E’ in scena fino al  9 novembre al Teatro Stabile Sloveno di Trieste una spumeggiante ed originale Locandiera che da anche l’avvio alla nuova stagione del teatro.

Il commediografo Carlo Goldoni scrisse una delle sue opere più riuscite, La Locandiera, alla fine del 1752. Secoli dopo, nello stesso periodo, la Locandiera torna a Trieste al Teatro Stabile Sloveno con la  regia di Katja Pegan  e in un originale adattamento in dialetto sloveno ad opera dell’attrice triestina Patrizia Jurinčič.

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Come tutti gli affezionati del veneziano Goldoni sapranno, la storia racconta di Mirandolina, sagace ma gentile padrona di una locanda a cui non mancano certo gli spasimanti. Nel corso della commedia infatti si alternano cavalieri, conti, marchesi e perfino il servo di Mirandolina, pronti a fare i salti mortali per guadagnarsi l’amore della bella locandiera.

Si lascia grande spazio alla passione dei sentimenti, ma anche alla comicità di intrighi e malintesi, il tutto condito da un pizzico di sano cinismo. Tuttavia, dietro ai piacevoli siparietti comici, ci sono anche riflessioni più profonde che portano l’impronta goldoniana. L’analisi delle classi sociali e del loro lento mutare, l’emancipazione femminile in una società sempre più aperta all’idea della donna forte e indipendente. Sono tutti temi caratteristici del mondo di Goldoni quanto del nostro oggi.

Questa girandola di emozioni e risate è arricchita dalle frizzanti dinamiche fra gli attori, i quali cantano, ballano e recitano facendo sfoggio di una sapiente fisicità.

Con brio e adorabile cinismo, Tadej Toš veste i panni del Cavaliere di Ripafratta, un misogino orgoglioso del suo celibato. Primož Forte è Fabrizio, cameriere della locanda, rude eppure dolce, burbero, ma umoristico. Vladimir Jurc e Franko Korošec, rispettivamente il Marchese di Forlimpopoli e il Conte di Albafiorita, tenaci spasimanti di Mirandolina, formano un duo esilarante. Altrettanto spumeggianti sono Maja Blagovič e Lara Komar, nei panni di una stravagante coppia di attrici, simili al gatto e la volpe di Collodi. Infine c’è la donna che è il fulcro della storia, la locandiera Mirandolina, portata sul palco con grazia, energia e vivacità da Nikla Petruška Panizon.

Sul palco gli attori danno prova di una tecnica concreta e vincente, consolidata in carriere che tra le altre cose includono canto e televisione.

Inoltre al ritmo travolgente dello spettacolo ha contribuito in egual misura il trio musicale. I musicisti, composto da Robert Vatovec, Aljoša Vuksanović e Vid Prinčič che sono stati sapientemente amalgamati nella commedia accompagnando con la musica la giostra di stati d’animo dei personaggi.

Infine una nota di merito va all’azzeccata scenografia di Voranc Kumar e ai ricchi costumi di Vasilija Fišer, dotati di una squisita eleganza che colpiva l’occhio.

Chi parteciperà alle repliche dello spettacolo (tutte con sottotitoli in italiano), potrà anche visitare la mostra dal titolo “Indubbiamente…Marija Vidau”, inaugurata proprio in occasione dell’apertura della nuova stagione del Teatro Stabile Sloveno. La costumista, che ha segnato nel modo più incisivo e per il periodo più lungo l’estetica degli spettacoli del teatro triestino, si presenta in questa occasione con una serie di costumi teatrali, dove velluti e trasparenze, incontrano piume e pelli, che si uniscono a perline, pailettes, plastiche e metalli, creando dialoghi elaborati, eccentrici e ironici.

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