“La modern dance” Teorie e protagonisti di Elena Randi

Carocci Editore, nella collana “Studi Superiori”, ha dato alle stampe l’autorevole libro di Elena Randi (166 pagine, con un ricco apparato bibliografico e singolari inediti) raccontando con meticolosità i singoli grandi protagonisti, le loro rivoluzionarie e sperimentali teorie, capaci di illuminare l’allora nascente danza moderna, quell’insieme evolutivo dell’arte coreutica che ha permesso di concettualizzare la teatralità della danza in un’ottica inedita e sicuramente sorprendente, in netto contrasto con la disciplina accademica.

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Chi mastica la storia della danza ben conosce che quella moderna nasce quale rivolta nei confronti della danza classica, ritenuta a quel tempo particolarmente vincolante ed esigente nella sua rigida codificazione, permettendo di portare in scena una danza maggiormente libera (ma non nel senso stretto del termine), praticata in luoghi non prettamente consoni fino a quel tempo, dando così rilievo a un potente antagonismo con gli spettacoli canonici allestiti sui palcoscenici dei teatri di tradizione, fra riti e rituali.

All’inizio non venne percepita esattamente come una rivoluzione di principio ma bensì un cambiamento del pensiero umano, a partire da quello di François Delsarte, teorico francese che svolse un ruolo determinante in tale processo, supportati idealmente dai suoi allievi e discepoli.

A seguire fecero capolino la Fuller, la Duncan, la St. Denis e via via Martha Graham, Doris Humphrey i quali riuscirono ad emergere a livello mondiale ognuno con il proprio stile, dando così alla modern dance un carattere del tutto personale a partire dall’insegnamento fino a giungere alla messa in scena, passando dalla creazione agli schemi espressivi e musicali.

Nel libro troviamo inoltre il pensiero di Ruth St. Denis e Ted Shawn che fondarono nel 1915 la “Denishawn School of Dancing and Related Arts” a Los Angeles, a tutti gli effetti la prima scuola di danza moderna nata negli Stati Uniti d’America.

A seguire Charles Weidman (pioniere nello sviluppo della forma d’arte), Hanya Holm (nota come una dei “Big Four” della modern dance), José Limon (rivoluzionato delle tecniche di movimento corporeo) ed Erick Hawkins (il primo uomo a ballare con la compagnia di Martha Graham) i quali posero la pietra del cambiamento segnando (ed aprendo) la via ad altre correnti e filosofie, valorizzando il gesto sorto dalla naturalità dell’esecutore.

L’essenzialità nella modern dance la si ritrova inoltre nel minimalismo delle scenografie, dei costumi, degli oggetti, nel trucco e parrucco, nelle luci e in sonorità del tutto inusuali. Questo genere ha vissuto e vive oggi di un proprio stile, certamente ben lontano da quello classico, ma pur sempre avvalorato da un vocabolario personale del coreografo, nonché da differenti e peculiari tecniche, permettendo di affrontare lo studio al pari di una scienza che applica alla disciplina gli aspetti umani soprattutto dal punto di vista morfologico, fisiologico, psicologico, quale concreta concezione programmatica delle ricerche sul danzatore.

L’autrice, offre al lettore, una visione esplicativa sul fenomeno passando in rassegna le più importanti esperienze toccando figure che in tempi diversi hanno generato il cambiamento armonico sul movimento fisico del corpo, contenendo e rilasciando al contempo il ritmo, il flusso, l’energia nello spazio e nella comunicazione tra chi assiste e chi esegue.

L’autrice

Elena Randi è professoressa ordinario di Storia della Danza all’Università di Padova. Per Carocci Editore ha già pubblicato nel 2014 “Protagonisti della danza del XX secolo. Poetiche ed eventi scenici”.

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