In scena al Teatro de’ Servi di Roma fino al 17 aprile Un bacio dai tuoi papà attualissima commedia scritta da Gianpiero Pumo e diretto da Gianluca Ferrato. Abbiamo avuto il piacere di rivolgere alcune domande al regista.

Gianluca Ferrato
Gianluca Ferrato

“Raccontare in Teatro, un fatto così delicato come quello trattato in questo testo di Gianpiero Pumo, è come salire sulle montagne russe”. Quindi pericoloso per definizione. Afferma questo nelle note di regia. Come ha affrontato tutta questa responsabilità?

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“L’ho affrontata mettendoci il mio senso del teatro, della civiltà, del mio modo di leggere il mondo e di giocare una partita. Fanno bene gli inglesi a chiamarlo “play”. E, proprio in ragione di tutto questo, non ho sentito il peso della responsabilità, ma solo la gioia di creare”.

Cosa ha pensato quando le è stato proposto di dirigere un lavoro così delicato, in un momento in cui l’argomento “Adozioni” è sulle pagine di tutti i giornali?

“Che poteva essere un’operazione furba, o invece, come nel nostro caso, un’operazione etica, che portasse luce, visibilità e una verità che per molti resta scomoda. E forse lo è.”

Come sono stati selezionati gli attori di questo spettacolo? Cercava delle caratteristiche specifiche?

“Cercavo attori che avessero un’anima divisa in due, dello spessore, possedessero un talento su cui potere lavorare e un sorriso sempre a portata di mano. Cercavo attori e non personaggi e cercavo chi avesse voglia di mettersi davvero in gioco. E due di loro, Mauro Conte, che per altro già avevo diretto un’altra volta e Carlo Zanotti li ho selezionati facendogli un provino. Che hanno vinto, sbaragliando il campo”.

Lo spettacolo ha già debuttato. É soddisfatto dei risultati ottenuti?

“Io non sono per natura mai soddisfatto, credo che il meglio sia sempre più in là di dove lo vediamo noi, e quindi so che ogni volta si potrebbe fare di più e meglio, ma stavolta anche in ragione del grande successo che il pubblico ci ha decretato ho seri motivi per essere pieno di soddisfazione e di gioia.”

Vuole darci una sua opinione sulla posizione della politica italiana in merito alle adozioni?

“Una battuta del testo dice: Argomento pericoloso”! Ma proverò a dire la mia. Credo che sia ora che le coppie di fatto, omosessuali o no, abbiamo diritti riconosciuti in maniera sacrosanta. Sono stanco di vedere coppie che lottano per avere ciò che ovunque, in tutto il mondo è ampiamente riconosciuto. E vederle, queste coppie, disperate e frustrate. Credo che i bambini abbiamo bisogno di amore. Punto. Da dove viene mi sembra un particolare, non da poco, ma che viene dopo. I figli sono di chi li cresce”.
Il pubblico come ha reagito?

Ci saranno altre tappe oltre che le date romane?

“Per il momento quello che sappiamo di certo é che dobbiamo onorare queste tre settimane di recite a Roma. Del doman, come si sa, non v’é certezza. Sappiamo tutti quanto siano duri i tempi di certo Teatro che non si porta appresso titoli altisonanti e nomi in cartellone che facciano rumore. Ma io spero con tutto il cuore che qualche inaspettata porta, si apra”.

Ha altri progetti in cantiere?

“In progetto ho la ripresa del mio monologo scritto da Massimo Sgorbani e diretto da Emanuele Gamba dal titolo “Truman Capote questa cosa chiamata amore” che ha debuttato lo scorso Febbraio a Firenze inaugurando il rinato Teatro Niccolini. Spettacolo a cui sono legato mani e piedi e che costituirà un grande passo nel mio prossimo anno Teatrale. Ripartirò da Firenze nel Gennaio del 2017 e di lì andrò a Milano, Torino e spero Roma. Per il resto si vedrà quello che il futuro ha in serbo per me.”

Per questo Articolo/Intervista le immagini sono state fornite dall’ufficio stampa dell’artista/spettacolo. Si declinano per tanto ogni responsabilità relative ai crediti e diritti.

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