“Il teatro della taranta” (Tra finzione scenica e simulazione) di Brizio Montinaro

Il volume (Carocci Editore, Collana “Biblioteca di testi e studi” Antropologia Culturale, pagine 256 con figure) si apre con un saggio introduttivo teso a presentare al lettore, situandoli nel loro naturale contesto, cinque testi teatrali che Montinaro ha ritrovato.

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Attraverso l’analisi di questi testi e delle opere di illustri medici, filosofi, naturalisti e viaggiatori, l’autore giunge ad una visione antropologica del fenomeno nuova e affascinante.

In un continuo rovesciamento di prospettive, quasi fossimo in una sala degli specchi, passando dalla realtà alla rappresentazione, dalla finzione alla simulazione, si giunge a mettere in crisi il già saputo su un fenomeno tanto affascinante quanto misterioso e inquietante.

Autori dei testi teatrali sono i grandi scrittori del passato Pedro Calderón de la Barca, Luis Vélez de Guevara, Francesco Albergati Capacelli, M. Clément*** ed Eugène Scribe.

Così, mentre gli uomini di scienza si interrogavano sull’essenza del tarantismo e sulle cure per guarire da questa malattia, nei più importanti teatri d’Europa ci si dilettava e si rideva seguendo le vicende dei tarantati, veri o falsi che fossero, messi in scena in spettacoli di prosa e in acclamati balletti con star internazionali.

Il presente libro, è inclusa nella serie curata dal gruppo di studiosi riuniti nel progetto internazionale “Storia e memoria del tarantismo” promosso dalla Fondazione Notte della Taranta e dall’Institut Éthique Histoire Humanités (IEH2) dell’Università di Ginevra, ed ospita edizioni critiche di “classici” della letteratura storica, monografie di taglio storico-antropologico, etnografie sulla patrimonializzazione contemporanea, saggi di approfondimento bibliografico.

A cinquant’anni dalla pubblicazione della “Terra del rimorso” di Ernesto de Martino e sull’onda del rinnovato interesse scientifico e culturale per il tarantismo, la serie “Storia e memoria del tarantismo” si propone di riattraversare con nuovi strumenti ermeneutici la vertiginosa rete discorsiva che da secoli si costruisce attorno al simbolismo del ragno che morde e avvelena, alle prodigiose proprietà risanatrici della musica e alla storia della possessione europea.

Queste tematiche sono affrontate privilegiando il rapporto tra dimensione locale del fenomeno e circolazione globale del dibattito sull’argomento; le connessioni tra le interpretazioni del passato e le pratiche di reinvenzione contemporanee; il dialogo tra storia e antropologia come metodo interdisciplinare che consente di cogliere nella lunga durata variazioni e persistenze del significato attribuito al fenomeno.

L’interessante e storico libro di Brizio Montinaro tratta i seguenti temi: L’invenzione del tarantismo – Il tarantismo nella Spagna del Seicento: realtà e finzione teatrale – La tarantola nel teatro e nella realtà italiana del Settecento – L’Ottocento e le tarantole francesi – Le donne e l’accusa di simulazione. Modesta difesa. Il teatro della vita.

Inoltre si avvale dei testi “Entremés de la Franchota / La Franchota” di Pedro Calderón de la Barca – “Los atarantados / I tarantolati” di Luis Vélez de Guevara – “La tarantola” del Marchese Francesco Albergati Capacelli – “Le danseur éternel / L’eterno danzatore” di M. Clément*** – “La tarentule / La tarantola” di Eugène Scribe.

Chiude il tutto una accurata ed approfondita Bibliografia.

L’autore

L’autore, Brizio Montinaro, è attore e scrittore. Ha lavorato con alcuni maestri del cinema europeo: Miklós Jancsó (La tecnica e il rito), Luigi Comencini (Delitto d’amore), Alberto Lattuada (Oh! Serafina), Giuliano Montaldo (Circuito chiuso) e Theo Angelopoulos (O’ Megalexandros). È autore di: “Salento povero” (Longo Editore, 1976), “Canti di pianto e d’amore dall’antico Salento” (Bompiani, 1994/2018), “San Paolo dei Serpenti” (Sellerio, 1996), “Danzare col ragno” (Argo, 2007), “Il tesoro delle parole morte. La poesia greca del Salento” (Argo, 2009).

 

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