Le favole dove stanno?
Ce n’è una in ogni cosa:
La favola sta lì dentro
Da tanto tempo, e non parla:
È una bella addormentata
E bisogna svegliarla.

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È per il centenario della nascita di Gianni Rodari che approda alla Contrada di Trieste “Favole al Telefono”, un fantasioso musical che riesce a incantare grandi e piccini.

È la semplicità ad emozionare, perché in fondo noi tutti abbiamo una storia dimenticata da qualche parte. Una storia da poter liberare.

Ed è proprio Giovannino (Massimo Finocchiaro) a voler liberare le storie che il nonno raccontava al telefono, ma dov’è la memoria?
Si affida allora agli Aggiusta Telefoni (ta-daaa), una strampalata compagnia composta dal Conte Cornetta (Andrea Rodi), Madame Phonè (Marta De Zaiacomo), Biancapagina (Francesca Brusati) e Gettone (Nicholas Rossi). Ognuno di loro rappresenta un’epoca, chi un telefono coi fili e chi un cellulare con l’antenna.

Il vecchio telefono viene posto in una bizzarra e magica macchina capace di liberare le storie e qui comincia il viaggio attraverso le favole più belle del mondo.

È così che ci imbattiamo nel Palazzo di gelato e addirittura solchiamo i confini del Regno di Mangionia!
Ma il potere dell’immaginazione sta nel non avere regole, così si vola fino al Pianeta X213 e ancora tremiamo all’idea di incontrare lo Stra-Generale Bombone Sparone Pesta Fracassone.
Ci troviamo in una trincea, muniti di elmetti. Ma sono le campane a farsi la guerra!

Ma vale davvero la pena farsi la guerra? Rodari ci insegna che basta prendersi per mano, basta unirsi in un girotondo grande quanto il mondo per essere felici.

Quanto pesa una lacrima?
La lacrima di un bambino capriccioso
Pesa meno del vento,
Quella di un bambino affamato
Pesa più di tutta la terra.

Non sempre le storie che ci portiamo dentro sono belle, eppure sono parte di noi e per questo andrebbero amate e curate come il più prezioso dei fiori. Gli errori vengono seminati copiosi per strada, ma si può sempre rimediare rimboccandosi le maniche.
È da tenere bene a mente la storia di quel povero Zero che si sentiva davvero una nullità. Per sbaglio un Uno gli finì accanto e divenne niente meno che un Dieci, una vera autorità!
È con parole semplici che Rodari ci parla, un linguaggio che colpisce dritto il cuore perché sono i suoi messaggi ad essere universali.

In questo spettacolo, curato da Raffaele Latagliata, la musica non fa altro che accrescere la potenza di tali significati.
È stato un imbarcarsi verso lo sconfinato mare della fantasia, un mare che non dovrebbe mai essere trascurato o dimenticato.

La data di Trieste era unica, il tour però è fortunatamente corposo. Non perdete l’occasione di portare i vostri bambini e, perché no, far prendere aria anche a quel preziosissimo bambino che è dentro ciascuno di noi.

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