Good Vibration, la prima biografia italiana sui Beach Boys

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Sono stato in Italia con i Beach Boys e come solista. Amo il vostro paese e la sua storia che ho potuto ammirare, come il Vaticano e le tante meraviglie architettoniche. Le persone e la cultura sono eccezionali e non vedo l’ora di ritornarci! Ho incontrato più di una volta Aldo Pedron, uno dei fan più affezionati dei Beach Boys, ed è un mio amico in terra italiana. Il sapere dell’uscita di un libro italiano sui Beach Boys e su di me è una grandissima notizia!

(Brian Wilson, Beach Boys)

 

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Beach boys

Questa è la dedica che apre “Good Vibration” la prima biografia italiana dei Beach Boys  pubblicata da Arcana Edizioni da poche settimane la Biografia è curata da Roberta Maiorano giornalista e scrittrice, vanta collaborazioni  con la rivista «Jam» e il quotidiano «L’Indipendente», autrice di diversi libri tra ci Le canzoni di Simon & Garfunkel e Lucio Dalla: l’uo­mo che sussurrava al futuro e Aldo Pedron, tra i fondatori di “Mucchio Selvaggio” e diretto “L’ultimo Buscadero”

 

 Tre fratelli (Brian, Dennis e Cari Wilson), un cugino (Mike Love) e un amico dei tempi del liceo (Al Jardine), uniti da un’innata passione per la musica e trascinati dall’estro di Brian Wilson, controverso, sofferente, rivoluzionario, timido, geniale, fra i più grandi musicisti del secolo scorso.

Signori, ecco i Beach Boys, la più grande band d’America. Come su una tavola da surf, i quattro ragazzi hanno cavalcato le onde del successo e del fallimento a più riprese: dall’allegria di “Surfin’ USA” passando per l’immensità di “Pet sounds” e il mistero mai svelato di SMILE, l’album che avrebbe dovuto cambiare la storia del rock e che invece non vide mai la luce.

Mai diventati icona generazionale, ma band in continua evoluzione e involuzione, i Beach Boys hanno attraversato trionfi e cadute, risalite e clamorosi fallimenti, crisi mistiche e amicizie pericolose, dischi d’oro e battaglie legali, separazioni e ricongiungimenti.

 

Ne parliamo con la co-autrice Roberta Maiorano

 

Perché un libro sui Beach Boys? E Perché adesso?

A parte l’ammirazione che Aldo ed io abbiamo per il gruppo, è un omaggio che abbiamo voluto fare in occasione dei cinquant’anni dalla pubblicazione di “PET SOUNDS”, quello che viene considerato il capolavoro della band americana. Probabilmente alla maggior parte degli italiani non vuol dire niente, ma questo è un album seminale per gli appassionati ed esperti di musica.

Inoltre in Italia un libro biografico sui Beach Boys non esisteva. Valeva quindi la pena raccontare non solo la storia artistica ma soprattutto umana dei fatelli Wilson, una storia molto

Drammatica a dispetto della loro stessa musica.

La storia non solo artistica ma umana dei fratelli Wilson valeva la pena raccontarla. È molto drammatica a dispetto della musiche che loro stessi facevano.

Come la malattia mentale di Brian Wilson, genio tormentato, ma anche del batterista Dennis Wilson, il bello del gruppo che è stato molto vicino a Charles Manson

 

Cosa hanno rappresentato nella musica internazionale?

Sicuramente venivano definitivi i Beatles d’America. A metà anni ’60 c’era rivalità ma è in realtà una rivalità tra Brian Wilson e i Beatles, una sua voglia di superare la musica dei Beatles

Che è diventata un’ossessione, per cui ha perso la testa e non si è mai più ripreso. In America sono stati gli interpreti di una generazione, hanno  ispirato film come American Graffiti, un mercoledì da Leoni.

 

Qualche episodio divertente che si può trovare nel libro?

Mi viene in mente un album prima di Pet Sounds che è stato registrato dal vivo come se fosse una festa privata. Barbara Ann è nato proprio in questo disco…non a caso si sentono tante voci, il tintinnio dei bicchieri…nata come un cazzeggio, uno scherzo…anche se poi ha avuto il successo mondiale

Torneranno a suonare a Roma il 27  Giugno all’Auditorium. Che concerto dovremmo aspettarci?

Poco in realtà. Intanto del gruppo originario ci sono solo Al Jardine e la voce Mike Love. Ma sarà comunque un grande concerto dove riproporranno tutti i loro grandi classici

 

Che cosa ne pensi dell’editoria musicale?

Oggi è trafficata. Molti sono gli autori spesso anche  improvvisati. La proposta è davvero tanta.

La moda è quella di scrivere un libro…dalla Amoroso, a Lorenzo Fragola, chiunque scrive autobiografie o simili. Secondo me il pubblico lo confondi un po’.

 

Se dovessi consigliare ad un ragazzo di venti anni dei libri di musica a parte il tuo

Prima di tutto i dizionari della musica rock come le 1000 canzoni e i 1000 concerti che ci hanno cambiato la vita, questi sono la base. Poi le grandi biografie come quella di Dylan, soprattutto ora che ha vinto il Nobel, per capire il perché di questo premio

 

Cosa stai preparando ora?

Ora sto scrivendo il primo libro in italiano e forse l’unico in Europa sui Bee Gees. Quest’anno ricorrono i 40 anni de la “Febbre del Sabato sera”. Prima della pubblicazione di “Thriller” è stato il disco più venduto della storia. Voglio raccontare gli inizi, gli anni ’60, i percorsi che li hanno portato a scrivere canzoni come “Jive Talkin” o “ Massachusset”, fino ai giorni nostri. Facendoli conoscere un po’ meglio, raccontando una storia che va oltre la Febbre. Dovrebbe uscire in estate sempre per Arcana

Come nasce una biografia musicale, da dove si parte

Io parto dai dischi e poi risalgo alle origini,  a come un artista sceglie di fare questo mestiere, la realtà che vive da giovane. E attraverso i dischi racconto la loro storia.

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