratore. E’ necessario curare tutti i dettagli dell’immagine e avere un occhio particolare per la sintesi”.  

C’è stata una bella gavetta, prima di raggiungere questi risultati incredibili …

“Diciamo che la mia storia è abbastanza particolare. Erano gli anni in cui praticavo con grande passione il pattinaggio artistico. Un giorno il mio maestro mi chiese di pensare a uno spettacolo un po’ diverso dal solito da portare in pista, e così decisi di avvicinarmi alle arti infuocate. Ho lasciato quindi il ghiaccio cimentandomi per ben dieci anni in uno spettacolo circense con il fuoco, ma era necessario un costante allenamento fisico e, dovendo lavorare come grafica, a un certo punto non riuscii più a trovare tempo a sufficienza per allenarmi. E abbandonai”.

Ma come sei arrivata alla ‘send art’?  

“Il pubblico mi mancava troppo e cercando una formula nuova per poter tornare a esibirmi senza eccessivi rischi,  scoprii curiosando sul canale you tube questa  affascinante tecnica”.

 

Dal ghiaccio, al fuoco, alla terra! La sabbia non sarà sicuramente pericolosa, ma tecnicamente pare davvero ingestibile…

“E’ un elemento sfuggente e va domata, proprio come il fuoco. Bisogna essere curiosi nella vita e io volevo avvicinarmi a qualcosa di nuovo, sperimentare. Per andare avanti bisogna provare a spingersi oltre il proprio talento. Per me questa è stata un’altra vera e propria sfida!”

E’ pesante l’allenamento quotidiano?

“Ormai è diventata routine. Ci vuole più che altro molta pazienza, e la disciplina che mi ha dato il pattinaggio, mi ha aiutato parecchio”.

Un disegno e via, ‘buona la prima’?

“No, figurati, soprattutto all’inizio è stata dura, anche perché, la prima volta che posti la sabbia sul tavolo, non ti escono certo le forme che vorresti!”.

Ricordi la tua prima volta in pubblico?

“Inverno 2011. Mi sono esibita all’interno di un vernissage dove contemporaneamente, stavo esponendo una mia scultura” .

Come scegli le musiche, che accompagnano le tue performance?

“Vengono scelte in linea con il tema che si deve rappresentare. Io preferisco fare collaborazioni con musicisti dal vivo, con un’orchestra o una band.  Ora lavoro con un musicista che suona lo ‘hang’ uno strumento particolare che accompagna la sabbia, con delle sonorità tra il melodico e il tribale”.  

Hai un bagaglio di esperienze incredibile. C’è qualcosa che ti appassiona ma che dopo questi racconti di performance tra fuoco e ghiaccio, non ci aspetteremmo mai?

“Amo cucire, ed è un’altra passione che richiede pazienza! Ho studiato moda e design all’ università e ho imparato a crearmi da sola gli abiti di scena, per i miei spettacoli”.

www.abelardoerica.it

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