“Mi chiamava Valerio” ma sono Riccardo Sati

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Alla fine ce l’abbiamo fatta. Ho rincorso Riccardo Sati per 4 mesi.

Lo conosco da qualche anno e, quando ho saputo che stava girando un film da protagonista, be’, “lo devo intervistare!”.

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Mi sono detto: in Italia, la cultura sta con l’ossigeno alla bocca e la fisiologica nel braccio. Le Produzioni non ti danno retta nemmeno se piangi in cinese mandarino, figurati i registi. “Non è il momento storico ideale!”.

In questo “momento storico” devono lavorare quelli che mettono il pubblico davanti al televisore e fa niente se il prodotto non è dei migliori. Non fa niente se tanti attori bravi stanno a casa perché non ci sono soldi per auto-produrre uno spettacolo. L’importante, in questo momento, è che gli Investitori vedano lo share alto!

Il Sati, invece, riesce a fare un film da protagonista. Lui, seppur giovane e pieno di talento, è ancora un Signor Nessuno. Voglio sapere cosa sta per combinare.

Poi ho visto i trailer, i filmati di anteprima, le foto di backstage del lavoro e ho visto che la qualità è pure alta.

“Ok. Hai vinto la lotteria!”

E invece no. “Mi chiamava Valerio”, il film che racconta la storia del ciclista Valeriano Falsini, è una produzione a basso costo, fatta con troupe e cast giovane ma di alta qualità e con l’aiuto di sponsor locali.

 

D.: Perché un film su Valeriano?

R.: Valeriano Falsini, detto “Il Pentolaio”…

Il Pentolaio?

Sì, perché il babbo vendeva le pentole. Allora, prima di tutto, questa è una storia del mio territorio, del Valdarno e del comune di Regello. E’ nato lì e poi è sempre vissuto lì. E’ una storia di uno sportivo, un ciclista, che ha corso da professionista prima nella Girardengo e poi nella Bianchi, agli inizi degli anni ’50. Era un gregario di Coppi ma, soprattutto, era un grande amico di Fausto. Il film racconta le sue imprese sportive fino all’età di 23 anni perché, poi, una malattia alla schiena non gli permise più di fare corse agonistiche. E quindi dovette smettere di correre. Però è rimasta questa forte amicizia con Coppi, tant’è che lui, tutti gli anni, da dopo la morte di Coppi, il 2 gennaio sale su a Castellania dove c’è la tomba, per omaggiare il suo Capitano.

La sceneggiatura è di Maria Italia Lanzarini. Produzione a bassissimo costo.

Sì, rispetto alle grosse produzioni a cui siamo abituati, questo film è costato molto poco. Diciamo poco più di 50.000 €. Realizzato con gli aiuti di Fresnel Multimedia, Ara Solis, il Gruppo della Pieve, tre Associazioni e con l’aiuto di sponsor, soprattutto Toscana Energia e la Banca di Credito Cooperativo di Cascia di Regello.

Valeriano l’hai conosciuto, naturalmente.

Sì, certo.

Ti sei fatto raccontare la storia… Come hai lavorato, che “percorso” hai seguito per interpretare Valeriano.

Prima cosa l’ho voluto conoscere. In precedenza, lo conoscevo solo di nome perché è uno che passava (ora ha smesso) per le strade del paese spesso e tutti lo conoscono dalle parti nostre. Poi l’ho conosciuto meglio, mi sono fatto raccontare la sua storia.

E Coppi lo chiamava Valerio…

Sì, perché è più veloce, più breve. Ho conosciuto la sua famiglia, la su’ moglie…

Quanti anni c’ha?

E’ del ’28! …e vorrebbe andare ancora in bicicletta. Il bello è che, comunque sia…

E non va più in bicicletta? Non se la fa una garetta in amicizia, ogni tanto?

No, no. Fino a 5 anni fa ci andava. Ora riesce a malapena a salirci anche se lui è convinto di poterci risalire.

Dicevamo del film…

Sì. Il bello è che racconta la storia di uno sportivo. Noi siamo abituati a raccontare storie di sportivi, di imprese, di vittorie. Magari dei loro problemi…

Storie di campioni, ma non di “gregari”.

Esatto. E Valeriano è nato gregario e non è mai maturato, non è mai diventato un vero e proprio ciclista, uno sportivo a tutti gli effetti. Lui ha corso due anni da professionista e poi, a causa della malattia, ha smesso di correre. Quindi lui ha fatto tutt’altro nella vita. Però ha continuato lo stesso ad andarci, in bicicletta. E questa sua passione l’ha trasmessa un po’ a tutti, nella zona. Ai bambini ha insegnato ad andare in bicicletta.  Purtroppo questo, e tutt’ora lo dice, lui lo vive come una grossa sconfitta, anche se è rimasta questa “sfumatura” di sogno che non si è realizzato ma che è rimasto comunque vivo. Infatti, come dice il film, “non c’è niente di più straordinariamente vero di un sogno che resta un sogno”.

