Le ombre materiche di Alberto Giacometti

1924

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“L’arte mi interessa molto, ma la verità mi interessa infinitamente di più. Più lavoro e più vedo diversamente in fondo diventa sempre più sconosciuto, sempre più bello. Varrebbe per me la pena di lavorare, anche se non c’è risultato per gli altri, per la mia visione personale, la visione che ho del mondo esterno e delle persone. Penso di progredire ogni giorno. Per questo lavoro più che mai. Sono sicuro di fare ciò che non ho ancora mai fatto e che renderà superato ciò che ho fatto fino a ieri sera o stamattina. Non si torna mai indietro. È lungo il cammino. Allora tutto diventa una specie di delirio esaltante, come l’avventura più straordinaria: se partissi su una nave per paesi mai visti e incontrassi isole e abitanti sempre più imprevisti, mi farebbe esattamente lo stesso effetto. Questa avventura la vivo veramente. Allora, che ci sia un risultato o no, che importanza vuole che faccia?” (Alberto Giacometti)

Ricordo una foto di Alberto Giacometti, un ritratto di Cartier Bresson, lo scultore si trova in un incrocio di una strada parigina, la pioggia scrosciante che cade copiosa e quel tentativo un po’ goffo di ripararsi sotto il cappotto. Ho sempre in mente quell’immagine quando penso a Giacometti, in quella posa rubata ritrovo il senso della sua arte, scopro l’umanità di uno degli artisti più geniali del Novecento.

Inaugura il prossimo 5 febbraio la mostra intitolata Giacometti. La Scultura, un selezione di 40 opere a cura di Anna Coliva e Christian Klemm incastonate nelle splendide collezioni della Galleria Borghese. Una mostra complessa da allestire, il confronto tra la statuaria antica e le opere di Giacometti comincia dal grande salone d’ingresso dove le sculture ideate dall’artista svizzero per la Chase Manhattan Plaza si impossessano in modo imponente dell’ambiente circostante, la visione complessiva d’insieme è magniloquente, inizia così il dialogo serrato tra l’arte del Novecento e i grandi maestri della storia antica. Il percorso prosegue nella sala dedicata alla scultura di Canova, la famigerata Paolina Borghese viene messa a confronto con La Donna Sdraiata che sogna datata 1929, dove la pura astrazione delle forme diviene il vocabolario perseguito dall’artista. Questo continuo rimando tra le opere di Giacometti e i capolavori della collezione Borghese trova il suo punto più alto nel dialogo tra il David di Gian Lorenzo Bernini e L’uomo che vacilla, le due opere appaiano come speculari, la mancanza di equilibrio sembra spingere entrambi gli artisti verso una sfida contro la gravità, i due maestri, attraverso la sapienza delle tecniche utilizzate, portano all’estremo la materia rendendola duttile, contrastando ogni lezione classicista, modellando i loro lavori in una visione soggettiva della realtà.

Il progetto espositivo reca in seno la volontà di dare nuova luce all’opera di Giacometti, di donare all’artista originario di Borgonovo un contatto inedito e sorprendente con l’arte italiana, un tassello fondamentale per comprendere fino in fondo il lirismo e la cifra stilistica che hanno contraddistinto per tutta l’esistenza i lavori dello scultore.

L’estetica su cui si fonda l’arte  del maestro di Borgonovo ricalca un senso di drammaticità, le statue ridotte a segno grafico, corrose fino a divenire ombre materiche, si dissolvono nello spazio, generando superfici di interiorità emotiva che conducono lo spettatore ad una percezione diretta dell’opera le cui suggestioni principali derivano dalle ispirazioni della statuaria egizia. Giacometti affronta nel suo lavoro un processo di “disapprendimento” svincolandosi dai modelli di matrice occidentale per dare vita a statue frutto di un processo di ricerca primitiva.

Il tessuto connettivo che si celebra all’interno delle sale di Galleria Borghese diviene quindi un unicum inarrivabile, nella “foresta di statue” della villa edificata dal cardinale Scipione, le sculture di Giacometti si installano in maniera inedita attraverso i continui rimandi ed il confronto serrato con Bernini, Canova e la produzione greco –romana.

La mostra dedicata a Giacometti diviene così un compendio di storia della scultura, un’occasione preziosa per poter mettere a confronto capolavori insindacabili dell’umanità.

 INFORMAZIONI TECNICHE

 Giacometti. La scultura.

Galleria Borghese

Piazzale Museo Borghese, 5 Roma

Dal 5 febbraio 2014 al 25 maggio 2014

Orari: lunedì chiuso, da martedì alla domenica 9.00 -19.00

Prenotazione obbligatoria

Biglietti: intero € 16,00 – ridotto € 11,50

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Info: call center 06 32810

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