L’uomo, la bestia e la virtù, l’ipocrisia come vero male della società

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Per la regia di Giancarlo Nicoletti, fino al 17 febbraio va in scena al teatro Brancaccino di Roma l’opera pirandelliana L’uomo, la bestia e la virtù con Giorgio Colangeli, Filippo Gili, Valentina Perella, Cristina Todaro, Alessandro Giova, Diego Rifici, Alessandro Solombrino e Francesco Petit-Bon.

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Come da tradizione, l’eccezionale narrativa di Pirandello non smette di affascinare e colpire lo spettatore. Ancora una volta, così come nella gran parte delle opere dell’autore siciliano, il tema delle maschere che ci troviamo costretti ad indossare nella vita quotidiana viene posta al centro di questa fantastica rappresentazione dando origine ad una serie di comici siparietti. Siparietti che sono comunque necessari per smascherare il vero nemico di tutti i lavori di Pirandello. L’ipocrisia.

Questo male inevitabile della società sembra insinuarsi nei personaggi de L’uomo, la bestia e la virtù colpendo, in egual misura, uomini che si professano onestissimi, donne che tentano di incarnare la Virtù e bestie che sperano di mascherare la propria corruzione con violenza e pazzia.
Questo viene perfettamente rappresentato da tutti gli attori che, nei rispettivi ruoli, non solo risultano eccellenti ma sembrano quasi immergersi nei propri personaggi donandogli una vitalità entusiasmante.

L’uomo, la bestia e la virtù - Il cast
L’uomo, la bestia e la virtù – Il cast

A dominare la scena, in modo particolare, sono Giorgio Colangeli ed il giovanissimo Francesco Petit-Bon nei panni, rispettivamente, del professor Paolino, stimato dalla comunità per la sua onestà e la sua rettitudine, e del discolo Nonò, piccolo e indisciplinato alunno del professore dai capelli rosso fuoco.

Entrambi sembrano usciti direttamente dall’opera di Pirandello. Colangeli, con le sue movenze e la sua tonalità, rispecchia perfettamente l’uomo che, dopo aver speso anni nel costruire la propria reputazione, si trova improvvisamente nei guai per aver messo incinta una donna sposata, madre di Nonò.

Nonò che, grazie al piccolo Francesco, prende vita sul palcoscenico figlio dell’ottimo mix tra interpretazione e apparenza fisica, specialmente per via dei capelli rosso fuoco tanto “amati” dalla letteratura dello scorso secolo per rappresentare i bambini particolarmente vivaci.

L’uomo, la bestia e la virtù è uno spettacolo semplicemente eccezionale di cui consigliamo a tutti la visione.

L’uomo, la bestia e la virtù - Locandina
L’uomo, la bestia e la virtù – Locandina
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