La regia è di Igor Biddau e Patrizio Bonciani…

Sì. Diciamo che Patrizio ha soprattutto trovato la storia, ha scritto il soggetto. Maria Italia ha scritto la sceneggiatura e la produzione è di Fresnel Multimedia.

…e il cast è formato da attori ancora sconosciuti. Tu per primo.

Già! Poi c’è Alessandro Piantini, Roberto Caccavo che fa Coppi, Sofia Bigazzi, Andrea Onori, Michele e Stefano Manca… Un sacco di attori bravi.

E Valeriano cosa pensa di questo film su di lui?

Be’, quando ha saputo che io avrei fatto lui da giovane si è fatto investire da una bicicletta. No, scherzo! Non era convinto, non tanto per me, ma perché pensava che l’unico che potesse interpretarlo fosse lui stesso!

Ha chiesto un bravo truccatore e gli effetti speciali!

Ormai io e Valeriano s’è diventato una coppia di fatto cabarettistica. Qualsiasi cosa che si fa, le conferenze, una presentazione,  uno come me (ometto la definizione, n.d.r.) e uno di 85 anni come Valeriano, da battuta in continuazione, vengono fuori delle cose… Infatti partirà la tournée “Io e Valeriano”…

Tu scherzi, ma dovreste farlo. Fate un Avanspettacolo, prima della proiezione. A proposito: questo film dov

e sarà?

E’ uscito a Regello, al Cinema Teatro Excelsior, a fine gennaio per undici repliche. Il 22-23 marzo, un fine settimana, a Figline Valdarno. Poi girerà per il Valdarno e poi a Firenze. E poi stiamo cercando altre date, altre sale.

Dove posso trovare le prossime date

Su www.michiamavavalerio.it e sulla pagina FB “Mi chiamava Valerio” ci sono tutti gli aggiornamenti, ci sono anche le foto, il backstage, il cast.

Chi è il fotografo? Mi voglio far mandare qualche foto.

Si chiama Federico Capanni. Ti do la mail, magari.

Così gliele chiedo?

Mmmh!

Vai, dimmi.

L’ e-mail?

Sì. Te la ricordi?

No!

Perfetto!

 

La scheda di “Mi chiamava Valerio”

 

Cast

Riccardo Sati                  Valeriano Falsini

Roberto Caccavo            Fausto Coppi

Sofia Bigazzi                  Maria Pia

Alessandro Piantini         Isonzo Sorbi

Lorenza Guerrini             Corinna Falsini

Silvia Ciucchi                  Francesca

Vincenzo Poggesi          Alfonso Falsini

Valentina Spagnoli         Amabile

Alessandro Bindi            Serse Coppi

Andrea Onori                  Lezio Losi

Cristian Paniz                 Costante Girardengo

Giuseppe Taras              Lo zio

Mattia Caldini                 Amerigo Sarri

Matteo Bruschetini         Ciolli

Danilo Bondi                  Amico Valeriano

Giacomo Nocentini         Amico Valeriano

Simone Brunori              Dottore

Daniele Noferi                Barista

 

Produttore esecutivo Igor Biddau

Soggetto Patrizio Bonciani Sceneggiatura Maria Italia Lanzarini

Per Fresnel Multimedia

Montaggio Yure Vuletic Direttore della fotografia Ivan Rossi

Aiuto Regia Roberto Caccavo Musiche Originali Stefano Rossi

Fonico in presa diretta/Mix audio Lorenzo Cardelli Cameraman Maurizio di Palma

Assistente di Produzione Giulio Frediani

Promozione e Marketing Federico  Capanni

Foto D’ Arte Lab Claudio Torrini, Greta Gonnelli, Federico Capanni, Andrea Malatesta, Paolo Pierazzi, Lara Calvani

Trucco Valentina Baldini, Paola Martini Acconciature Gabriella Cherici, Silvana Poggi

Costumi Camilla Becattini, Cosetta Cherici

Produzione Fresnel Multimedia, Ara Solis, Gruppo della Pieve

Distribuzione Fresnel Multimedia – Produzioni Cinetelevisive

Con il patrocinio (tra gli altri) di UCI Road World Championships, Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze, Comune di Reggello

Regia:
Igor Biddau, Patrizio Bonciani

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