Tra gli anni ’50 e ’60 dell’800 a spasso per Firenze, ma più precisamente al Caffè Michelangelo, ci si sarebbe potuti imbattere in un gruppo di artisti che erano soliti ritrovarsi a discutere e confrontarsi sulla pittura “moderna”, oltre che su temi sociali e politici. Erano i cosiddetti Macchiaioli: Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Silvestro Lega i più famosi. Vennero così soprannominati – con un termine dispregiativo che voleva far intendere il loro stile di pittura a macchie –  a partire dal 1862, in seguito alle loro prime esposizioni.

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La mostra

L’installazione introduttiva alla mostra.

Dopo esser passati per una sala dedicata ad un’installazione immersiva dove le immagini dei quadri corrono lungo le pareti (trovata poco originale che si ripete dopo la precedente esposizione dedicata ai più noti colleghi Impressionisti e ospitata nelle stesse stanze), la mostra organizzata al Museo Revoltella di Trieste si concentra sui grandi temi trattati nelle opere di questo gruppo di artisti. Una caratteristica comune per tutti, oltre il tratto veloce, sintetico ma a macchie, che riproduce “impressioni dal vero”, sono i luoghi ritratti: la Maremma, la campagna Toscana e la Liguria di levante. Saltano agli occhi i caratteristici paesaggi e la natura, l’uso innovativo del chiaroscuro che spoglia le opere dai dettagli, la quiete che permea tutti i quadri e i dipinti storici che, dai Macchiaioli, vengono attualizzati: prima questo genere veniva rappresentato attraverso la memoria di grandi gesta e di personaggi del passato, ora era caratterizzato da uno stile più vibrante di impronta “impressionistica”.

Allestimento, a destra Giovanni Fattori, Mandrie Maremmane, 1893 Olio su tela, 200×300 cm Museo civico Giovanni Fattori, Livorno ©

L’opera che più di tutte colpisce lo spettatore è sicuramente la grande tela di Giovanni Fattori Mandrie Maremmane che riesce a farlo immaginare di esser veramente attorniato dalle riconoscibili mucche maremmane. Questa si contrappone alle tante opere di piccole dimensioni, ma alle volte impreziosite da importanti cornici, che riempiono le sale.

Gli artisti

Come tutti gli artisti che segnano un cambiamento, non vengono compresi subito, ma nel Novecento vengono rivalutatati ed oggi sono considerati i precursori dell’Impressionismo, occupando un posto sempre più importante nella storia dell’arte europea. I principali protagonisti del movimento furono, oltre i citati Signorini, Fattori e Lega, anche Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Odoardo Borrani, Vito d’Ancona, Giovanni Boldini, Federico Zandomeneghi e vari altri esposti in mostra.

I punti di approfondimento

Dal punto di vista didattico, nel fitto percorso di mostra – ben 80 sono le opere esposte – sono stati inseriti tre “punti sosta” per fare una pausa e potersi confrontare con lo stile pittorico dei Macchiaioli: si scopre quindi il Ton Gris (l’uso dello specchio annerito, figlio dei pittori francesi della scuola di Barbizon), il valore delle ombre e la tonalità perfetta del colore. Tre approfondimenti sicuramente molto utili, che servono a capire meglio e ad apprezzare le peculiarità di questo movimento artistico, non sempre adeguatamente valorizzato.

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I Macchiaioli
fino al 10 aprile 2023 
Museo Revoltella, Trieste
https://www.arthemisia.it/it/macchiaioli-trieste/

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