Il rapporto fra Trieste e il cinema ha compiuto ormai ben più di mezzo secolo.

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Le sue radici datano infatti già dal secondo dopoguerra, quando la presenza del Governo Militare Alleato fa sì che la città riceva direttamente da Hollywood tutte le pellicole in uscita e destinate all’intrattenimento dei soldati di stanza in città dal ’45 al ’54.

Trieste diventerà la prima città italiana per numero di sale cinematografiche pro capite. Ma non basta, con gli anni ’50 Trieste inizierà a essere anche set cinematografico e non smetterà di esserlo fino a oggi, ricavandosi sempre più un ruolo da protagonista, come nel caso della serie LA PORTA ROSSA.

Ed è così che in attesa dell’uscita della seconda stagione della PORTA ROSSA, il 13 febbraio, il Victoria hotel letterario di Trieste in collaborazione con la Film Commission Fvg propone nel suo salotto una maratona cinematografica gratuita e su grande schermo della prima stagione della PORTA ROSSA con gran finale per tutti coloro che arriveranno fino alle fine delle 12 ore di proiezione, così suddivise:

  • Venerdì 8 febbraio dalle 18 alle 24
  • Sabato 9 febbraio dalle 12 alle 18

Seguirà, sempre sabato 9, una chiacchierata con Carlo Lucarelli – noto scrittore e autore della serie – e Federico Poilucci – presidente della FVG Film Commission – condotta dalla critica e giornalista Elisa Grando.

Con l’occasione, l’hotel letterario mette a disposizione di tutti i partecipanti l’intera collezione dei libri di Carlo Lucarelli e in particolare degli ultimi usciti: PECCATO MORTALE e NAVI A PERDERE, per vederseli autografare dall’autore.  

Quello tra il 25 luglio e l’8 settembre del 1943 è un periodo strano, allucinato. L’Italia si sveglia una mattina senza più il fascismo e praticamente la mattina dopo con i tedeschi in casa. Proprio nel caos di quei giorni De Luca, in forza alla polizia criminale di Bologna, si trova a indagare su un corpo senza testa.

Semplice, perché in fondo si tratta di un omicidio, un lavoro da cane da caccia: chilometri a vuoto, piste da seguire e qualche cazzotto da mettere in conto se ficchi il naso dove non dovresti.

Complicato, perché la vicenda assume presto risvolti politici che, date le circostanze, diventano molto pericolosi. Comunque sia il caso, è nella natura di De Luca, va risolto. Sempre. Anche a costo di accettare un compromesso.

Cargo che si arenano su coste isolate e per avarie misteriose, container che spariscono, investigatori che muoiono per cause dubbie. Sono solo alcuni degli episodi su cui si concentra Carlo Lucarelli cercando di seguire il filo rosso di un commercio illegale e poco conosciuto.

Il suo è un romanzo-inchiesta, avvincente come un giallo, che dagli anni Ottanta arriva fino a oggi.

«L’idea è questa, che qualcuno prenda una nave, la carichi di robaccia più o meno dichiarata (meglio meno), la porti a fare un giro in mare e poi simuli un naufragio.

La nave cola a picco con tutto il suo carico più o meno (ma sempre meglio meno) dichiarato, ed ecco fatto. Tra l’altro, a giocarsela bene, magari si intascano anche i soldi dell’assicurazione».

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