Intervista a Massimo Milazzo, regista de La Banda del Box 23

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Direttore del doppiaggio, regista, attore, Massimo Milazzo firma la regia del testo di Antonio Romano: La banda del box 23.

Lo spettacolo che vede in scena la compagna del regista Luciana Frazzetto, con l’autore, i fratelli Scaramuzzino, Stefano e Claudio, e Carlotta Ballarini sarà in scena dal 20 al 30 aprile al Teatro degli Audaci.

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A teatro mi annoio. Un illustre insegnante all’inizio della mia carriera di regista mi disse: “…il teatro avrà un futuro se riuscirà a competere con il cinema!“ Si legge questo nelle sue note di regia. A suo avviso, il teatro è riuscito a competere con il cinema?

Dal 1984, anno della mia prima regia teatrale, mi vanto di perseguire questo risultato.

Oggigiorno assisto a spettacoli che non tengono conto delle innumerevoli risorse che il teatro offre per essere competitivo con il cinema. Fellini sosteneva che l’intervento del suo musicista preferito Nino Rota a film montato, era come se il racconto venisse trascinato da “un alito di vento”.

Io do molto valore al sostegno musicale, importante, non ai fini di un mero siparietto tra scena e scena, ma come una sottolineatura di determinate atmosfere. Perfino sotto un dialogo.

Ecco, la parola ! Nel teatro dovrebbe evincere al disopra di tutto. Ma anche l’immagine, prerogativa del cinema, ha la sua importanza. L’illuminazione della scena! Anche questo è un altro aspetto a cui tengo in modo particolare. Cercando di nascondere la fonte da cui proviene la luce o utilizzando tecniche d’avanguardia che consentono al teatro di affermare sempre di più il suo fascino di spettacolo dal vivo.

Direttore del doppiaggio con oltre trenta direzioni tra film e programmi televisivi, ha doppiato anche film d’animanzione e cartoni animati. Ma ha un ricordo particolare di un doppiaggio che le è più a cuore?

La correggo in parte, i film da me diretti sono una cinquantina, ma all’anno e questo da quando ho costituito una società mia. Il personaggio a cui sono legato per averlo doppiato è quello di Tom, il gatto della serie “Tom & Jerry” l’unico cartone animato ad aver conquistato un Oscar. Tanto per ribadire che la voce non ha età.

Altro film a cui tengo è “L’attimo fuggente”. Non tanto per aver doppiato un piccolo ruolo ma per essere rimasto affascinato dalle gesta del professor Keating (Roby Williams) e dal suo modo di conquistare i suoi giovani allievi con metodi d’insegnamento molto efficaci e innovativi.

Dovrebbe essere motivo di approfondimento per tutti i ministri dell’istruzione che si alternano nei vari governi.

Quando le è stata proposta la regia de La banda del box 23 cosa l’ha spinta ad accettare questa nuova sfida?

L’argomento soprattutto. Cinque sventurati che per motivi di sopravvivenza decidono di costituire una banda. Diversi quindi da coloro che praticano la criminalità solo ed esclusivamente per il fatto di appartenere a cosche di varia natura. Senza dimenticare il monito finale che la dice lunga sul fatto di emulare certe gesta.

C’è un personaggio a cui è particolarmente legato?

Per essere onesto a tutti e cinque. Un regista vero non deve tralasciare nessun ruolo. Anche quelli più piccoli, e qui non ce ne sono. Per ottenere un ottimo risultato chi cura uno spettacolo ha l’obbligo di accompagnare l’attore fino alla “prima”. Dopodiché il testo diventa dell’attore stesso.

Ci sono elementi nel testo che ha preferito modificare? 

Nessuno. Ho solo cercato di valorizzare i due aspetti cruciali della pièce, sia quello grottesco che quello drammatico. In fondo la vita di che cosa è fatta.

In scena anche Luciana Frazzetto, sua compagna di vita. Dirige molti lavori di questa esplosiva e bravissima artista. Qual è l’ingrediente che permette a due persone di essere complici sia nella vita quotidiana che nel lavoro?

Incontrare Luciana è stato un colpo di fortuna. La nostra complicità si basa sul fatto di rendere “teatrale” la nostra vita quotidiana ricca di aspetti tragi-comici. Luciana viene paragonata a grandi attrici di un passato non troppo lontano. Peccato che i registi e i casting non vadano più a teatro. Chissà perché !? Altrimenti mia moglie sarebbe più famosa di tante sue colleghe che vantano presenze costanti nelle “ varie isole” !

Un invito ai lettori de La Nouvelle Vague Magazine

Amici, vi assicuro, non perdete l’occasione di venire a vedere “la banda del box 23 “. Per migliorare la propria condizione esistenziale a volte è più utile un momento di riflessione che bersi un drink in un lounge-bar. Tutto sommato costano la stessa cosa.

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