Leggende controverse fanno nascere il flamenco come espressione artistica dei contadini moreschi o in relazione con le ex colonie spagnole delle Fiandre, fatto sta che di sicuro viene documentato fin dal tardo XVIII secolo come una caratteristica culturale dei gitani poveri dell’Andalusia.

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In virtù anche del riconoscimento nel 2012 da parte dell’UNESCO come “Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, questa arte sta vivendo una nuova giovinezza grazie anche alla sua chiara componente spettacolare (di persone che cantano, giocano e ballano e altre che assistono spesso incitando chi si esibisce).

Nasce così a Barcellona lo spettacolo Gran Gala Flamenco, che gira il mondo ormai da anni con migliaia di spettatori, approdando il 19 novembre nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Ad accompagnare i meravigliosi ed applauditissimi Bailaores (Eli Ayala, Eva Santiago e Nacho Blanco), un gruppo di 3 musici (Josè Suasedo e Pau Vallet alle chitarre e Juan de Julia al Cajon), 2 Cantaores (El Salao e El Duende) ed una Cantaora (Fefa Gòmez).

Lo spettacolo è stato un articolato viaggio nell’universo flamenco alla scoperta dei diversi palos (ritmi) che caratterizzano questa danza terminato con un Fandango che ha fatto spellare le mani del numeroso pubblico accorso ad assistere a questo evento unico nel suo genere.

 

Alcune immagini dello spettacolo

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