Per la regia di Matteo Tarasco, dal 27 Febbraio all’11 Marzo va in scena, al teatro Quirino di Roma, La Signora delle Camelie con Marianella Bargilli, Ruben Rigillo, Silvia Siravo e Carlo Greco. In occasione dell’appuntamento romano, Marianella Bargilli, in scena nei panni della cortigiana Margherita Gautier, è venuta a trovarci per raccontarci la sua vita ed il suo rapporto con il mondo del teatro.

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Come nasce la tua passione per il teatro e come hai iniziato la tua carriera?

Non sono figlia d’arte (ride), nasce come una passione istintiva come penso accada a chiunque non abbia attori o artisti dentro casa. Ho cominciato a recitare ad appena 5 anni obbligando i miei parenti a venire a vedere gli spettacoli, cose che scrivevo io per ore e ore.

Ed ho continuato a fare così fino a quando a 18 anni ho preso per la prima volta in mano un copione grazie ad una professoressa che voleva farci leggere un testo. Poi c’è stato il trasferimento a Bologna dove ho conosciuto un gruppo di teatro danza con cui mi sono divertita per diversi anni esibendomi per strada ed assaporando quello che è il vero lavoro dell’artista e dell’attore, ovvero intrattenere le persone.

E da quel momento le occasioni per fare esperienza non sono mancate

Esattamente, poi infatti c’è stata sia un’esperienza al teatro Blu di Roma, in cui ho potuto studiare con Beatrice Bracco che lavorare con artisti come Claudio Santamaria e con Kim Rossi Stuart, che l’occasione di partecipare alla terza edizione del Grande Fratello. In realtà non mi è mai interessata particolarmente la televisione ma ho deciso di affrontare il reality come ogni altra esperienza, con curiosità ed entusiasmo.

La Signora delle Camelie - Marianella Bargilli
La Signora delle Camelie – Marianella Bargilli

Come mai questa preferenza per il teatro rispetto alla tv?

Perchè per me il teatro è sempre stato un desiderio ed un sogno da realizzare, mi diverte e mi piace. Mi fa sentire come se mi trovassi sempre nell’ambiente a cui appartengo, sempre nel posto giusto al momento giusto.

Ovviamente non è stato sempre facile perchè, come puoi immaginare, un attore purtroppo deve fare molti sacrifici per poter rendere il teatro il proprio lavoro. Questi sacrifici, però, sono ripagati da una magia che non si può trovare nelle fiction televisive e nei loro testi.

Di tutte queste esperienze quale è quella che pensi sia stata più importante per te?

In generale sento come fondamentale ogni esperienza, specialmente quelle teatrali. E questa sensazione si estende anche ai miei personaggi che, grazie alle loro profonde differenze, riescono a regalarmi sempre stimoli nuovi. Un esempio è quando ho dovuto interpretare un uomo ne L’importanza di chiamarsi Ernesto, tratto dall’opera di Oscar Wilde. In quel caso è stato molto divertente riuscire a vestire i panni di un uomo evitando però di scimmiottarne uno.

E come ti trovi nei panni di Margherita Gautier ne La Signora delle Camelie?

Margherita è un personaggio infinito che ha tutto dentro. Nella sua vita da cortigiana ha provato praticamente ogni tipo di sensazione ed emozione, dalla passione più sfrenata alla paura per la morte. Un personaggio bellissimo nella sua tragicità.

Inoltre ammetto di sentirmi molto vicina a Margherita sia per via di alcune similitudini nelle nostre vite e sia perchè, nello studio che ho fatto con Matteo (ndr il regista Matteo Tarasco) su vari testi, siamo andati a scavare nella psicologia del personaggio in modo da carpirne i pensieri e le motivazioni dietro le sue azioni.

La Signora delle Camelie - Marianella Bargilli - Foto di Tommaso Le Pera
La Signora delle Camelie – Marianella Bargilli – Foto di Tommaso Le Pera

E questo studio ha influenzato in qualche modo il testo?

Si, si è dimostrato fondamentale sopratutto nel momento di ridurre il testo per il teatro in modo da presentarlo con tempistiche accettabili. Abbiamo fatto di tutto per trovare un compromesso che fosse in grado di tenere fede alla trama e, allo stesso tempo, di snellire la storia per il palcoscenico. E secondo me il risultato finale è veramente ottimo, sopratutto grazie all’impegno che ci ha messo Matteo.

Prima hai detto che ti senti molto vicina al personaggio di Margherita de La Signora delle Camelie, cosa vi accomuna secondo te?

Intanto veniamo entrambe dalla campagna, quindi abbiamo origini simili. Poi ci accomuna sicuramente la voglia di vivere il momento senza pensare troppo al futuro o a quello che sarà. Mi piace essere passionale e cerco di affrontare così la vita. Questa “febbre di vita” di Margherita, unita alla sua bontà e alla sua allegria, è quindi quello che ci accomuna.

Ma siamo anche differenti sotto alcuni punti di vista. Per esempio non mi appartiene affatto il suo modo di usare il proprio corpo per raggiungere i suoi obiettivi. Su quello siamo proprio due mondi separati.

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