di Carla Torriani

Sta per calare il sipario su Notre Dame De Paris. L’opera di Riccardo Cocciante e Luc Plamondon, tradotta in italiano da Pasquale Panella  chiuderà all’Arena di Verona il prossimo 7 e 8 Settembre dopo 10 anni di rappresentazioni.

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Era luglio del 2003 quando ricevetti una telefonata. Era il direttore di produzione di Notre Dame De Paris che avevo conosciuto qualche giorno prima nel corso di un viaggio a Colonia dove incontrammo la produzione di Cirque du Soleil  che l’anno dopo David Zard avrebbe portato in Italia con Saltimbanco.  “Tra una settimana conferenza stampa Verona per Notre Dame, diretta Rai”  mi annunciò in modo secco. Rimasi stupita “E io che c’entro con Notre Dame?” “Da questo momento c’entri” fu la sua risposta.

Ma era vero…che c’entravo io con Notre Dame? Non mi ero mai occupata di musical, di teatro.  E poi..non con una cosa da niente: diretta Rai 1 prima serata dall’Arena di Verona.  Peraltro l’opera non l’avevo mai vista. Conoscevo alcune canzoni come Bella e Vivere,  avevo ascoltato anche il cd nella versione francese, ma niente di più.

Così di punto in bianco mi ritrovai arruolata nella più importante produzione di quell’anno. Ma non solo. Da quel momento il mio percorso professionale prese un’altra strada.  Ovvio quindi che sia molto legata a Notre Dame.

Quella serata di Verona (la diretta televisiva fu seguita in media da 5 milioni di persone (di seguito il link dei saluti finali di Zard e la presentazione del cast e produzione) la ricordo con un po’ di nostalgia.

Una serata festosa e fastosa. Sul palco tutto il primo cast, quello con Lola Ponce, Giò di Tonno, Vittorio Matteucci e Graziano Galatone per intenderci.

Fu la loro ultima esibizione insieme. Lola lasciò per percorrere altre strade  mentre Vittorio e Graziano   (insieme a  Rosalia Misseri che qui era la seconda Esmeralda), erano nella produzione (sempre di Zard) di Tosca Amore Disperato di Lucio Dalla. Il loro posto fu preso da Ilaria Andreini  e Leyla Martinucci (Esmeralda), Fabrizio Voghera (Frollo), Heron Borrelli (Febo). Con loro e ovviamente con gli altri interpreti Chiara di Bari, Matteo Setti, Cristian Mini, Mattia Inverni, Alberto Mangia Vinci, Christina Gravina, Luca Velletri, Aurelio Fierro, Ilaria De Angelis, Giordano Gambogi, che inizia il tour autunno 2003, primavera 2004.  Tour che toccava i palasport di tutta Italia, ancora una volta, per il secondo giro.

Carla ed il cast 2011Mi trovai subito a mio agio. L’atmosfera era come quella dei grandi concerti a cui avevo lavorato per anni.  Non avrebbe potuto essere altrimenti. Zard è stato un grande organizzatore di concerti prima di incontrare Notre Dame e diverse figure della produzione venivano anche loro da li. Era quindi un po’ come stare in famiglia.  Ogni data era un successo. Ogni data in ogni città era un evento.

Lo era stato a Genova ad esempio quando, il 22 ottobre del 2003, lo spettacolo inaugurò il nuovo Palasport sul mare. Un vero e proprio varo, con tanto di taglio di nastro rosso (dovrei averne un pezzo da qualche parte ancora…). Lo fu a Milano dove restammo all’allora Mazda Palace per tutto il mese di febbraio 2004 festeggiando il San Valentino e il carnevale offrendo l’opportunità agli spettatori di farsi truccare gratuitamente come il personaggio preferito. Lo fu di nuovo a Roma quando il 14 marzo 2004 festeggiammo i due anni di repliche (ma non vi presi parte impegnata con Tosca a Milano). E a Verona, di nuovo a settembre 2004.

Le nostre strade poi si separarono per ritrovarsi lo scorso anno, a maggio, in occasione del tour del decennale. Un tour partito già con diverse polemiche. Fu contestato il cast che avrebbe dovuto vedere i primi protagonisti  o almeno una parte di essi.  Ma lo spettacolo va avanti per il titolo più che per gli interpreti. Tanto che anche la promozione è stata sempre improntata su questo principio. Tutti gli interpreti sono protagonisti e tutti devono avere il loro spazio.

Non è facile, non è facile tenere gli equilibri e dare spazio a tutti ma è possibile. Il nuovo cast era composto tutto di giovanissimi (tranne due, tre eccezioni..se per meno giovani si intendono tra i 28 e i 33 anni..), alcuni dei quali anche alla loro prima esperienza di palco. Ma si respirava subito un’aria di un gruppo molto unito. Un gruppo a cui mi affezionai subito. Forse perché, a differenza dell’altro tour,  me li “consegnarono” in toto.

Alessandra (Esmeralda),  Angelo (Quasimodo) , Emanuele (Clopin), Federica (Esmeralda), Giacomo (Febo), Lorenzo (Clopin/Quasimodo), Luca (Gringoire), Marco (Frollo), Oscar (Febo), Riccardo (Gringoire), Serena (Fiordaliso), Vincenzo (Frollo) (in democratico ordine alfabetico), ognuno con una storia diversa, con esperienze diverse, con caratteristiche diverse su cui fare leva per la promozione.

Il primo ricordo di questo nuovo giro sono le mani gelate di Alessandra e Federica quando le presi per condurle davanti alle telecamere del TG di Rai 1 per un’intervista nell’ambito della presentazione del nuovo tour che facemmo in una serata al Foro Italico nel corso degli Internazionali di Tennis. Le presi alla sprovvista e le condussi davanti alla telecamera insieme ad Angelo. Erano spaventate e non poco. Così Angelo le abbracciò e riuscirono almeno a dire il loro nome e il loro ruolo. (Vedi Link del servizio RAI)

Da quel momento oserei dire che diventammo inseparabili. Seguii quasi tutto il tour notando la loro crescita artistica e professionale e, anche se poco conosciuti, si fecero fin da subito amare dal pubblico che li segue con affetto (e con un nutrito e attivissimo fan club) anche al di fuori delle repliche di Notre Dame. Ricordo i bagni di folla di Firenze, Verona, Milano…gli striscioni di Napoli (e relative trombe da stadio).Fans Club

Tra tutte le date, quella più emozionante è stata sicuramente Verona. Affrontare quel luogo e quel palco non è semplice neppure per i più navigati. Ricordo Paola Neri ed io nel backstage ad abbracciare tutti, cercando di infondere coraggio e sicurezza.  E alla fine della prima serata, sotto il palco insieme a chi non era di scena (un rito spontaneo che si ripete ad ogni replica, segno di una forte unione del cast), ad applaudire tutti, insieme ai diecimila spettatori che, ancora una volta, erano accorsi a vedere questo spettacolo “spettacolare” (Le tre date di Verona registrarono circa 30 mila spettatori in tutto…non male considerando le polemiche di partenza).

E tra poche settimane si chiude. Il 7 e l’8 settembre calerà il sipario sulla produzione italiana più spettacolare di questi dieci anni. Probabilmente così …

E non aggiungo altro.



  

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