Festival del teatro greco a Siracusa, intervista a Sebastiano Lo Monaco

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Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica prima di diventare (nel 1989) capocomico e produttore dei suoi spettacoli, Sebastiano Lo Monaco lavora in teatro anche con Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Adriana Asti, Annamaria Guarnieri, Giustino Durano.

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Con la propria compagnia produce spettacoli (nel quale è sempre protagonista) scritturando attrici come Paola Borboni e Alida Valli e registi come Giuseppe Patroni Griffi, Roberto Guicciardini e Mauro Bolognini.

Dall’11 al 24 giugno Sebastiano Lo Monaco sarà di nuovo sul palcoscenico con Edipo a Colono per la regia di Yannis Kokkos.

Edipo con Sebastiano Lo Monaco
Edipo con Sebastiano Lo Monaco

Cosa ci può dire del suo personaggio Teseo?

È uno dei primi sovrani del mondo classico e del mondo greco ad aver instaurato un regime di democrazia. Teseo è quindi il reggente illuminato della città di Atene e, dall’alto della sua posizione, pratica una politica dell’accoglienza sia verso gli stranieri che verso gli immigrati.

Con l’arrivo di Edipo nella sua città, Teseo non può quindi che accoglierlo nonostante la sua fama da patricida e nonostante le opinioni contrarie degli altri personaggi.

E cosa spinge Teseo ad ignorare il passato di Edipo? Come può giustificare lui e i suoi crimini al punto da farlo entrare nella sua città?

Perchè comprende che quei crimini e quelle colpe sono state indotte dal fato e dal destino, come dice Edipo stesso nello spettacolo quando afferma: “Quello che ho fatto io non l’ho fatto. Mi è stato fatto”.

Comprendendo il suo dramma, Teseo sceglie quindi di andare oltre le voci e le opinioni altrui e decide di vedere Edipo per quello che è, ovvero un uomo tormentato e vittima degli eventi ingiustamente perseguitato per tutta la tragedia.

A questo proposito, quanto avete mantenuto della tragedia originale?

Abbiamo cercato di cambiare il meno possibile del testo. Le modifiche si sono concentrate perlopiù sui tempi dato che, per come è abituato il pubblico di oggi, in pochi sarebbero riusciti a sopportare le tre ore del testo originale.

Abbiamo tagliato giusto le parti corali, per il resto non abbiamo voluto toccare ulteriormente l’opera di Sofocle.

Edipo con Sebastiano Lo Monaco
Edipo con Sebastiano Lo Monaco

Cosa può dirci invece del suo rapporto con il regista?

Guardi, di solito si usa dire, più per educazione che per altro, che il lavoro con il regista è stato perfetto e cose così.

In questo caso invece ammetto di essere completamente sincero quando dico che lavorare con Yannis Kokkos è stato meraviglioso. Una delle più belle collaborazioni che abbia mai avuto in quarant’anni di carriera.

In lui ho trovato una passione per il suo lavoro e una delicatezza che raramente ho visto in altri registi.

Lui greco e lei siciliano, come vi sentite ad esibirvi nella terra che ha dato vita al teatro con una delle opere più famose della storia?

In realtà non siamo particolarmente agitati. Io sono nato a pochi chilometri da Siracusa quindi, oltre a sentirmi più che siciliano, mi sento anche un po’ greco.

Fin da ragazzo ho respirato l’aria di entrambe le culture quindi, più che agitato, sono orgoglioso di esibirmi qui e per questo evento.

A proposito del Festival, cosa ci sa dire della sua storia e delle sue origini?

Beh sicuramente è uno dei più antichi d’Italia e uno dei più famosi. Quando sono in tournée, a prescindere da dove mi trovo, tutti mi collegano al Festival e a Siracusa.

Per concludere. Un uomo con la sua esperienza e con la sua storia ha sicuramente visto tutti gli alti e i bassi che il teatro ha attraversato durante gli anni. Come molti dei suoi colleghi, anche lei crede che il teatro italiano sia in crisi?

In realtà il teatro è sempre stato in crisi. Eschilo scriveva che il teatro era in crisi. Quando facevo i miei primi passi in questo mondo, i registi si lamentavano riguardo al fatto che il teatro era in crisi. Oggi si continua a dire che il teatro è in crisi.

La verità è che la parola “crisi”, in greco, vuol dire “evoluzione” e “cambiamento”. Il teatro quindi è in continua mutazione e questo capisco che possa spaventare molti artisti e registi ma la realtà è che, se non fosse così, il teatro finirebbe per morire a causa della stagnazione.

Chi vede questa “crisi” come un fattore negativo, evidentemente non si diverte più a fare il suo lavoro o ha perso quella follia che ci caratterizza tutti. E per lavorare nel mondo del teatro non puoi permetterti di essere una persona normale.

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