L’amore per il Topolino, le telefonate, un nome che continua a venir evocato e scelto: sono solo alcuni degli aspetti scelti da Paola Deffendi e Claudio Regeni per raccontare (insieme all’avvocato Alessandra Ballerini) il figlio Giulio nel libro “Giulio fa cose”.

“Giulio fa cose” è stato presentato in tre occasioni e luoghi diversi nello scorso fine settimana.

Una delle presentazioni ha avuto luogo proprio a Trieste, dove Giulio ha studiato e città di nascita e frequentazione dei genitori.

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A ospitare l’incontro, guidato dal giornalista Giuliano Foschini, il Cinema Ariston, scelto anche per la possibilità di proiettare il documentario “A Roma per Giulio” di Ivan Gergolet.

“Giulio fa cose” è un titolo liberamente ispirato al motto coniato da un amico di Irene (sorella di Giulio), Michele, che nei mesi successivi alla scomparsa del ragazzo in uno degli incontri del 2016 aveva affermato

Giulio continua a fare cose

A Roma per Giulio

Il documentario è costituito sia da una raccolta di servizi giornalistici televisivi che da una raccolta di video riprese dei ciclisti che hanno preso parte alla ciclostaffetta.

Novecento chilometri, dal 22 Settembre al 3 Ottobre 2018, da Duino a Roma (passando da Ferrara, Bologna, Prato, Firenze, Tarquinia e Ostia) con un unico obiettivo: ribadire la richiesta di Verità per Giulio Regeni.

Un monito evocato ovunque e in qualsiasi maniera possibile da tutte le persone a cui la storia, e la tragica fine, di Giulio sono rimaste attaccate al cuore.

Richiesta contenuta anche in una lettera che è stata consegnata a fin ciclostaffetta nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Una ciclostaffetta conclusasi con un grande evento a cui hanno partecipato artisti, attori e cantanti per ribadire che la storia di Giulio non attiene a una sola famiglia e che c’è tutta una generazione di Giulio accomunati dal desiderio di viaggiare, formarsi in un altro paese e dalla libertà di pensiero.

I ciclisti hanno fatto pedalare un’idea

Le telefonate

Un intenso paragrafo è legato alle telefonate ed a come queste si siano modificate.

Dalle videochiamate di Giulio tramite Skype in qualunque posto si trovasse ed a cui si affidava anche solo per chiedere alla madre consigli sulle ricette di cucina.

Alle chiamate che si succedono dal momento della scomparsa e poi dal ritrovamento di Giulio tra i genitori e l’avvocato Ballerini.

Telefonate che prevedono sempre un qualcosa di nuovo, positivo o (per lo più) negativo che sia; difese da prendere o riguardanti i consulenti, che come affermato dai genitori e dall’avvocato sono sempre emozionanti.

Topolino

Topolino. Un particolare piccolo ma importantissimo in tutta la vita e la storia dei Regeni, del papà Claudio e di Giulio dopo.

Il papà, emigrato coni genitori in Australia per dieci anni, manteneva il contatto con la propria lingua scritta grazie proprio al Topolino che la madre gli comprava lì.

Giulio, come affermato dalle insegnanti delle elementari, sapeva tante cose.

E ai genitori che, preoccupati da questo rimprovero delle maestre, avevano chiesto a Giulio il motivo, lui aveva risposto candidamente

leggo topolino!

Non ha mai smesso e tra i suoi tanti viaggi, ogni volta che tornava in Italia e a casa ne faceva riserva e si portava con sé nel paese di destinazione anche i Topolino.

Oltre agli effetti personali e alle cose che aveva a Il Cairo Giulio, i genitori hanno infatti portato nei primi mesi del 2016 anche uno scatolone. Colmo di Topolino.

Giulio e il ‘Giallo Giulio’, simbolo di condivisione

Giulio: un nome che a seconda di come viene pronunciato incorpora empatia o distacco, un nome che continua a essere evocato, anche grazie ai tanti genitori che hanno voluto così chiamare i propri figli.

Simbolo di una condivisione di valori.

Un nome che continua a far parte di un lessico famigliare che, citando Natalia Ginzburg, rimane e non può essere ucciso.

Molti sono gli aspetti evidenziati nel libro: chi è stato e chi sarebbe potuto essere Giulio, i desideri e i sogni che da sempre ha coltivato e che stava cercando di realizzare, le amicizie, il rapporto conflittuale con la stampa e nello stesso tempo la ‘scorta mediatica’…

Giulio Regeni ha unito e continua a unire persone di diversi luoghi, età, provenienze che testimoniano la magia della solidarietà e l’importanza di unirsi per un unico obiettivo: che non siano più Giuli e Giulie, in Egitto e in altre parti del mondo.

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