Se la geopolitica è un marasma, l’Eurovision Song Contest lo è due volte: ma con molto più mascara waterproof, strass e urla in falsetto. La prima semifinale dell’edizione 2025 si è consumata ieri sul palco della mega arena di Basilea, tra scenografie acide, look da festival alieno e un omaggio a Celine Dion che ha rischiato di mandare in cortocircuito i cuori degli eurofan storici.
A fare da padrone di casa: Hazel Brugger e Sandra Studer, elegantissime e pronte a svelare il verdetto della prima serata come due sacerdotesse dell’altopop europeo.
I qualificati: ecco chi ci sarà alla finalissima del 17 maggio
Diciamolo: non tutto è andato come previsto. Ma l’Eurovision è anche questo — un luogo dove la sorpresa è dietro l’angolo, e a volte il televoto il risultato di una ruota di fortuna ubriaca. I 10 qualificati (in ordine sparso) che rivedremo sabato sono:
Norvegia, Albania, Svezia (ci contavamo!), Islanda, Paesi Bassi,Polonia, San Marino (meriterebbe un articolo a parte),Estonia (anche questo!), Portogallo, Ucraina.
Cinque le nazioni eliminate senza possibilità d’appello: Slovenia (e questo ci piaceva), Belgio, Azerbaigian, Croazia e Cipro.
Seconda semifinale: ecco chi si esibirà domani
Domani sera, nuovo giro di giostra. Tra outsider, sorprese e qualche artista già predestinato al culto queer, questi i paesi in gara nella seconda semifinale:
- Australia: Go-Jo – Milkshake Man
- Montenegro: Nina Žižić – Dobrodošli
- Irlanda: Emmy – Laika Party (sì, il cane spaziale!)
- Lettonia: Tautumeitas – Bur man laimi
- Armenia: Parg – Survivor
- Austria: JJ – Wasted Love
- Fuori gara: Regno Unito Remember Monday – What The Hell Just Happened?
- Grecia: Klavdia – Asteromata
- Lituania: Katarsis – Tavo Akys
- Malta: Miriana Conte – Serving (probabile inno drag)
- Georgia: Mariam Shengelia – Freedom
Fuori gara: Francia Louane – Maman - Danimarca: Sissal – Hallucination
- Rep. Ceca: Adonxs – Kiss Kiss Goodbye
- Lussemburgo: Laura Thorn – La Poupée Monte Le Son
- Israele: Yuval Raphael – New Day Will Rise
- Fuori gara: Germania Abor & Tynna – Baller
- Serbia: Princ – Mila
- Finlandia: Erika Vikman – Ich komme
Come da tradizione, Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Spagna non devono passare dalle forche caudine delle semifinali. I cosiddetti Big 5 entrano direttamente in finale, premio per la loro costante generosità nel finanziare l’Eurovisione (e anche per il fatto che, almeno tre di loro, l’hanno proprio fondata nel 1956).
Alla fine, l’Eurovision resta un rito collettivo in technicolor, dove ogni canzone è una bandiera e ogni outfit una dichiarazione d’intenti. E se qualcuno ancora osa dire che “non è musica seria”, lo invitiamo a guardare dritto negli occhi Milkshake Man e dirlo di nuovo.